Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.

giovedì, marzo 30

A volte basta un giretto in bici in pausa pranzo, durante la prima giornata di vera primavera dell’anno.
Correre e non avere né caldo e né freddo. E la mente va a ruota libera.
Ti pervade una sensazione del tipo....voltarsi indietro, guardare quanta strada si è fatta, ripensando a ciò che si è appreso, alle delusioni, alle gioie e soprattutto al tempo che non torna indietro. Dopo la morte di papà mi viene impossibile non pensare che ogni istante è definitivo e non tornerà mai uguale a come è adesso.
A volte basta un giro in bicicletta per farti quasi improvvisamente capire il senso di tutto quello che è successo prima, soprattutto di quello che magari quando è successo tanto senso proprio non lo aveva.
E pensi che 'tutta la strada che fin'ora ho fatto mi ha portato proprio qui, e non poteva farmi arrivare da nessun'altra parte'...le tessere del puzzle che è il nostro passato magicamente si ricompongono (forse solo allora se ne comprende appieno il valore), ci si sente un po' più forti e 'se stessi'. E ti pervade la voglia di ripartire da qui, adesso.

mercoledì, marzo 29

L’altra sera ad un cine-forum ho visto “PECKER” di John Waters, con Lily Taylor e Christina Ricci.
La trama in breve: Pecker è uno diciottene non particolarmente furbo che lavora in una paninoteca di Baltimora e che si diletta a fare foto alla sua amabile, ma singolare famiglia e agli amici. Un giorno le sue foto vengono ""scoperte"" da un'astuta mercante d'arte di New York, Rorey Wheeler. Gli sforzi della donna di fare di Pecker un evento artistico eccezionale minacciano di rovinare il suo stile di vita. Giorno dopo giorno l'adolescente comincia ad avvertire il peso della celebrità.

John Waters è un genio indiscusso. E’ quello che negli anni 70 faceva i film con l’icona Divine, inventando il fenomeno del trash che ancora oggi ci regala occasioni di divertimento e sfogo di primitiva libertà.
Certo la sua ultima produzione è meno estrema nella sua estetica e i suoi film adesso hanno una struttura classica. Però la critica sociale è devastante nella sua immediatezza. Water ci mostra un'epoca malsana (la nostra), capace di vette cristalline e torbide contorsioni, in un inside-outside mozzafiato di chi interpreta la purezza e il suo contrario, con una teatralità in ansia e tutto il carico del transgenderismo militante a confondere e stemperare inutili certezze.

Nei suoi film tutto viene ribaltato: il concetto di famiglia, i valori, i ruoli sociali, il sesso. E’ un cinema senza archetipi. Tutto deve perdere il proprio passato e il proprio valore e re-inventarsi in qualcosa di nuovo.
In questo film le chicche sono:
- la nonnina che fa la ventriloqua con la bambola della Santa Vergine,
- la bambina “drogata” di glucosio.
Perfido Waters, ogni suo film è un attacco al buonismo, e al buon gusto a tutti i costi, un attacco alla superficialità e al cimena hollywoodiano stile Spielberg e Lucas. Anche “Pecker” è così, è un film irresistibile, sarcastico e geniale che è impossibile da non amare.

Voto: 4 stelline (su cinque)

lunedì, marzo 27

Giovedì scorso il mio papà è morto!

"Ti passerà..." mi viene ripetuto in questo periodo. Ma è un clichè.
Perdere il papà significa che la vita ti cambia per sempre. Il dolore finisce, ci saranno altre persone, ma il vuoto non sarà mai colmato. Come potrebbe?
L'unicità di qualcuno che è stato così importante tanto da rimpiangerlo, non viene annullata dalla morte. Il buco che ho nel cuore ha la sua forma, e nessun altro può colmarlo del tutto. Perchè dovrei desiderare che lo facciano?
Ho pensato molto alla morte in questo periodo, al fatto che è definitiva, ma il ragionamento rimane sempre a mezz'aria. Uno dei due non ha ancora concluso perchè l'altro se ne va? E perchè lo fa senza preavviso? Anche la morte dopo lunga malattia è senza preavviso, cosa credete?

Il momento per il quale ci si è preparati con tanta cura ci assale all'improvviso. Le truppe hanno fatto irruzione dalla finestra e hanno rapito il corpo e il corpo non c'è più. Il giorno precedente, mercoledì scorso, un anno fa di questi tempi, il mio papà c'era e adesso non c'è più! Perchè no? Adesso che è il momento per diventare adulto, la morte ci riporta alla logica confusa di un bambino:
- Perchè ieri e non oggi?
- E dove sei tu?
- I morti ritrovano la pace, al di là del fragore del mondo?
- E che pace sarà per noi?

Niente che io possa fare cambierà le cose. Ha avuto lui l'ultima parola.
Le contrazioni allo stomaco che ho provato al funerale sono passate, e così il dolore sordo.Il ricordo adesso mi fa girare un pò la testa, un senso di vertigine come per una sbronza di spritz.
Tutte le cose che abbiamo fatto! Se qualcuno mi avesse detto che questo era il prezzo da pagare avrei accettato. E insieme al dolore e alla confusione arriva il riconoscimento. Ne valeva la pena. L'amore ne vale la pena.

venerdì, marzo 17

Ho cambiato per l’ennesima volta palestra. Facendo un rapido calcolo questa è la ventesima palestra che frequento nella mia vita.

Ieri sera mi guardavo intorno per familiarizzare con l’ambiente e ho notato il classico orologio rotondo alla parete. Ci ho pensato un attimo e facendo mente locale, sono arrivato alla conclusione che in tutte le palestre che ho visto c’era sempre un orologio rotondo da parete. Mai quadrato. Mai triangolare. Mai di forme strane (es. a nuvola, o a coniglio).

Allora ho capito che nelle palestre c’è la dittatura della forma; si rincorre il modello perfetto della forma. Gli orologi sono rotondi, gli uomini sono muscolosi e definiti, le donne toniche e magre.
Una sola ed unica “forma” è concepita e tollerata per ogni genere animale, vivente o inanimato.
Tutto è studiato per spingerci a scaldare e umidificare l’aria, girando vorticosamente i pedali della cyclette, come farebbero tanti criceti nelle loro ruote, imprigionati lì dalle nostre paure di non soddisfare gli “standard”.
Le palestre sono prevedibili e tutte uguali come degli oratori, non ti aspetti niente di più e niente di meno. Tutto è al proprio posto, proprio come in una chiesa di aspetti di trovare il crocefisso.
E quindi il lavoro della palestra è modellare le forme per renderci delle semplici carte del mazzo, infinite, tutte uguali. Proprio come quei orologi rotondi da parete.

Detta così sembra che io sia critico e invece il vampiro mi ha già morso sul collo. E anche stasera, come tutte le sere, l’unico modo di concludere “degnamente” la giornata sarà passare 2 ore in palestra.

mercoledì, marzo 15


Questo blog era nato con l’intenzione di parlare di musica. Mi accorgo che ne parlo sempre troppo poco. Anche nel post di ieri, alla fine mancavano proprio i commenti sulla musica.

Quindi bisogna recuperare e partire dall’ABC. Quindi voglio parlare di una delle mie canzoni preferite: “Precious things” di Tori Amos. Qui potete scaricarla in MP3 e questa è la traduzione del testo:

Precious things - Cose preziose
Così ho corso più veloce\ Ma mi ha presa qui\ Sì le mie fedeltà si sono curvate\ Come la mia caviglia nella settima gara\ rincorrendo BILLY\ rincorrendo la pioggia\ Queste cose preziose\ Lascia che sanguinino\ Lavale via\ Queste cose preziose\ Lascia che spezzino la loro influenza su di me\ Lui disse "sei davvero una brutta ragazza\ Ma mi piace il modo in cui giochi"\ E sono morta\ Ma l'ho ringraziato\ Riesci a crederci?\Il vomito che tengo sulla sua immagine la decora ogni giorno\ Voglio spaccare le facce di quei bei RAGAZZI\ Quei ragazzi cristiani\ Così riesci a farmi “venire” ma questo non fa di te un Gesù Cristo\ Mi ricordo sì nelmio vestito da festa color pesca\ Nessuno ha osato, nessuno si è preoccupato di dirmi dove le ragazze carine sono semi-dei \ con le loro UNGHIE DI NOVE POLLICI\E mutandine fasciste ripiegate dentro al cuore di ogni ragazza carina...

La canzone è del 1992 ed è tratta dall’album “Little earthquakes”.
Cupa, claustrofobia, una morsa alla gola.
Fotografa la perenne fuga dalla realtà, correre forte… sempre più forte,fino a farti scoppiare i polmoni. Fino a renderti consapevole che tutto quel correre non porterà al raggiungimento di nessuna meta, di nessuna salvezza... perchè ovunque il tuo sguardo si posi alla ricerca di un appiglio, c'e' qualcosa che ti pervade di angoscia e di ansie. Perché è la tua natura, sono le tue debolezze ed il tuo io ad essere così. E quindi non si deve scappare ma si deve prendere coscienza del proprio essere, anche degli aspetti scomodi e dolorosi. Bisogna sapersi riconoscere e accettare.
Nella versione in studio di questa canzone, subito dopo la fine delle strofe si sente il rumore di una frustata seguito da un lacerante lamento di Tori, per sottolineare la schiavitù alla quale spesso siamo costretti dai nostri stessi schemi mentali e da pensieri disfunzionali sulla nostra persona e sul nostro effettivo valore.

Amo questa canzone perché parla di come a volte sia così facile detestarci e avere una bassa autostima. Per confermare questa nostra convinzione corriamo dietro a chi dimostra di non volerci o di non apprezzarci (“sei davvero una brutta ragazza, ma mi piace il modo in cui giochi” io sono morta ma ringraziato). Bisognerebbe (e qui la cosa si fa autobiografica) riuscire a volersi più bene e non sentirsi spaventati se uno dimostra di volerci bene e avere interesse nei nostri confronti.
Io sono ben lontano da questo importante obiettivo.

martedì, marzo 14

Anche tra i blogger ci sono delle vere e proprie mode. Ecco la catena "in" del momento, ed io da uomo tutto d' un pezzo quale sono, rispondo con mano ferma e idee chiare, procediamo...

Sette cose che voglio fare prima di morire

1. Essere sereno.
2. Almeno almeno festeggiare il novantesimo compleanno.
3. Innamorarmi perdutamente di qualc1.
4. Sposarmi (possibilmente questa dovrebbe seguire in ordine di tempo la precedente).
5. Sentirmi a casa, da qualche parte.
6. Fare un bilancio della mia vita (un po’ più serio di questo).
7. Vincere alcune mie debolezze/difetti.

Sette cose che non posso fare

1. Vincere alcune mie debolezze/difetti (vabbè… l’importante è tentarci, no?)
2. Partorire.
3. Farmi piacere la frutta (ci ho provato e mi fa schifo, ok?).
4. Vedere un MIO videoclip su MTV. (ps. Non come regista ma come ballerino/cantante/star per eccellenza)
5. Tornare indietro nel tempo.
6. Cambiare orientamento sessuale (questa precisazione è quasi esclusivamente per mia madre)
7. Continuare così ( me lo ripeto da quando avevo 7 anni….)

Sette cose che mi piacciono del bloggare.

1. Conoscere altri bloggers e relativi blog.
2. Nessuna giornata, se vede la luce di un post, è passata invano e senza fama.
3. Alcune risposte dei miei lettori.
4. La facilità di farlo.
5. Aiuta a ricordare le cose/sensazioni.
6. Chi è lontano fisicamente ha ugualmente un contatto quotidiano.
7. L’impegno.


Sette cose che dico spesso

1. Ecco. (lo uso a fine di un discorso oppure quando la telefonata langue…)
2. Cazzo, hai ragione! (dopo aver scommesso nell’ordine un arto, le palle e 150 Euro)
3. Matteo (rispondo così al telefono fisso in ufficio e visto che ci passo almeno 9 ore al giorno…)
4. Ciao (qui in ufficio mi prendono in giro perché dicono che anche se vedo la stessa persona per i corridoi anche 20 volte al giorno, io saluto sempre…)
5. Fsssss fssss (ho il vizzio di fischiettare “sottovoce”…mi spiego?)
6. Porta pazienza (tendo a cominciare così quando mi rivolgo a qualcuno che stà lavorando per me. Esempio: cameriere, addetto alle poste, etc)
7. Apri la finestra ( io ho SEMPRE caldo!)


Sette libri che mi garbano.

1. Nick Hornby - Alta FedeltàPatrick McGrath – Follia
2. Jeffrey Eugenides – Middlesex
3. Oriana Fallacci – Un uomo (prima del suo rincitrullimento ci sapeva fare)
4. Ronald Barthes – Frammenti di un discorso amoroso
5. Janette Winterson – Scritto sul corpo
6. Ruiz Zafon Carlos – L’ombra del vento
7. Andy Riley - Il libro dei coniglietti suicidi (un vero must!)

Sette film che rivedo volentieri.

1. Le onde del destino.
2. Il thè nel deserto.
3. Me & You and everyone we Know
4. Se mi lasci ti cancello
5. Lezioni di tango
6. Lezioni di piano
7. 8 donne e un mistero

Mettetevi in gioco e fatemi sapere le Vostre!

lunedì, marzo 13

Farò un post per punti come fosse una presentazione in power point.

1. “Meglio fascista che frocio”. Ha fatto scandalo questa dichiarazione della Sora Mussolini. Il termine usato è un po' dialettale. Poteva sceglierne uno migliore, ma in fondo chissenefrega! Dobbiamo festeggiare perché ci ha definitivamente messi in contrapposizione con i fascisti. O da una parte o dall’altra. E io so di essere dalla parte giusta!
Comunque per fare un po’ di Kultura: “Frocio” viene dal romano, ha un'etimologia curiosa. Pare che con il termine "froge" o “frosce" si indicassero fin dal '600 le guardie svizzere del Vaticano, note per due caratteristiche, la seconda delle quali era la passione per l'alcool. Secondo, altri, invece, “frocio” sarebbe una fusione di "frollo" (effeminato) e "floscio".

2. Berlusconi lascia lo studio dove l’Annunziata lo stava intervistando. Che dire? Da uno abituato a trovare mille scuse fantasiose alle cose dette e fatte mi aspettavo che giustificasse la cosa dicendo: “Non me ne sono andato! Cercavo solo di mettermi in direzione della pupilla sinistra della giornalista e per trovare la traiettoria giusto sono dovuto uscire dallo studio”. Il premier è stanco, ha perso la sua inventiva.

3. Ho visto il film “Cacciatori di TESTE” di Costa Gavras. Che dire? Film inquietante sul mondo del lavoro, sulle continue fusioni e re-impostazioni aziendali. Visione critica e pessimistica del sistema lavoro. Ottima regia, buona recitazione sceneggiatura un po’ prevedibile e ripetitiva. Voto: 3 stelline (su cinque)

4. Ho visto il film “Wallace & Gromit-La maledizione del coniglio mannaro”. Non mi è piaciuto. Il perché non lo so…. Dormivo! ;-) Voto: 2 stelline (su cinque).

giovedì, marzo 9

In questi giorni sono stato a ROMA per lavoro, ecco il solito inusuale silenzio stampa di questo blog.

Appena arrivato in stazione, è passato a prendermi un mio amico e abbiamo fatto un giretto per Roma in macchina. Siamo passati davanti a palazzi celebri (ad esempio il Campidoglio che ho in maniera semplicistica definito “il Comune”), monumenti citati in film o spot (come il “Marco Aurelio” della pubblicità della FIESTA o l’altare della Patria dove faceva la guardia BOCCASANA, quello del collutorio oppure al “Gianicolo” dove veniva “sparato” De Sica nello spot TIM).
A parte gli scherzi, è stato estremamente piacevole girare senza una meta precisa.

Più tardi avevo appuntamento con i colleghi per la consueta cena di lavoro. Dopo la cena invece di rientrare in albergo in taxi con gli altri, io e una collega abbiamo preferito rientrare a piedi. Presi dalla conversazione e dal piacere di vedere una città così meravigliosa, abbiamo camminato molto probabilmente allungando il tragitto per prolungare il piacere di quella passeggiata. Entrambi gli episodi mi hanno lasciato una piacevolissima sensazione di piacere e rilassatezza.

Tornando a Bologna in treno ieri sera, mentre ascoltavo le mie solite compilation di MP3, sono stato colpito da una frase della canzone “Conoscere gente sul treno” del gruppo friulano “Amari”. La frase dice molto semplicemente: “"Il Club di chi Ammira il Cielo". Ecco la chiave di volta. Avevo assaporato un piacere che, per il mio modo di essere, tendo a negarmi. Ho capito che io non faccio parte del “club di chi ammira il cielo”: chiunque riesca a trovare il tempo per "passeggiare" senza una meta precisa, e senza sentirsi in colpa per questo. Quel passeggiare fra virgolette sta ad indicare, evidentemente, la metaforicità di tutto il concetto.

Io sono sicuramente vittima di una iper-attività. DEVO sempre avere qualcosa da fare. A casa mia i divani e le sedie potrebbero non esistere: non mi siedo neanche per mangiare o guardare la tv. Mi sento bene SOLO quando faccio 2 cose contemporaneamente. Quindi mentre faccio palestra DEVO anche ascoltare musica, mentre stiro devo ascoltare le cassette del corso di inglese etc. Anche quando vado a dormire mi devo addormentare leggendo il libro e ascoltando la radio… altrimenti mi innervosisco.

venerdì, marzo 3

E’ proprio vero che è il caos a governare il mondo! Non ci credete? Ecco alcuni esempi:

- Mario Venuti è stato eliminato dal festival di SANREMO.
- E’ finito carnevale da 3 giorni e domani sera sono invitato ad una festa in maschera.
- Stasera a Bologna c’è FEED THE BEARS e io (come capita da alcuni mesi) non ho voglia di andarci e non ci andrò.
- Fa caldo che sembra primavera.
- Nessuno mi lascia più commenti ai miei post.
- Mi sento triste ma non posso fare a meno di canticchiare “PENNY LANE” dei Beatles.

Ci risentiamo lunedì.

giovedì, marzo 2


Non pensavo che fare il blogger mettesse in moto tanta competizione ed egocentrismo. Ma è così! Alla fine si cerca di essere quelli più spiritosi, più veri. Oppure di dare per primi una notizia o commentarla con più velocità. Credo che presto avrò bisogno di ferie per allentare la tensione.

Infatti in Maggio andrò (per la mia prima volta) a LONDRA. L’occasione è una mostra personale di una mia amica pittrice bolognese. Tra l’altro era da anni che, io e la mia amica Chiara, ci eravamo ripromessi di andare insieme a Londra.

Visto che per noi è una cosa importante volevo enfatizzare l’attesa preparandole un cd con canzoni che, nel titolo, ricordassero Londra. Mi credete che in internet non ho trovato nessun elenco del genere??? Vuoi vedere che stavolta arrivo per primo?????

Ecco la mia compilation (nella foto la MIA copertina). Di alcuni ci sono anche i link ad alcuni siti dove poter scaricare l’MP3.

God Save The Queen
London Girl – Tori Amos
London Rain – Heather Nova
London Calling – The Clash
London – Komputer
London Undergroung – Astralis
My Love went to London – Tony Benett
The Best thing about London – The Hamtons
Dark Streets of London – The Pogues
Rainy Day in London Town – Boulevard
London in the Rain – Variety Lab
Last Train to London – Electric Light Orchestra
A Foggy Day in London
Penny Lane
– Tori Amos

mercoledì, marzo 1

A volte l’abito fa il monaco!
La scorsa settimana per la prima volta sono entrato in un negozietto che c’è proprio nella mia via. E’ un negozio di dischi (nuovi e usati) e abbigliamento (pezzi unici o vintage). E’ aperto da qualche mese ma non ci ero mai entrato, perché per i dischi ero solito andare dal JOKER DJ che, haimè, ha chiuso il mese scorso.
L’altra sera dopo essere uscito dall’ufficio e prima di andare in palestra, sono passato davanti al negozio e ho visto una t-shirt fantastica (vedi foto). Geniale, diretta, provocatoria… in tempi di mp3 le musicassette sono morte portandosi via un’epoca e la mia giovinezza. La volevo.
Quando entrai nel negozio la ragazza che lo gestisce mi guardò un po’ strano. Ero vestito in giacca e cravatta, in un negozio di musica indie che vende abiti pezzi unici in raso a righe gialle fluò e viola carico! Secondo me si aspettava che le chiedessi qualche informazione o che le volessi vendere il servizio di vigilanza notturna. Mi ha dato la maglietta, un po’ diffidente: forse pensava che fossi uno de “le jene” pronto a fare la mia polemica. Dopo l’acquisto le ho regalato un CD che avevo comprato anni fa e che a me non piace. Inutile tenerlo e quale migliore modo di liberarsene se non donarlo ad un negozio di dischi usati! Anche questo gesto ha un po’ spiazzato la ragazza che però mi ha subito ispirato moltissima simpatia.

La sera dopo sono andato alla festa CARNI SCELTE di cui ho parlato qualche giorno fa. Una delle dj a rotazione era proprio la ragazza del negozio di dischi, che ha messo ottima musica e ben suonata. Inutile dire che mi sono scatenato in pista proprio indossando la mia nuova t-shirt. Ad un certo punto si avvicina una ragazza molto carina, americana, che con accento moooolto americano alla Don Lurio mi dice che è la designer che ha disegnato tale maglietta. Mi sono sentito come se fossi una super top model che è appena stata scelta per la campagna pubblicitaria primavera-estate!!!!! Coooool!

Ebbene. Ieri sera prima di andare in palestra avevo il mio solito bisogno settimanale di un po’ di musica nuova. Sono entrato nel negozio e la ragazza del negozio/dj, mi ha accolto molto calorosamente e mi ha detto. “Ciao, tu sei quello della maglietta. Ti ho visto venerdì”. In qualche modo ci eravamo riconosciuti, una maglietta aveva sostituito la stretta di mano o un abbraccio. Non era necessario dire i nostri nomi o altre cose formali.

Questo post serve per:
- fare pubblicità a questo super negozio: ORBEAT – Via pietralata 33 – BOLOGNA. Dischi usati (ma tenuti bene…si dice così no?) e abbigliamento unico o vintage!
- Ricordare a Calderoni il potere di una maglietta e l’importanza di scegliere quella giusta!
- Ricordare, a quelli che lo dubitano, che io ballo se c’è la musica giusta!E per finire ricordare che io vado in palestra e non uso lo stimolatore TESMED!