Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.

martedì, gennaio 29

A marzo uscirà il primo disco di “Hercules and Love Affair”, band capitanata dal producer Andrew Butler. E’ decisamente una delle uscite più attese dell’anno dopo vari remix che il gruppo ha prodotto (uno su tutti “A&E” di Goldfrapp) e la certezza che ben 5 pezzi saranno cantati da Antony degli Antony & The Johnsons. Visto che l’uscita del terzo disco di Antony “The crying light” è stata spostata in autunno, per ora ascoltiamocelo in questa versione oserei dire cross-over.

Questa settimana è uscito il bellissimo video della canzone “Blind”, che ormai ho in loop da un mese nel mio i-pod! La ragazza che si vede nel video è Jaime Winstone, figlia dell’attore Ray Winstone. Io lo trovo fantastico! E voi?
Il video lo potete vedere qui:
http://www.youtube.com/watch?v=Fb8S51M2GAc

“Blind” - Hercules and Love Affair
As a child, I knew That the stars could only get brighter And we would get closer Get closer Oooooh As a child, I knew That the stars could only get brighter That we would get closer Get closer Leaving this darkness Behind Mmmm-mmmm Oooooooh Now that I'm older The stars should lie upon my face When I find myself alone Find myself alone Oooooh Now that I'm older The stars should lie upon my face And when I find myself alone I feel like I I am blind Feel it Feel it Feel it Feel it Like I am blind I am blind I wish the stars could shine now For they are closer They are near But they will not present my present They will not present my present I wish the light could shine now For it is closer It is near But it will not present my present It makes my past and future painfully clear To hear you now To see you now I can look outside myself And I must examine my breath and look inside Ooooooh To see you now To hear you now I can look outside myself And I must examine my breath and look inside Because I feel blind Because I feel blind I feel it I feel it I feel it Like I Like I'm blind Ooooooh The movie will Mmmm, and feel it Oooooh, I feel it Feel it

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venerdì, gennaio 25

Cito da Repubblica di oggi:
“ROMA - "Per questo, in solitudine, voto la fiducia al governo Prodi". E' un attimo. Il senatore Nuccio Cusumano, democristiano agrigentino posteggiato sotto le insegne dell'Udeur di Mastella, finisce di parlare e nell'Aula del Senato irrompe come un cataclisma Tommaso Barbato, anch'egli senatore Udeur. Al grido di "pezzo di merda, traditore, cornuto, frocio". Pochi minuti e l'aula della Camera Alta si trasforma in un bar da angiporto. Barbato è irrefrenabile. "Gli ha sputato" riferisce agli increduli cronisti il senatore De Gregorio. Il tutto mentre il seguace di Fini Nino Strano urla all'indirizzo del povero Cusumano: "Squallida checca"."

Il governo Prodi appena caduto non è riuscito a riconoscere i diritti (per altro annunciatissimi in campagna elettorale) alle coppie di fatto, anche gay. E non ha portato avanti (per non dire di peggio) serie legge contro l'omofobia in Italia.
Il nuovo che avanza comincia da subito a usare offese come "Frocio" o "Checca", che ovunque avrebbero creato imbarazzo e condanna. Tranne che in Italia.
Credo che anche al GRANDE FRATELLO avrebbero eliminato un concorrente se le avesse usate nei confronti di Jhonatan.
Ma in Italia tutto passa. Poi si risolverà il tutto con una bella intervista doppia a LE JENE, in cui alla fine gli verrà chiesto di darsi un bacino virtuale.
Povera Italia, come cantava Battiato!

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lunedì, gennaio 21

"Un amore, qualunque amore, ci rivela nella nostra nudità, miseria, infermità, nulla". Voglio partire da questa struggente frase di Cesare Pavese. Che dice tutto di come ci si può fare male con l’amore, di come ci si possa sentire disarmati. Sia che sia la vittima o il carnefice, sia che si lasci o si sia lasciati.
Sembra scontato, ma non lo è. Ci sono milioni di canzoni che parlano di amori che finiscono. Abbiamo visto tantissimi film e abbiamo letto un sacco di romanzi su questo argomento. Eppure quando capita non è mai così semplice e definitivo. Ci sono sempre i “ma” e i “però” che rendono la scelta sempre difficile e l’impressione, alla lunga, è che nessuna scelta sia quella giusta.
E allora si va in confusione, non si riesce a capire cosa si vuole o se, magari, lo si è già trovato, ma non lo si sa riconoscere.
Tanto per essere chiari: la confusione è tutta mia. Lo riconosco. Marco invece mi ama, e me l’ha dimostrato in ogni momento. Sono io da un po’ che sono andato in crisi, accompagnata dall’insonnia e dal mal di stomaco costante.
La crisi nasce da un mio calo del desiderio. All’inizio pensavo si trattasse solo di un momento di stanca, sperando fosse normale in una coppia. Poi però ho affrontato il fatto che le mie aspettative e il mio immaginario su Marco, lasciava il posto alla vera natura di Marco che via via conoscevo meglio. Più ci avvicinavamo spiritualmente, da parte mia diminuiva la passione. Più Marco diventava “coccoloso” e più dimostrava di volermi per come sono, più mi irrigidivo sessualmente.
A quel punto comincio a sentirmi “diviso”: da una parte per la prima volta mi sento in un rapporto paritario, ma dall’altra sento che la passione non lo è. La cosa mi rende nervoso, mi sento in difetto e inadeguato perché non ho il trasporto che dovrei. E allora mi sono fatto travolgere dall’ansia perché so che non potevo continuare a negargli l’amore che si merita.
Io lo so che il problema stà nella mia testa. Per me c’è ancora quel nodo da sciogliere: per me il concetto di amore è legato a struggimento, attese e delusioni e forse anche a vere e proprie mortificazioni. Sono cose che ci portiamo dentro da quando eravamo bambini. Sono le mie esperienze più intime che mi hanno fatto diventare così. Alla fine si considera “anormale” che la vita possa scorrere serena, senza drammi. Visto che il comportamento di Marco non dava spazio a nessun dubbio, è il mio stesso corpo a crearsi i disagi. Come gli ho scritto in una mail qualche giorno fa: “Vorrei solo fossimo degli ottantenni, senza l’ansia del sesso e del futuro”.

Ecco la confusione che c’è nella mia testa. Tutto il contrario di tutto. Lo amo o no? Voglio continuare o no? La cosa si può risolvere o no? Ad ogni domanda un momento mi sembra che la riposta sia “si”, ma il momento la risposta è “no”, in modo altrettanto deciso. Ecco perché non mi va di parlare con nessuno di voi in questo periodo e non rispondo alle vostre telefonate e ai vostri messaggi. Cosa dovrei dirvi? Quello che non so!?! Mi sento così stupido e ogni discussione non fa altro che incasinarmi ancora di più i pensieri. Vorrei solo dormire, e invece manco quello riesco più a fare. Portate pazienza.

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mercoledì, gennaio 16



Goldfrapp torna a Febbraio con il suo quarto album “Seventh Tree”. Le atmosfere di queste album sono più rarefatte e più vicine al loro disco d’esordio “Felt Mountain”, rispetto ai due lavori successivi, più spostati verso il glam “Black Cherry” e “Supernature”.
Come sempre Alison Goldfrapp ha curato anche la grafica e il concept artistico dell’album. Le foto a mio avviso sono ispirate ai film sulle eroine di romanzi d’appendice, come la serie di “Angelica”, o alle protagonisti di certi fumetti per adulti degli anni 60 come “isabella, la duchessa dei diavoli” (che raggiunse tranquillamente le 70.000 copie per numero). La luce, i colori, le pose, i vestiti di questo servizo fotografico mi fanno troppo pensare a quei film. E tra l’altro anche i contenuti del disco di Goldfrapp vanno perfettamente in sintonia con quanto raccontavano quelle storie. Sia le avventure di Isabella "Duchessa dei Diavoli" che di “Angelica”, hanno per cornice la Francia seicentesca e sono drammatiche vicende ricche di balli, cacce, duelli, agguati, torture, amori proibiti e situazioni sadomasochistiche piuttosto esplicite. Insomma, atmosfera torbida e un poco perversa.



La mia canzone preferita dell’album è “Cerrone Cologne Hudini”, però per il lancio è stato scelto il singolo “A&M”. Qui potete scaricarvi il bellissimo video diretto da Dougal Wilson, e nella loro pagina myspace sentire il pezzo.



Per la versione Karaoke, ecco il testo:


It's a blue, bright blue Saturday, hey hey And the pain's starting to slip away, hey hey I'm in a backless dress on a pastel ward that's shining Think I wan't you still But there may be pills at work Do you really wanna know how I was dancing on the floor? I was trying to phone you as I'm crawling out the door I'm amazed at you, the things you say and that you don't do Why don't you ring? I was feeling lonely, feeling blue Feeling like I needed you Like I'm walking up surrounded by me A&E It's a blue, bright blue Saturday, hey hey And the pain's starting to slip away, hey hey I'm in a backless dress on a pastel ward that's shining They gotta watch you still But there may be pills at work How did I get to accident and emergency? All I wanted was you to take me out high And I was feeling lonely, feeling blue Feeling like I needed you Like I hoped you'd call and hoped you'd see me A&E



Voto: 4 stelline (su cinque)

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martedì, gennaio 15

Il Papa Eminens Ratzy invitato alla Sapienza di Roma per un saluto.
Io lo trovo fuori luogo e poco coerente.

- Vorrei ricordare che il Papa ha ammonito a non perdere "il riferimento a Dio", perché se questo si verifica "le grandi e meravigliose conoscenze della scienza diventano ambigue e diventare una terribile minaccia, la distruzione dell'uomo e del mondo". Quando mi pare che la scienza debba universalmente essere libera da vincoli religiosi. Uno scienziato musulmano, induista, buddista o ateo rappresentano forse una minaccia? E quale Dio consacra come buoni studi e ricerche? Come dice Luttazzi da oggi smettiamo di somministrare antibiotici al Papa. Io penso proprio il contrario: la scienza non ha bisogno di Dio, altrimenti Dio spiega tutto, se Dio spiega tutto, non c'è bisogno più di scienza. Quindi la scienza ha il compito di cercare di capire, di risolvere con la ragione, con l'osservazione, con l'esperimento. La scienza crede solo a ciò che è dimostrato, la fede a ciò che non si può dimostrare.

- Vorrei ricordare che il Papa non crede che noi si discenda dalle scimmie ma grazie ad una volontà superiore che ci ha creato mescolando fango e costole. Mi pare che la scienza creda ancora alle teorie darwiniste dell’evoluzionismo. Il creazionismo, è una questione di fede mentre il darwinismo è una scienza. P oi si cerca la scappatoia di combinare darwinismo e creazionismo ficcandoci dentro il “disegno intelligente”: un modo per spiegare, giustificare, il darwinismo con un grande regista che sarebbe Dio e che fa tutto lui. Sono scappatoie. Mi pare un ritorno al Medioevo. Già qui mi pare che siano i fatti a dire che il Papa alla Sapienza c’ha poco da dire.

- Vorrei ricordare che il Papa sostiene che l”amore gay è debole e deviante”, mentre alla facoltà di psicologia de la Sapienza lo si spiega come un diverso orientamento sessuale, né inferiore né superiore all’eterosessualità.

Questi sono solo degli esempi. La separazione tra scienza e religione come discorsi indipendenti segna la nascita stessa della modernità.E io mi ci sono affezionato alla modernità.
Chiudo con una celebre battuta di Woody Allen diceva “Non c’è niente di male nella scienza: tra il Papa e l’aria condizionata, scelgo l’aria condizionata”!

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lunedì, gennaio 14

Ieri sera ho visto il delizioso film “Lars e una ragazza tutta sua”. Lars è un ragazzo border-line, che in seguito ad un trauma infantile (la mamma è morta durante il parto) e al conseguente senso di colpa sviluppa una serie di fobie sociali che lo portano ad un quasi totale isolamento.

Pur lavorando e vivendo da solo (in un garage, quasi a voler ribadire la sua diversità o inferiorità), Lars ha pochissimi contatti con le persone che spesso si riducono a stringatissime frasi di cortesia. La cognata, che stà aspettando un bambino, tenta in ogni modo di strappare il ragazzo dal suo volontario isolamento ma senza grandi risultati. Una specie di Linus in carne ed ossa, con tanto di copertina.

Tutto cambia quando Lars ordina una bambola erotica, a grandezza naturale e la presenta al fratello e alla cognata come fosse una persona reale. Dopo un primo momento di sconforto i parenti di Lars, chiedono aiuto ad una psicologa che li aiuterà a capire. La bambola (o il suo spirito) serve a Lars nello sviluppo delle sue capacità e della sua personalità, rappresentando il modo più divertente, naturale e spontaneo di imparare. Lars utilizza questa finzione sia per conoscere se stesso sia per avventurarsi alla scoperta del mondo che lo circonda e che lo ha sempre spaventato. Il gioco gli permette, infatti, di mettersi continuamente alla prova, sperimentando le sue capacità di padroneggiare una determinata situazione ed offrendogli l’occasione di comprendere le relazioni che legano avvenimenti, oggetti e proprietà. Inoltre rappresenta una valvola di sfogo per le ansie e le paure, offrendogli la possibilità di vivere nel “gioco”, appunto, quelle situazioni negative della sua vita, le sue paure e frustrazioni. Ma il gioco è anche il regno della fantasia: è un mondo che si colloca a metà strada tra l’esperienza di sé come centro di un mondo totalmente soggettivo e il senso di sé come persona tra le altre persone. Permette inoltre a Lars di esplorare le proprie capacità di maturazione, di comunicare con gli altri, di coinvolgerli e di condividere con loro la sua esperienza.

Ed infatti la dottoressa consiglia di assecondare la presenza di Bianca, la bambola. Ed è qui la parte divertente del film. Tutti nel piccolo paese devono mettere da parte i pregiudizi e far posto a questa nuova presenza che, al contrario delle paure iniziali, diventerà popolarissima: troverà lavoro, farà volontariato, sarà invitata a feste.
Effettivamente, come diagnosticato dalla dottoressa, Lars usava la bambola per far emergere dal suo inconscio desideri, intenzioni, capricci, bugie, paure, sensi di colpa e responsabilità. Se vista secondo quest’ottica di proiezione su un agente esterno di vissuti interiori, questa creazione fantasiosa può, una volta esaurito il suo compito, essere “eliminata”.

Come sapete io stò cercando, anche con l’aiuto di dottori, farmaci e tilia tomentosa, di superare una mia fobia. E questo film ribadisce quello che tutti gli specialisti mi dicono: non si deve voler eliminare la fobia, ma viverla e portarla dentro alle nostre relazioni come una parte di se, che ci differenzia ma di cui non ci dobbiamo vergognare. La fobia non dovrebbe toglierci dignità o diritto di cittadinanza in questo mondo.
I dottori mi continuano a ripetere che è inutile tenersi tutto dentro, è una delle carte più dannose che potremmo giocare. Dà linfa ad un mostro che si nutre di paure e dubbi ingigantendo ogni negatività e relegandoci in un angolo sempre più piccolo della nostra vita.

Voto: 4 ½ stelline (su cinque)

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mercoledì, gennaio 9

Come vi ho detto non mi va di parlare della mia vita privata. Quindi parliamo di attualità.
Parliamo di come, a partire dalla proposta di Ferrara sulla moratoria sull’aborto, i cattolici stiano cercando di mettere mano alla legge 194. Lo farò riportandovi alcuni stralci del discorso che avrebbe fatto DANIELE LUTTAZZI nella puntata di DECAMERON dedicata alla religione, se non fosse stato censurato.

1)
La Chiesa si batte contro l’aborto perché vuole difendere la vita umana.
Luttazzi dice: “La Chiesa nega il battesimo ai feti abortiti in modo spontaneo. Nella prassi, cioè, nenache la Chiesa non considera il feto una persona finchè non nasce vivo. ....Qualche anno fa, una commissione teologica internazionale guidata da Ratzinger si riunì per rispondere alla domanda: "Dove vanno le anime dei bambini morti senza battesimo?” Questi temi mi affascinano. In auto ascolto sempre Radio Maria. Anche perché è inevitabile: accendi la radio, c’è Radio Maria. ..."Dove vanno le anime dei bambini morti senza battesimo?" Io avrei voluto essere in quella commissione di Ratzinger. Come fai a dare a una risposta? È come chiedere "Dove vanno le anime dei Klingon dopo morti?" Da nessuna parte, dato che i Klingon sono un FRUTTO DELLA FANTASIA UMANA.”

2)
La Chiesa però oltre all’aborto, non tollera nemmeno la possibilità di anticoncezionali preventivi, come il preservativo.
Luttazzi dice: “Milioni di persone muoiono in Africa di AIDS anche perché la Chiesa condanna l’uso del preservativo. Il preservativo, a quanto pare, è contro gli insegnamenti di Cristo. Anche se Cristo non ne ha mai parlato... Qualche mese fa il papa ha chiesto a una commissione vaticana un dossier sull’uso del preservativo come protezione dalle malattie. Oh, proprio adesso che mi ero abituato alla castità.”

3)
La Chiesa dovrebbe parlare solo ai suoi fedeli, e non impicciarsi delle legge dello Stato laico (?) italiano che sono emanate anche per chi (come me) cattolico non è! Insomma dovrebbe dire “ai suoi”: non abortire! Non cercare di farlo diventare un reato per me! Dovrebbe dire ai suoi: non sposare uno del tuo stesso sesso. Non fare in modo che io non lo possa fare.
Luttazzi dice: “La separazione tra Stato e Chiesa, cioè fra reato e peccato, la indicò Gesù, quando disse: “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”. Ne deduco che, se il papa è cattolico, Cristo non lo era.”

4)
Per me la Chiesa ha perso il contatto vero con la realtà sociale.
Luttazzi dice. “Quello della Chiesa è pensiero magico. Nell’udienza di mercoledì, il papa ha esortato gli esorcisti a continuare il buon lavoro. Parole di incoraggiamento anche ai cacciatori di vampiri.
… D’altra parte è noto che la Chiesa è lenta ad abbracciare la modernità. Fino a poco tempo fa, la loro idea di portatile era un chierichetto.”

5)
La Chiesa, come sempre, cerca di far leva sul senso di colpa.
Luttazzi dice: “Avete letto l’ultima enciclica di Papa Ratzi? E chi non l’ha letta? È così amena! È più divertente di un barile pieno di anguille. Si intitola «Spe salvi», salvi nella speranza. Un testo sulla superiorità della fede cristiana, che esalta la sofferenza, perché avvicina alle sofferenze di Cristo. Cristo è morto in croce per i nostri peccati! Uuh, ma così ci fa sentire troppo in colpa! Non poteva solo lussarsi un’anca, per i nostri peccati?”

6)
Ovviamente non poteva mancare il riferimento alla famiglia, e al “pericolo” delle unioni omosessuali.
Luttazzi dice: “In realtà, lo sappiamo, il motivo vero è che la Chiesa teme le unioni omosessuali. Ma se è un tema così importante, com’è che Gesù non dice una parola in proposito? Gesù non dice una parola su questo, ma tante sulla tolleranza, l’accettazione, il non giudicare, il frequentare i reietti e gli ultimi. La Bibbia dice: “Non guardare la pagliuzza nell’occhio del tuo vicino, ma la trave nel tuo occhio”. Al che i gruppi gay hanno replicato: se la trave te la metti nell’occhio, lo stai facendo in modo sbagliato”.

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lunedì, gennaio 7

Sono rientrato dalle vacanze di fine anno.
Ma con un brutta sorpresa: sono in crisi con il mio fidanzato.
Non ho voglia di scriverne, né di parlarne.
Non mi chiamate al telefono, per favore. E’ così penoso dire: “Non ho voglia di parlare, scusa!”

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