Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.

venerdì, marzo 20

Ieri sera sono stato all'anteprima nazionale di "Diverso da chi?", il film con Claudia Gerini, Luca Argentero e Filippo Nigro.

Il film non è niente di che, e nonostante lo lancino come "liberale" e "moderno" non è meno offensivo della canzone di Povia. Insomma anche qui c'è un Luca, che prova attrazione per una donna, ci fa sesso, imbastisce una relazione con lei e la lascia pure incinta. Lascia il fidanzato per lei. E poi risolvono la cosa facendo la famiglia a tre! Insomma..... ai miei personali oscar quest'anno non potrà gareggiare contro "milk" nella categoria: "film che avrei voluto dirigere io, recitare io, cantare la colonna sonora io etc".

Al massimo gli daremo un premio di consolazione come "film che vale la pena vedere se hai l'invito a gratis per l'anteprima".... che fa sempre la sua porca figura nella bacheca di Argentero tra un tapiro e una pernacchia d'oro! No?
L'unica cosa piacevole (almeno è stata trattatta in modo garbato) è il siparietto della politica con i suoi mestieranti e le sue liturgie!
In sala alla presentazione c'erano: la Gerini (simpatica e carina) e Argentero. Nigro non pervenuto.
Voto: 3 stelline (su cinque)

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giovedì, marzo 5

Kaki King - 18 Marzo a Bologna

Concerto imperdibile mercoledì 18 marzo al BAR WOLF a BOLOGNA: KAKI KING (in compagnia del batterista Matt Hunkle). Nata ad Atlanta, comincia già a 4 anni a studiare chitarra e batteria. Kaki king è ormai una star negli Usa. Può già vantare collaborazioni di prestigio, con David Byrne, Marianne Faithfull, Mike Gordon, Charlie Hunter e molti altri… E Acoustic Guitar Magazine l'ha anche segnalata tra i migliori chitarristi dell'anno.
Piccola nota "di colore": kaki King ha dichiarato la sua omosessualità. Santa Subito!

martedì, marzo 3

Sono sempre più convinto che Marco con me non fosse felice.
Me lo dicono anche gli amici in comune che lo hanno visto ultimamente: adesso sta meglio.
Ma non meglio rispetto al periodo dopo che ci siamo lasciati. Sta meglio rispetto a quando stava con me. E’ molto più sereno con il suo nuovo giovanissimo fidanzato che tutti definiscono: bello, simpatico e buono. Questo mi viene detto da più parti.
Non che non sia felice di questo, figuriamoci. Ma è la responsabilità che le cose non funzionavano per come sono io, che è difficile da sopportare.
Marco mi voleva diverso. Si era trovato ad avere a fianco una persona che non era quella che voleva, ma conoscendo la mia autostima pari allo zero non se la sentiva di mollarmi. Ma ha accettato di buon grado la cosa quando ho deciso io. E infatti quando sono tornato ho trovato la porta sbarrata. Chi glielo faceva fare di rimettersi con una persona con cui non stava bene? Lui volevo altro.
Uno dei ricordi più tristi della nostra storia è sicuramente l’ultimo regalo di Natale, poche settimane prima di lasciarci. Un cappellino di cachemire. Ma come? A me che ho il complesso di sudare troppo, delle vampate di calore e diventare rosso mi regali un capellino di cachemire? Quanto ho pianto per quel regalo: è come regalare delle scarpe da ginnastica a un mutilato! Probabilmente Marco non mi voleva con la mia fobia. Quando scelse quel regalo al negozio probabilmente non pensava “a me”, ma al prototipo del fidanzato che lui voleva al suo fianco a cui probabilmente quello attuale si avvicina di più: che non soffre di iperidrosi.
Un’altro episodio in cui ho capito che Marco mi voleva diverso risale all’estate prima. A cena con la madre di un suo amico. Una persona sgradevole a mio avviso. La peggiore delle puttane e cioè quella che per farsi un nome, deve farsi un cognome: quello del marito. Arricchita senza aver mosso un dito. Una cena straziante dove parlava solo di soldi e ostentava la sua arroganza. Quando mi chiese che lavoro facessi io ho risposto in modo sbrigativo: “lavoro in un agenzia di pubblicità”. Lui intervenne subito dicendo che mi stavo sminuendo che l’agenzia era una delle più importanti al mondo, che seguivo un cliente importante e bla bla bla. Ma probabilmente lui mi voleva più sociale, più adattabile ai vari interlocutori, meno rigido. Io semplicemente non sono così!
Probabilmente lui mi vorrebbe diverso anche ora. Sennò non si spiega perché sia tornato a dormire a 20 metri da casa mia per l’ennesima volta, dopo che ci eravamo confrontati su come ci fossi rimasto male. Non ci sono altri alberghi in città? Probabilmente per lui non dovrebbe essere fonte di dolore avere la sua macchina parcheggiata a fianco di casa mia per 2 giorni e sapere che lui e il suo fidanzato sono a pochi metri da me. Ma io non sono così. Io ci resto male. La vivo come una provocazione. Perché io lo amo ancora, probabilmente.
Ed è solo qui il punto: per me Marco era l’anima gemella, per lui non lo ero. Per me Marco è la persona che amerò per sempre, quella con cui vorrei condividere ogni aspetto della mia esistenza. Per Marco io probabilmente sono un infatuazione che come è nata è pure finita. Legittimo per lui (e sto cercando di uscire del tutto dalla sua vita proprio in virtù di questo amore).
Ma spero sia legittimo anche per me. Le dinamiche "malate" che hanno caratterizzato la mia ultima relazione affondano, come sempre accade, le loro radici nel mio contesto familiare di origine. Si trattava (e si tratta) di un malessere legato a privazioni di affetto subite nel passato (evito il termine "dipendenza affettiva" che è un po' inflazionato). Il senso del dovere, l'inseguire la perfezione, il non sentirmi mai abbastanza "all'altezza", il voler tenere tutto sotto controllo sono tutti spettri che si agitano dentro di me da sempre. E Marco per un po’ è riuscito a fare da tappo e fare in modo che stessero li buoni buoni. Mi ricordo che per il suo primo compleanno gli regalai un libro di illustrazioni di PRINCIPESSE e gli scrissi un biglietto: “perché con te non mi sento più un rospo”. Per me era proprio quella la fonte del nostro amore: il fatto che lui mi accettasse, faceva in modo che io stessi riuscissi ad accettarmi. Ma è stato proprio quando ho avuto il sospetto che Marco non mi volesse per com’ero che sono andato in confusione. Forse avevo solo bisogno di conferme che non sono arrivate. Proprio perché Marco cercava qualcosa di “altro” rispetto a me. Qualcuno di più giovane, di meno cervellotico, senza fobie, di più socievole, di meno problematico. Tutto torna. E come biasimarlo? E’ proprio capire che lui ha ragione il motivo per cui il mio dolore non passa, per cui la speranza di una futura progettualità di coppia per me è impensabile.

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