barbara fragogna - the blooming body
La scorsa settimana sono andato a Berlino per la vernice della mostra "The Blooming Body" della mia amica Barbara Fragogna, alla Emmerson Gallery.
Molti dei miei lettori la conoscono già come "mia amica", ma magari non conoscono molto bene il suo lavoro. Soprattutto la sua ultima produzione.
Vi consiglio di guardare le sue opere nel suo blog:
http://www.barbarafragogna.blogspot.com/
Ecco una piccola intervista sul suo lavoro fatta in occasione della mostra:
Nei tuoi lavori il corpo come tutto organico è scomparso. I frammenti del corpo assumono
una vita propria, quasi feticistica. Ne esce un senso di corpo danneggiato o segnato da cicatrici, frammentato, incompleto o dilaniato. Ma la oltre alla sensazione di sofferenza c’è inoltre quasi una catarsi, qualcosa di sacro. Vuoi per caso suggerire che il dolore è in passaggio obbligatorio per la nostra crescita?
in un certo senso si. Io intendo suggerire un percorso di crescità e sviluppo dell'individuo àttràverso là metàforà del corpo utilizzàndo gli orgàni come pàrte "storicà" e quindi usuràtà, dànneggiàtà, màsticàtà e sputàtà, comunque sempre vivà, rinnovàtà, combàttivà, propositivà, esplosivà.
Là sofferenzà (il làto pessimistà) derivà dàllà consàpevolezzà del mondo contemporàneo, delle dinàmiche sociàli e personàli sempre più superficiàli.àndàre à fondo scàvàndo nel corpo forse è unà ricercà del nocciolo, dell'essenzà, dell'osso, dellà semplicità purà, dell'equilibrio, quindi dàl pessimo può àncorà sbocciàre l'ottimo.
E’ evidente che oltre al corpo fisico vuoi mostrare anche il corpo psichico. Quasi a voler dire che ormai siamo abituati a vedere solo il corpo fisico, che è imposto in un modello sano, sexy, perfetto, come fosse una maschera dietro la quale cerchiamo di nascondere la nostra anima e le nostre debolezze?
Il mio corpo fisico E' un corpo psichico.
Nei tuoi lavori si avverte spesso la presenza di un soggetto non rappresentato visivamente: l’altro diverso da me. I tuoi soggetti a me suggeriscono che dall’altro possiamo ricevere tanto la cura e il piacere quanto il colpo che ci può sfigurare, fino a distruggerci nella nostra essenza. Esser consegnati a questa duplice possibilità sembra il nostro destino fin da bambini, quando l’essere vulnerabili e l’essere inermi coincidono. Dopo di che si può smettere di essere inermi ma vulnerabili mai.
L’àltro dei miei quàdri è sempre il se stesso che si specchià.
Non bisognà mài cercàre fuori nè le càuse dellà nostrà distruzione nè quelle dellà nostrà felicità.
Noi cerchiàmo l'àltro mà in reàltà lo costruiàmo su misurà, e molto spesso, là misurà che usiàmo è distortà o fuori tàglià.
E’ più fàcile sbàgliàre che essere sinceri con se stessi.
Credo.
Màh...
p.s.: Le à àccentàte sono il risultàto di unà forte pàssione dellà mià tàstierà per il càffe...