Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.

venerdì, agosto 1

E così si parte per le vacanze. Con la speranza di un incidente aereo, possibilmente il mio. Se dovesse veramente succedere vi prego non piangere al mio funerale. E vorrò pure un funerale cristiano perché a quel punto capirò che mi sono sbagliato: DIO ESISTE.

Probabilmente nel momento dell’impatto starò rileggendo l’ultimo sms di Marco, il mio mantra per l’estate: “Ci ho pensato un po’ e credo che per un pò è meglio non sentirci. Inoltre la telefonata di controllo di ieri mi ha veramente infastidito. Sentiamoci dopo le vacanze che forse saremo entrambi più rilassati. Ti prego di non chiedere ulteriori spiegazioni”. Paro paro. Non un “ciao”. Non una parola per alleggerire il peso tipo “ti auguro buone vacanze” oppure “spero tu con il tempo stia un po’ meglio”.
Anzi c’è qualche parolina che suona pure minacciosa come quel “forse” prima del “saremo entrambi più rilassati”. Cosa vuol dire? Che “forse” magari non lo sarà e non sentirà mai più la voglia di chiamarmi?
L’sms comincia con “Ci ho pensato un pò”, ma solo il giorno prima mi aveva scritto “sentiamoci domani”. Cosa vuol dire allora “un pò”? Una notte per decidere di escludere una persona dalla tua vita? Oppure ci stava pensando da più tempo ed ecco perchè non mi rispondeva alle telefonate?
“Non sentiamoci per un po’” mi chiede, e poi mi dice sentiamoci dopo l’estate. L’estate finisce il 21 settembre… giusto? Quello che per lui è “un po’” per me è tantissimo. Forse veramente non parliamo la stessa lingua.
E vi spiego anche la frase “Inoltre la telefonata di controllo di ieri mi ha veramente infastidito.”. Domenica gli avevo mandato un messaggio che diceva “visto che le mie telefonate sembra (?) ti infastidiscano, che ne dici se ti raggiungo un pomeriggio a Roma durante l’estate per una passeggiata?” . Non avendo ricevuto alcuna risposta al messaggio il giorno dopo l’ho chiamato 3 o 4 volte, ancora senza ricevere risposta. La mia collega ha scommesso 50 Euro che se un secondo dopo la mia telefonata lo avesse chiamato lei, lui avrebbe risposto. Bene, ho perso 50 Euro. Allora gli ho scritto: “devo sbagliare numero pure io e chiedere di Filippo per sentire al tua voce?”Non capisco questo muro: nessuna risposta alle telefonate e agli sms. Ma sei arrabbiato? Ti ho fatto o detto qualcosa che ti ha offeso?”

Io non gli ho più chiesto di rimetterci insieme. Lo so che lui non lo vuole. Ma speravo di poterlo avere nella mia vita visto che è la persona che ho amato di più, ma anche rispettato di più, con la quale mi sono divertito di più, con la quale mi sono aperto di più etc etc
Nell’ultimo periodo in più occasioni avevo cercato di fargli capire che da parte mia non avrebbe mai più avuto pressioni per tornare insieme ma gli chiedevo solo di tenere il buono tra di noi. La famosa sera che ho buttato il suo spazzolino gli ho pure scritto che adesso che ero riuscito a compiere quel gesto significativo benedicevo il suo futuro lontano da me. Ovviamente non aveva risposto.
Insomma non è che ha deciso di non sentirmi perché io gli chiedo l’amore e lui non essendo più innamorato non poteva giustamente darmi. Io gli chiedevo amicizia. Gli avevo fatto capire che non avrei scambiato il suo “farsi vivo” per interessamento di altro tipo. Lo so che non c’è nessun fuoco che cova sotto la cenere.

Cosa posso fare adesso se non rispettare il suo dogma? Invidio la sua ferma decisione, il suo non avere sbavature o ripensamenti, il suo distacco, la sua supremazia.
Invidio le sue certezze. Invidio il fatto che lui sia riuscito a dare un altro valore alla nostra storia.
Ma non capisco perché non ci dobbiamo sentirci. Ma non è mio diritto chiedere spiegazioni mi scrive.
Effettivamente non c’è bisogno di sottotitoli. Non si vuole sentire una persona (fino ad arrivare a chiederlo esplicitamente) perché ti irrita, ti annoia, ti infastidisce, ti indispone, ti disturba. Non venitemi a raccontare la panzana che non vuoi sentire una persona perché a lei ci tieni. E già che ci siamo vi chiedo anche di smetterla con le vostre frasi tipo: reagisci, non siamo bambini, la vita continua, non lasciarti andare, bisogna voltare pagina” credendo siano un balsamo per le ferite. Anzi visto che non ci riesco non fanno altro che aumentare la mia angoscia e farmi sentire in dietro rispetto al punto dove “dovrei” essere.
E invece io sono a punto a capo. A vivere con la responsabilità (tutta mia) di aver giustiziato una storia appellandomi a problemi che in realtà dipendevano da me. Ma quando li ho affrontati, gli ho dato un nome e ho trovato al volontà di affrontarli per Marco era troppo tardi.
Però pensavo ci fosse un ABC della nostra conoscenza (fatto di affinità, rispetto, etc) su cui poter fare affidamento e che ci avrebbe unito veramente “finchè morte non vi separi”, indipendentemente che si rimanesse o meno una coppia di fidanzati. Avevo sperato di aver lascito un segno indelebile. Pensavo di avere un valore per lui. E invece no. Un sms secco che per allontanarmi in modo deciso come si fa con chi ti vuole lavare i vetri al semaforo o con i testimoni di geova quando ti suonano al campanello la domenica mattina.

Detto questo buone vacanze a tutti, ma proprio a tutti! Ci sentiamo dopo il 15 agosto!

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