Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.

venerdì, dicembre 21


martedì, dicembre 18


Stamattina sfogliando “la Repubblica”, da pubblicitario quale sono c’è stato un particolare che mi ha colpito. Moltissime pagine pubblicitarie oggi avevano la pagina completamente nera. Sfondi pieni, niente sfumature, solo nero pesto.
La cosa mi sorprende ancora di più visto che siamo nella settimana precedente al Natale e di solito rappresenta l’apoteosi di colori tenui, ghirigori e figurine stucchevoli come angioletti, babbo natalini, fiocchetti di neve. Cercate di capirmi: non rimpiango quel genere di iconografia natalizia stereotipata e senza nessun appeal creativo.
Però anche tutto questo nero un po’ mi inquieta.
Da account so che la scelta di uno sfondo nero sarà stata venduta al Cliente di turno come “ricerca di raffinatezza ed esclusività, con predisposizione ad emergere e prendere le distanze da ciò che è ordinario o di routine” o qualche altra panzana preconfezionata di questo genere.
Però se guardiamo questo stile imperante nella pubblicità di questi giorni nell’ottica più popolare allora l’archetipo del nero è il simbolo dell’oscurità, di forze incontrollabili e spesso malvagie. E' il colore delle streghe, dei draghi e degli animali considerati al servizio del diavolo (come, per esempio, gatti neri, pipistrelli e corvi).
Poi penso alle sventurate morti dei lavoratori a Torino e allora penso che questo Natale dovrebbe effettivamente essere tutto vestito di nero, a lutto stretto, con un colore legato alla morte e alle sue rappresentazioni simboliche.
Poi ripenso al grande concerto che c’è stato a LUGLIO: il "live earth" in cui tutte le rock star del mondo ci hanno sollecitato affinché risparmiassimo energia elettrica. Ebbene alla luce di quel evento tutte le tristissime luminarie che vedo nelle città mi sembrano un po’ offensive nei confronti dei consumatori. A luglio li hanno spinti verso l’ecologico (magari anche per dare slancio ad un mercato discografico che in estate va un po’ in stallo…) e a Dicembre se ne dimenticato completamente pur di spingere il sell-out dei negozi.
Certo magari se pensiamo in termini bancari un Natale in nero può anche avere un suo senso positivo: infatti dire che un conto bancario è "in nero" significa che il conto in questione non ha debiti. Ma poi uno fa i conti delle proprie tasche e di quelle nazionali e si capisce che era una vana speranza.
Questo si presenta proprio come un Natale nero: nero per gli scioperi che hanno fatto alzare l’inflazione, nero per la sicurezza e per i tristi fatti di cronaca, nero per i diritti civili ancora bloccati ieri in consiglio comunale a Roma, nero per la politica che non da sicurezza e che si allontana sempre di più dalla gente.

Speriamo almeno che sia un Natale in nero, e cioè senza registrazione o contratto e che almeno NON ci pagheremo le tasse. Auguri gente!

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martedì, dicembre 11

Via il dente, via il dolore. Ecco la mia classifica dei dischi che ho ascoltato di più nel 2007. (PS: per me il disco dei radiohead esce il 31/12!)

1) Rufus Wainwright “Release the stars”
2) Michael Cashmore “The snow abides”
3) Jay Jay Jhoanson “The long term physical effect are not yet”
4) Zoe Johnston “Happenstance”
5) Amiina “Kurr”
6) P.J. Harvey “White Chalk”
7) Arcade Fire “Neon Bible”
8) Keren Ann “Keren Ann”
9) CocoRosie “The adventure of…”
10) Amor Fou “La stagione del cannibale”
11) Sigur Ros “Hvarf/heim”
12) Fiest “The reminder”
13) Bjork “Volta”
14) Giardini di Mirò “Dividing opionion”
15) Air “Pocket Symphony”
16) Joni Mitchell “Shine”
17) Lucky Soul “The great escape”
18) The Bird & the Bee “The bird & the bee”
19) Bat For Lashes “Fur and gold”
20) Tracey Thorn “Out of the woods”
21) Zeep “Nina Miranda and Chris…”
22) Tori Amos “American doll posse”
23) Psapp “Tiger my friend”
24) Jens Lekman “Night falls over kortedala”
25) Blonde Redhead “23”
26) LCD SoundSystem “Sound of silver”
27) At Swim Two Birds “Returning to the scene of the crime”
28) Bright Eyes “Cassadaga”
29) Little Annie “Songs from the coal …”
30) St. Vincent “Marry me”
31) Marissa Nadler "Songs III: bird on the water"
32) Roisin Murphy “Overpowered”
33) Au Revoir Simone”The bird of music”
34) The Magic Number “Those the brokes”
35) Diana Winter “Escapizm”

CANZONI

1) Dull flame of desire – Bjork & Antony
2) Liberty – Keren Ann
3) I’m going to a town – Rufus Wainwright
4) My moon, my man – Fiest
5) Due cuori, una dark room – Amor Fou
6) Strong & wrong – Joni Mitchell
7) Rugla – Amiina
8) The snow abides – Michael Cashmore & Antony
9) Overpowered – Roisin Murphy
10) The mountain – Pj Harvey

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lunedì, dicembre 3

Essendo entrati in Dicembre, è ormai ora delle solite classifiche di fine anno. Cominciamo con la canzone che, a mio avviso, ha trattato nel modo più poetico il tema dell’omosessualità. Vi riporto il testo e la mia personale interpretazione. A seguire troverete anche una piccola intervista che gli Amor Fou mi hanno concesso dopo la pubblicazione del loro album “la stagione del cannibale”, che come ho già scritto rimane il miglior disco in lingua italiana di questo 2007!



“Due cuori, una dark room” – Amor Fou

Non c'è nulla di drammatico

se due uomini si baciano
nella folgore di un sogno che
non sa finire più
non esiste altra realtà
più necessariadel grande buio che
ci fa sognare senza dormire
per ore

In questa prima strofa ci vengono presentati questi due uomini che al buio di una dark room si baciano. Pregevole l’uso dei vocaboli che creano forti contasti. L’uso della parola “folgore” è già di per se atipico parlando di omosessualità, essendo prevalentemente usata per descrivere una divisione operativa del corpo militare degli alpini. Ancora più stridente ne diventa il significato associato alla parola “sogno”. Quindi questi due protagonisti non accettano a pieno la loro omosessualità e la vivono come un sogno, come qualcosa di diverso dalla realtà. E il sogno, che di solito è qualcosa di piacevole, diventa anche duro, quasi una guerra: una folgore.


e se la vita è solo calore e colpi di testa
e non ci fa sentire più di una tremenda distanza
fra testa e cuore
fra dire e fare
questo è l'ultimo atto e poi sognami
come se fosse la prima volta
questo è l'ultimo atto e poi fermati

Quindi la loro vita si completa solo nell’atto omosessuale, all’interno della dark room. I “colpi di testa” li ho interpretati sia come una pazzia, una deroga alla “normalità”. Ma anche più didascalicamente come i movimenti di un rapporto orale.(anche se come con la parola “folgore”, anche in questo caso c’è l’utilizzo di un’espressione tipicamente maschile legata al mondo del calcio) Però è proprio durante l’atto che i due protagonisti diventano se stessi, completi e in sintonia con i lori pensieri e il loro corpo. Alla faccia di quanto predica che la Chiesa che dice che l’omosessualità non è peccato se non viene praticata.
Però non avendo ancora accettato di vivere la loro omosessualità, dopo il l’erotismo le loro strade all’eterno dell dark room si divideranno, torneranno ad essere degli estranei, solo un idea, un sogno.

INTERVISTA “AMOR FOU”


1) Come immaginate i vostri ascoltatori? Come vi piace immaginare che fruiscano della vostra musica?

E' difficile immaginare gli ascoltatori oggi, la musica è talmente accessibile che non ha neppure piu' senso tracciare un identikit. Sicuramente ci auguriamo che chi si avvicinerà ad Amor Fou abbia la pazienza e la voglia di scoprirne tutte le dimensioni, musicali e non, e non cerchi solo canzonette sentimentali da infilare nell'iPOD, anche se il sentimentalismo è qualcosa che ci portiamo appresso dalla nascita...Ci piace immaginare che si innamorino del nostro modo di rappresentare temi universali, come l'amore, la gelosia, il rimorso.





2) Chi realizza un concept album, ha la percezione di stare realizzando un concept album? O alla fine, mettendo insieme i pezzi si cerca di “vestirli in un certo modo”?
A volte si associa all'idea di concept album tutto l'ambaradan che ha reso amata e odiata la musica prog. Sicuramente questo disco è nato attorno a un'immagine 'forte' e a un preciso momento storico ma a ben guardare tutti i dischi su cui ci siamo soffermati di più sono concept. Penso ai Blur che, giovanissimi, già usavano le pop song per riflettere sulla società inglese (e ancora Albarn lo fa alla grande su The Good The Bad and The Queen), prima ancora penso ai Beatles, al Battisti di Anima Latina o Il nostro caro angelo. Sono tutti lavori percorsi da un'idea, da una trama, che raccontano una storia ingarbugliandone tante.





3) Per Alessandro Raina: È vero che l’italiano è una lingua più difficile da piegare alla struttura di una canzone rispetto all’inglese?
No, anzi, direi il contrario. L'italiano, se lo usi bene, è una lingua che per tradizione letteraria si presta all'accompagnamento musicale...tutta la lirica che studiamo a scuola ce lo insegna. Ma se in inglese puoi permetterti di scrivere tutto o quasi, abusano di metafore e licenze poetiche, in italiano hai la grande responsabilità di abbinare sintassi e poesia, contenuti e musicalità. Per questo scrivere nella propria lingua è sempre molto più coinvolgente, a patto che lo si faccia al momento opportuno.





4) Le canzoni del vostro disco raccontano circa 40 anni della vita italiana. La canzone “due cuori, una dark room” in che anni la collochereste e perché?
Come tutte le altre canzoni è ispirata a un momento particolarissimo della vita del protagonista maschile, Paolo M. e per questo si colloca all'inizio degli anni '80, quando costui rivive in un principio di amore omosessuale le dinamiche della morbosità che un tempo distrussero il suo legame con l'amata, Adele. Per scrivere la canzone mi sono ispirato moltissimo al linguaggio crudo ma poeticissimo di Fassbinder, in film come 'Un anno con tredici lune' o 'Querelle de Brest'.

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