Che fine ha fatto la cultura gay?
Oggi su tomblog.it ci si pone una domanda da 1.000 dollari: esiste ancora una cultura gay? E se sì, in cosa consiste? Nell’invitare Fabrizio Corona come superospite delle nostre serate in discoteca? O nell’incoronare Lady Gaga (cugina più tamarra di Britney Spears e Christina Aguilera) come futura icona frocia?
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La cultura gay è stata uccisa, dai gay stessi a mio avviso.
Alcuni esempi? Nei locali gay ormai le serate che "tirano" sono le feste orsi, che a mio avviso rappresentano la morte della cultura gay. Infatti il movimento orsi cerca di scimmiottare (perché per sempre di una bassa imitazione si parlerà…) dei canoni di mascolinità (barba, camice a quadri da boscaiolo, capellini da baseball che già a 16 anni sei fuori tempo massimo…) di matrice e di estetica eterosessuale. Le serate orsi mi dicono che i gay vogliono diventare etero. E da questa partenza che razza di (contro)cultura vuoi produrre? Inoltre uno degli elementi di forza della cultura gay era l’esaltazione della diversità. E invece il movimento orso ha imposto delle categorie dove rinchiudere le persone, delle definizioni strette per ingabbiare le persone. O sei orso o sei cacciatore.
Hai ragione a fare gli esempi pop della musica. Lady Gaga, Britney, o la snervante Katy Perry sono le cantanti di riferimento dei giovani gay. Vi rendete conto che la maggior parte dei giovani gay non sente il bisogno di cercare canzoni che parlino ESPLICITAMENTE di amore gay e non di una fantasia-notturna-post-caponata-di-cozze tipo “ I’ve kissed a girl”? Molti gay non solo non conoscono, ma non si emozionano con le canzoni di Antony, di Rufus, e di altri gay che cantano l’amore omosessuale. Io ho 36 anni e mi ricordo che negli anni ’80 avevo bisogno di “definirmi” in quanto omosessuale perché i media non ne parlavano molto come fanno ora. Avevo bisogno di cercare modelli “diversi”, “alternativi” che mi aiutassero a riconoscere la minoranza di cui sentivo di far parte, soprattutto in quanto non mi riconoscevo nella maggioranza. Mi spiego? E in quegli anni personaggi come Boy George erano catartici per rivendicare una nostra alternativa, una nostra differenza in quanto gay.
Ma ora anche i miei nipotini sanno chi è un gay (e non a causa dello zio, scemi!). Quindi è venuto a mancare l’esigenza di avere modelli esplicitamente gay nella arti popolari.
Credo che da Stone wall in poi la nostra accettazione (diritti civili, riconoscimento pubblico etc) abbia richiesto un pezzo da pagare: la perdita della valenza del movimento gay portatore di contro cultura. Per poter appoggiare le chiappe nella “società civile”, dovevamo smettere di fare paura, smettere di essere così diversi, smettere di portare modelli sovversivi e alternativi. E tanti gay secondo me hanno fatto questa scelta (soprattutto in italia): “uniformiamoci all’etero cultura, così posso scopare con gli altri maschi senza che nessuno mi rompa i coglioni.” Insomma l’essere gay è stato ridotto solo all’atto sessuale omosessuale, e non più a una diversità di comportamenti, pensieri, aspirazioni e modelli. Per poter essere accettai i gay hanno dovuto cominciare a pensare, vestire, comportarsi come gli etero. E cosa è stata sacrificata: la nostra estetica, la nostra cultura, i nostri valori.
So che su questo sito ne abbiamo parlato altre volte ma basta leggere gli annunci in rete tutti carichi di farse omofobe: “no checche”, “solo maschili”, etc
I gay hanno introiettato una valenza negativa dell’essere gay. Solo chi non lo sembra può meritare il rispetto. Probabilmente questa “mentalità” (anche se credo di fargli un complimento definendola così) è nata negli anni ’80 in tempi di AIDS. Quando gay significava “portatore di malattia”. Forse li è nata l’esigenza di confondersi con gli etero, per non essere giudicati sulla base di un pregiudizio. Forse allora si è dovuto mettere in naftalina i vestiti glitterati con cui si andava a ballare la dance negli anni ’70!
Io probabilmente sono un vecchio nostalgico e ideologico (sul comodino tengo ancora “Elementi di critica omosessuale”) ma a me piace pensare ai gay ancora come a dei “diversi”. Il che non vuol dire migliori. Ma mi piace pensare di avere delle differenze sostanziali da Fabrizio Corona, anche in virtù del mio orientamento sessuale. Insomma per concludere la “cultura gay” è stata sostituita da “consumatori gay”. Così è più facile per tutti, gay e etero. Non produciamo più alternativa, ma consumiamo modelli globalizzati e uniformati ad un estetica machista e eterosessualizzata.
E allora a proposito di contro cultura gay ascoltate il pezzo che ho postato: “Gay Messiah” di Rufus Wainwright. “Risorgerà dai porno degli anni ’70, indosserà calzettoni lunghi con eleganza e con un sorriso incredibilmente innocente. Fai meglio a pregare per i tuoi peccati, perché il messia gay sta arrivando. Scenderà dalle stelle, Studio 54 e apparirà sulla sabbia della spiaggia di Fire Island. Fai meglio a pregare per i tuoi peccati, perché il messia gay sta arrivando. No, non sarò io. Io sono Rufus battista, battezzato di sborra. Invece succederà che qualcuno chiederà la mia testa e quindi mi inginocchierò e gliela porgerò, guardando in basso. Fai meglio a pregare per i tuoi peccati, perché il messia gay sta arrivando.”
4 Comments:
grande riflessione e maledettamente vera.
in italia, a mio avviso, la cultura gay non si è mai vista perché non c'è mai stata nemmeno una vera comunità gay: da buoni italiani, siamo troppo individualisti.
12:23 PM
io mi chiedo chi deve farla sta cultura gay? a chi dobbiamo rivolgerci? o si trova in un distributore specializzato come il saturn per l'elettronica di consumo?
2:32 PM
perchè creare una cultura gay o eterosessuale? nel 2009 si dovrebbe cominciare a costruire una nuova cultura, dimentica degli orientamenti sessuali. Oggi più che mai è neccessaria, perchè il modello imperante (i vari corona, lady gaga, il nano...)stanno distruggendo completamente l'identità personale che è fatta di rispetto, dignità e coscienza verso se stessi.
Mi chiedo perchè l'esistenz di una cultura alternativa gay (ma potrebbe essere di qualsiasi minoranza ritenuta tale fino ad oggi)? non si corre il rischio di ghettizzarsi in nome della diversità e dell'autodeterminazione nel sentirsi diverso? Personalmente non vedo nessuna differenza "umana", si ama, si odia e si vive tutti nello stesso modo.
Giò
1:32 PM
Ciao Matt...che bello quando lanci questi sassi!!!! Mi piacerebbe trovarci in un gruppo da qualche parte a discutere insieme di questo interessantissimo argomento...come in una factory quando si parlava di vita, arte,politica..privatamente e liberamente tra singoli interessati e desiderosi di capire. Se qualcuno organizzasse, io ci sono!! Circa la cultura gay..non saprei dove cominciare..Ritengo molto importante che una minoranza di qualsiasi genere esprima la propria visione della società, sostenendone i propri valori. C_stò
10:51 AM
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