Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.

martedì, marzo 3

Sono sempre più convinto che Marco con me non fosse felice.
Me lo dicono anche gli amici in comune che lo hanno visto ultimamente: adesso sta meglio.
Ma non meglio rispetto al periodo dopo che ci siamo lasciati. Sta meglio rispetto a quando stava con me. E’ molto più sereno con il suo nuovo giovanissimo fidanzato che tutti definiscono: bello, simpatico e buono. Questo mi viene detto da più parti.
Non che non sia felice di questo, figuriamoci. Ma è la responsabilità che le cose non funzionavano per come sono io, che è difficile da sopportare.
Marco mi voleva diverso. Si era trovato ad avere a fianco una persona che non era quella che voleva, ma conoscendo la mia autostima pari allo zero non se la sentiva di mollarmi. Ma ha accettato di buon grado la cosa quando ho deciso io. E infatti quando sono tornato ho trovato la porta sbarrata. Chi glielo faceva fare di rimettersi con una persona con cui non stava bene? Lui volevo altro.
Uno dei ricordi più tristi della nostra storia è sicuramente l’ultimo regalo di Natale, poche settimane prima di lasciarci. Un cappellino di cachemire. Ma come? A me che ho il complesso di sudare troppo, delle vampate di calore e diventare rosso mi regali un capellino di cachemire? Quanto ho pianto per quel regalo: è come regalare delle scarpe da ginnastica a un mutilato! Probabilmente Marco non mi voleva con la mia fobia. Quando scelse quel regalo al negozio probabilmente non pensava “a me”, ma al prototipo del fidanzato che lui voleva al suo fianco a cui probabilmente quello attuale si avvicina di più: che non soffre di iperidrosi.
Un’altro episodio in cui ho capito che Marco mi voleva diverso risale all’estate prima. A cena con la madre di un suo amico. Una persona sgradevole a mio avviso. La peggiore delle puttane e cioè quella che per farsi un nome, deve farsi un cognome: quello del marito. Arricchita senza aver mosso un dito. Una cena straziante dove parlava solo di soldi e ostentava la sua arroganza. Quando mi chiese che lavoro facessi io ho risposto in modo sbrigativo: “lavoro in un agenzia di pubblicità”. Lui intervenne subito dicendo che mi stavo sminuendo che l’agenzia era una delle più importanti al mondo, che seguivo un cliente importante e bla bla bla. Ma probabilmente lui mi voleva più sociale, più adattabile ai vari interlocutori, meno rigido. Io semplicemente non sono così!
Probabilmente lui mi vorrebbe diverso anche ora. Sennò non si spiega perché sia tornato a dormire a 20 metri da casa mia per l’ennesima volta, dopo che ci eravamo confrontati su come ci fossi rimasto male. Non ci sono altri alberghi in città? Probabilmente per lui non dovrebbe essere fonte di dolore avere la sua macchina parcheggiata a fianco di casa mia per 2 giorni e sapere che lui e il suo fidanzato sono a pochi metri da me. Ma io non sono così. Io ci resto male. La vivo come una provocazione. Perché io lo amo ancora, probabilmente.
Ed è solo qui il punto: per me Marco era l’anima gemella, per lui non lo ero. Per me Marco è la persona che amerò per sempre, quella con cui vorrei condividere ogni aspetto della mia esistenza. Per Marco io probabilmente sono un infatuazione che come è nata è pure finita. Legittimo per lui (e sto cercando di uscire del tutto dalla sua vita proprio in virtù di questo amore).
Ma spero sia legittimo anche per me. Le dinamiche "malate" che hanno caratterizzato la mia ultima relazione affondano, come sempre accade, le loro radici nel mio contesto familiare di origine. Si trattava (e si tratta) di un malessere legato a privazioni di affetto subite nel passato (evito il termine "dipendenza affettiva" che è un po' inflazionato). Il senso del dovere, l'inseguire la perfezione, il non sentirmi mai abbastanza "all'altezza", il voler tenere tutto sotto controllo sono tutti spettri che si agitano dentro di me da sempre. E Marco per un po’ è riuscito a fare da tappo e fare in modo che stessero li buoni buoni. Mi ricordo che per il suo primo compleanno gli regalai un libro di illustrazioni di PRINCIPESSE e gli scrissi un biglietto: “perché con te non mi sento più un rospo”. Per me era proprio quella la fonte del nostro amore: il fatto che lui mi accettasse, faceva in modo che io stessi riuscissi ad accettarmi. Ma è stato proprio quando ho avuto il sospetto che Marco non mi volesse per com’ero che sono andato in confusione. Forse avevo solo bisogno di conferme che non sono arrivate. Proprio perché Marco cercava qualcosa di “altro” rispetto a me. Qualcuno di più giovane, di meno cervellotico, senza fobie, di più socievole, di meno problematico. Tutto torna. E come biasimarlo? E’ proprio capire che lui ha ragione il motivo per cui il mio dolore non passa, per cui la speranza di una futura progettualità di coppia per me è impensabile.

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8 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Matt,ora capisco perchè in questi giorni sei "distante" e per i fatti tuoi: stai male più del solito. Purtroppo non ci sono consigli, rimedi della nonna per le pene d'amore. Ci sarà un momento in cui dirai basta e inizierai un nuovo capitolo. E finalmente (per te) smetterai di parlare di lui, di sforzarti di pensare come lui, di colpevolizzarti per essere solo te stesso. Quando ti libererai da questa ossessione sarai libero! G.

12:28 PM

 
Anonymous Anonimo said...

quando vieni a trovarmi??

12:00 PM

 
Anonymous Anonimo said...

Ho vissuto la tua identica esperienza con una ragazza. in camera sua aveva una foto di un modello preso da qualche rivista e mi sono sempre chiesto perchè... Ho iniziato a fare box e dopo circa tre mesi iniziavo a definirmi leggermente dal punto di vista fisico, lei era tutta entusiasta. Poi ho smesso. Poi si è scandalizzata per le prime puzzette, poi non ascoltava più la musica che le avevo fatto conoscere, o libri di cui avevamo parlato, poi poi poi.... Aveva leggermente idealizzato, e io sono andato sotto per questa mancata approvazione. ma sotto drammaticamente per quasi due anni. Poi mi sono ripreso bene, molto bene, con calma ma bene. un pò di terapia, il rebirthing, iniziare ad accettare me stesso a piccoli passi, imparare a dire di no, imparare a mandare a cagare la gente se è il caso. ho tolto un bel pò di maschere e ora sono qui. Pulito e sano? assolutamente no ma appena c'è qualcosa che non mi quadra riesco a decodificarlo quasi subito. seguo gli impulsi e ciò mi permette di non accumulare emotività. Credo che si debba per forza toccare il fondo e anche scavare un pò nella merda, ma non bisogna coccolarsi in quella dimensione per cui stai male, frigna e lamentati quanto vuoi ma chiediti per quanto tempo puoi reggere una situazione del genere.

un saluto da uno che ti segue, ti legge e apprezza un sacco di cose che ha letto e percepito sul tuo blog.

3:25 PM

 
Anonymous Anonimo said...

finalmente un commento costruttivo, anonimo!

9:34 AM

 
Anonymous Anonimo said...

Carissimo, ti comprendo appieno e l'unica cosa che ti posso dire è solamente quella di guardare avanti senza più voltarti. Non chiederti perchè lui ha fatto determinate cose o perchè si è comportato in un modo anzichè in un altro, non sarai mai in grado di darti una risposta. Io sono esattamente come te, con le stesse fobie e con l'enorme bisogno di avere accanto una persona che mi ami per come sono e su cui riversare tutto il mio sentimento.
Devi credere ancora nella coppia, questa speranza è l'unica cosa che ci fa andare avanti.
Un'ultima cosa: Se lui alloggia a 20 metri da te........(scusa se te lo dico ma........) è semplicemente perchè non gli importa nulla che la cosa a te possa far piacere o meno.
Sarebbe molto bello essere amato come ami tu. Vai avanti e non ti fermare mai; lascia aperta una porta e vedrai che.........le cose cambieranno.
Con immenso affetto (anche se non ti conosco).

1:43 PM

 
Anonymous Anonimo said...

Caro Matteo, leggendo le tue parole ho rivissuto l'esperienza più amara della mia vita. Anch'io ho amato (amo?) un ragazzo che non accettava la mia fragilità, che era spaventato dalla mia intransigenza di fronte all'ambiente sociale. A un certo punto quella sensibilità speciale che diceva di apprezzare gli è parsa un peso inaccettabile e ha preferito mettersi con una ragazza meno problematica e più " solare" ( Dio, quanto odio questo aggettivo!!!)
Ma tu non devi disperare.Prima o poi troverai sicuramente qualcuno che sarà in grado di apprezzare la tua dolcezza ( la storia del libro delle principesse mi ha incantato) e la tua intelligenza ironica.
Baci
S.

1:10 AM

 
Anonymous Anonimo said...

Caro Matteo, leggendo le tue parole ho rivissuto l'esperienza più amara della mia vita. Anch'io ho amato (amo?) un ragazzo che non accettava la mia fragilità, che era spaventato dalla mia intransigenza di fronte all'ambiente sociale. A un certo punto quella sensibilità speciale che diceva di apprezzare gli è parsa un peso inaccettabile e ha preferito mettersi con una ragazza meno problematica e più " solare" ( Dio, quanto odio questo aggettivo!!!)
Ma tu non devi disperare.Prima o poi troverai sicuramente qualcuno che sarà in grado di apprezzare la tua dolcezza ( la storia del libro delle principesse mi ha incantato) e la tua intelligenza ironica.
Baci
S.

1:10 AM

 
Anonymous Anonimo said...

Matteo, sei terribilmente struggente. Lo dico senza esagerarne il sintomo, ma ricercandone la profondità. Fa male da morire lo so, immaginarne la presenza, capirne l'assenza. Ti penso, con molto cuore. Bebi

4:40 PM

 

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