Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.

martedì, dicembre 18


Stamattina sfogliando “la Repubblica”, da pubblicitario quale sono c’è stato un particolare che mi ha colpito. Moltissime pagine pubblicitarie oggi avevano la pagina completamente nera. Sfondi pieni, niente sfumature, solo nero pesto.
La cosa mi sorprende ancora di più visto che siamo nella settimana precedente al Natale e di solito rappresenta l’apoteosi di colori tenui, ghirigori e figurine stucchevoli come angioletti, babbo natalini, fiocchetti di neve. Cercate di capirmi: non rimpiango quel genere di iconografia natalizia stereotipata e senza nessun appeal creativo.
Però anche tutto questo nero un po’ mi inquieta.
Da account so che la scelta di uno sfondo nero sarà stata venduta al Cliente di turno come “ricerca di raffinatezza ed esclusività, con predisposizione ad emergere e prendere le distanze da ciò che è ordinario o di routine” o qualche altra panzana preconfezionata di questo genere.
Però se guardiamo questo stile imperante nella pubblicità di questi giorni nell’ottica più popolare allora l’archetipo del nero è il simbolo dell’oscurità, di forze incontrollabili e spesso malvagie. E' il colore delle streghe, dei draghi e degli animali considerati al servizio del diavolo (come, per esempio, gatti neri, pipistrelli e corvi).
Poi penso alle sventurate morti dei lavoratori a Torino e allora penso che questo Natale dovrebbe effettivamente essere tutto vestito di nero, a lutto stretto, con un colore legato alla morte e alle sue rappresentazioni simboliche.
Poi ripenso al grande concerto che c’è stato a LUGLIO: il "live earth" in cui tutte le rock star del mondo ci hanno sollecitato affinché risparmiassimo energia elettrica. Ebbene alla luce di quel evento tutte le tristissime luminarie che vedo nelle città mi sembrano un po’ offensive nei confronti dei consumatori. A luglio li hanno spinti verso l’ecologico (magari anche per dare slancio ad un mercato discografico che in estate va un po’ in stallo…) e a Dicembre se ne dimenticato completamente pur di spingere il sell-out dei negozi.
Certo magari se pensiamo in termini bancari un Natale in nero può anche avere un suo senso positivo: infatti dire che un conto bancario è "in nero" significa che il conto in questione non ha debiti. Ma poi uno fa i conti delle proprie tasche e di quelle nazionali e si capisce che era una vana speranza.
Questo si presenta proprio come un Natale nero: nero per gli scioperi che hanno fatto alzare l’inflazione, nero per la sicurezza e per i tristi fatti di cronaca, nero per i diritti civili ancora bloccati ieri in consiglio comunale a Roma, nero per la politica che non da sicurezza e che si allontana sempre di più dalla gente.

Speriamo almeno che sia un Natale in nero, e cioè senza registrazione o contratto e che almeno NON ci pagheremo le tasse. Auguri gente!

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2 Comments:

Blogger Casa_Libera said...

sul mio blog ho paziato in relazione a questo tuo pst. Ho omesso però di dire che, al di la dello scherzo, ci sono cose vere in quello che scrivi, che mi sembra il caso di evidenziare qui. Bravo il nostro Matt che non ci lascia mai senza il pensierino della buona notte (o delle buone vacanza come in questo caso)!

2:58 PM

 
Anonymous Anonimo said...

matt te l'avevo detto che quelle pillole non erano saila menta!!!!!

alterego vincenzo

12:24 AM

 

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