Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.

lunedì, novembre 24

Mara Carfagna a colazione

Per completare il post precedente eccovi questa meraviglia.
Fonte: www.malvestite.net

Mara Carfagna alle "invasioni barbariche"

Ma avete visto l'intervista a Mara Carfagna alle "invasioni barbariche" di Daria Bignardi?

Un pò di commenti trovati in rete:
“Ti giuro che nel 2008 sentire ancora parlare dei comunisti come uno spauracchio è davvero troppo.
Un'intervista agghiacciante, pareva che la Bignardi intervistasse una ragazza teletrasportata dal 1950 ai giorni nostri senza passare dal via.
E poi, perchè ha sempre gli occhi fuori dalle orbite? coca o anoressia?”
“Si ma poi che significa dire che sei di destra perché la tua famiglia è da sempre di destra? Non ti rende mica più intelligente, anzi...se tuo padre fosse stato comunista lo saresti stata anche tu?”
“ho appena finito di seguire l'intervista alla carfagna; confesso che sono rimasta molto turbata; è una persona terribile; aggressiva, autoreferenziale, gelida, presuntuosa, fortemente ideologica; ha detto cose semplici e scontate con un cipiglio insopportabile, è stata abilissima a non rispondere alle vere domande e non ha fatto altro che zittirti; arriverà lontano... temo”
“Abbiamo scoperto che la Carfagna è in grado di NON respirare per 30 minuti. Ma una curiosità: delle due chi intervistava l'altra? Complimenti per la calma: a me sarebbe partita una capocciata dopo 10 secondi circa.”
“Non è riuscita a garantire le pari opportunità persino con la Bignardi che la stava intervistando, figurati!”

“Credo che la Bignardi non abbia mai fatto un'intervista dicendo tante volte 'ma non avevo chiesto questo'”.

“D'altra parte la ministra è simpatica come il gattino Virgola (avete presente? Quello delle suonerie dementi). Attaccato ai maroni con le unghie (come si dice dalle mie parti).”

“Curioso, che l'attrice dimostri più intelligenza politica del ministro...”

Qui potete vedere l'intervista integrale: http://www.la7.it/approfondimento/dettaglio.asp?prop=invasioni

giovedì, novembre 20

Addio Usignolo delle Ande

Vengo a sapere solo oggi che il 1 Novembre è morta Yma Sumac, l'usignolo delle ande. Indubbiamente una delle voci più incredibili della storia della musica e una personalità misteriosa e intrigante. Pace all'anima sua.

Leggete il post di JoYello, da cui ho appreso la triste notizia, che ne ripercorre la storia e ci regala qualche raro MP3:
http://fard-rock.blog.excite.it/permalink/509820

mercoledì, novembre 19

Vladimir Luxuria è in finale all'Isola dei famosi.
Sulla pagina facebook di Aurelio Mancuso è nata una discussione al riguardo.
Aurelio sostiene che: "il fatto che Luxuria sia arrivata in finale sia, per quanto mi riguarda un fatto positivo, molto importante per una ragione semplice: il programma è assai popolare e se un mucchio di gente ha decretato che lei deve rimanere a concorrere a vincere l’Isola, vuol dire che non è vero che c’è tutto questo pregiudizio nei nostri confronti." Inoltre: "Se Luxuria per caso (facendo tutti gli scongiuri del caso) vincesse l’Isola sarebbe un grande fatto di costume, sì di costume, non politico, non rivoluzionario, non capace di far approvare leggi e quant’altro. Di costume. Ma lo sappiamo bene, anche quelli che sono più riottosi e polemici su questa vicenda, il costume in questo paese conta, e parecchio!".

La mia risposta è stata questa:
Aurelio scusami. Stavolta il tuo entusiasmo mi sembra quanto mai eccessivo. E non parlo dell'effettivo valore di Vladimir Luxuria (che anche a me "politicamente" piace!). Ma parlo di come inquadri tutta la faccenda "Isola dei Famosi", che haimè credo sia pressochè: merda. Tu dici che se Vladimir vincesse sarebbe un fatto di costume e che significherebbe che si è conquistata la benevolenza del pubblico. Ed è qui che secondo me sei troppo ottimista! L'anno scorso ha vinto Manuela Villa lo stesso programma. Te lo ricordavi? Non credo! Ha avuto il favore del pubblico per quanto? Per altri 15 minuti dopo la vittoria. Forse! Stessa cosa per quello (manco mi ricordo come si chiama) che ha vinto l'anno prima. Scomparsi, dimenticati (o forse morti) dopo l'isola senza che nessuno del pubblico che "tanto li ha amati", se ne desse a male!E non è colpa dei personaggi. Ma del format e del mezzo. L'isola e un certo tipo di TV è fatta apposta per vivere e cibarsi SOLO di se stessa e morire di fame un secondo dopo. Mi spiego?Qualcuno nei commenti dice: non mi è piaciuto lo sputtanamento che Vladimir ha fatto del bacio tra Belen e l'altro mammozzone! Vladimir ha capito che se voleva essere votata doveva sottostare ai piaceri e ai gusti del pubblico. E al pubblico dell'isola dei famosi credo, diversamente da come dici tu, non freghi proprio niente del "suo dire, nel senso comunitario del termine". Ma interessa solo se sputtana qualcuno, se parla alla spalle di qualcunaltro, se cade durante la prova ricompensa. Mi spiego?
Con questo non dico che non sarei felice se Vladimir Luxuria dovesse vincere. Anzi! Ma credo che 1 eventuale vittoria non porterà niente al mondo GLBT, se non qualche festa a tema in qualche locale di serie B. Poi insisto: lei è anche stata interessante come sempre! Ma so anche che a quel tipo di pubblico (rappresentato come opinionista da Giurato che continua a rivolgersi a lei al maschile!), tutta la tiritera GLBT è solo rottura di maroni. Che sarà dimenticata dopo poco, come la Villa. Speriamo vinca Vladimir a prescindere! Ma non aspettiamoci che sia un fatto di costume e che abbia un valore che onestamente non vedo!

Voi cosa ne pensate?

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martedì, novembre 11

Vita Rubina - Moltheni

Da qualche settimana è uscito il nuovo disco di Moltheni “il segreto del corallo”. Il primo pezzo del disco, “Vita Rubina” per me è il miglior testo italiano dell’anno. Ascoltatelo dal video che vi posto (registrato qui a Bologna qualche settimana fa) e leggete il testo che vi riporto qui sotto.

“L'altra notte mentre uscivo fuori dalla discoteca mi è passata a quattro metri la mia vita.
Camminava col bicchiere e un vestito nero, mi ha guardato, ma non mi ha cagato.
La conosco bene, è in collera con me, mi rimprovera le cose che non ho voluto fare, mi rimprovera parole che non ho voluto dire che mi avrebbero cambiato in meglio insieme a lei.
Ho rivisto il corpo morto di mio padre con i baffi neri diventati bianchi in un'ora o poco più, ho rivisto quell'estati infinite col mio amico Gigi con il sole che ci amava e ci baciava i piedi scalzi, ho rivisto mio fratello e le sue mani buone quelle mani adulte che lo so, io non avrò mai, ho rivisto le città che non mi sono appartenute i miei anni come ombrelloni chiusi in piena estate, i cavalli, le farfalle e le mie fate diventati un giorno cani a quattro teste, porte chiuse a chiave e finestre galleggiare in un mare di fotografie.
E' la mia vita, la scorciatoia per entrare in te e in me che difendo con le unghie e poi la perdo come un anello ai piedi non è ieri, è oggi.”

Provo a spiegarvi perché trovo questo testo poetico e ispirato. Si parte con il protagonista che ha la consapevolezza di non vivere la propria vita, che riconosce nella visione di una donna (la sua ex? Una possibile nuova partner? Una ragazza con cui non è mai riuscito a dichiararsi?) la possibilità di riscatto. Paradossalmente riconosce nell’altra la propria vita che non riesce più a governare, la vita che pensa di dover avere ma che gli viene negata. Una vita che gli stà sfuggendo.
Lui riconosce di avere dei blocchi emotivi. Dimostra di sapere quali sarebbero state le cose da fare o da dire per essere protagonista della propria vita. Ma ha anche la consapevolezza di non avere avuto la capacità di poterlo fare. Per il suo stesso essere. Per la sua natura. Per la sua storia, i suoi condizionamenti e per le carenze affettive che probabilmente ha avuto e che lo portano a vivere l’affettività, cardine della vita di ciascuno di noi, con tanta difficoltà e con tanta intensità. L’altra diventa appunto “vitale” e a lei delega le chiavi della sua felicità.
Ma come dicevo il protagonista ha una storia che parla per lui, esperienze che hanno plasmato la sua sensibilità e la sua (in)capacità di far fronte alla vita. Ricordi di esperienze, testimonianze di un passato, strappi e ferite mai veramente risanati che per anni hanno continuato a sanguinare nel profondo. Tutti sentimenti ingarbugliati in una matassa disordinata e nodosa, li sente arrovellarsi nella pancia, girare come trottole, cercare una via d’uscita.
I baffi del padre che diventano bianchi di colpo, ci raccontano di un forte dispiacere. Di un evento tragico. Qualcosa che avrò definitivamente catalizzato l’attenzione del padre e cambiato per sempre i rapporti e la quantità di attenzioni da dedicare al figlio.
Bellissima la descrizione della mani “buone” del fratello. Viene semplice, per confronto, pensare alle mani del protagonista come “cattive”, suggerendo una competizione se non proprio un senso di inferiorità.
I ricordi positivi sono legati all’amico Gigi. Quindi a qualcosa di “altro”, “esterno” dalla famiglia. I ricordi positivi quindi che fin da piccolo si impara a riconoscere in qualcosa di staccato da se, di diverso, di lontano. Di mai veramente “nostro”.
E questa consapevolezza genera un dolore che porta un vuoto, un dolore che apre una voragine una specie di buco nero in cui il protagonista teme di scivolare.
Ma alla fine c’è la volontà di rivalsa. La presa di coscienza che non abbiamo altre vite in dotazione ma fatalmente solo la nostra. La consapevolezza che per assaporare il piacere di vivere (“entrare in te”), per capire chi è veramente, per riprendere le potenzialità che ha lasciato marcire un poco alla volta deve partire da se stesso. Svincolarsi dal passato e smetterla di analizzarlo in modo cervellotico. Spogliarsi di condizionamenti e credenze è difficile, ma trovare la propria essenza significa ritrovare se stessi, e vale la pena lavorare in tal senso.

Insomma….. vi è chiaro perché amo questo testo?

mercoledì, novembre 5

Ha vinto Obama e il mondo sembra svegliarsi da un lungo letargo. Ho ricevuto in piena notte sms esultanti per la vittoria. Cose che non capitavano dagli anni '80 quando Fiordaliso aveva vinto il Festival di Sanremo. Tanto per dire.

Memorabile la copertina del Manifesto di oggi: "Indovina chi viene a cena", parafrasando il celebre film, e sullo sfondo l'immagine della Casa Bianca. Daria Bignardi sul suo sito scrive: "Si può fare, cazzo! Oggi siamo tutti negri, ebrei e comunisti. Dio sia lodato."


La butto sul pecoreccio.... giusto per dire qualcosa di nuovo! Con un presidente nero (e si sa cosa si dice dei neri...) invidio molto le stagiste che presteranno servizio nella sala ovale! Dai che scherzoooo! ;-)
Tornando seri: più che tutti negri, ebrei e comunisti etc etc spero cha da oggi possiamo diventare tutti qualcosa di nuovo. Basta con le vecchie definizioni.


PS. Haimè invece ci sono fin da subito minoranze che non risentono dell'aria di cambiamento. I matrimoni gay in California sono ancora illegali. Cazzo! (da leggere con il tono opposto rispetto al post della Bignardi!)

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martedì, novembre 4

Essere traditi è terribile. Ogni tradimento alla nostra fiducia genera una ferita lancinante al nostro io: sia che si tratti di un amico che ci dice una bugia per evitare la nostra compagnia fino ad arrivare alla ferita più grossa e cioè il tradimento del nostro partner. La fiducia irrimediabilmente spezzata e l’amore annientato. Non solo quello nei suoi confronti. Ma l’amore in senso universale che noi vorremo sia dare che ricevere.
Perché l’amore è un sentimento strano, indefinibile. Per sua stessa natura può essere la cosa più forte e la cosa più debole, la cosa più nobile e la cosa più stupida che esista.
Può essere sia la cosa che da valore alla nostra vita, ma può anche essere una cosa da accantonare nel momento in cui si vuole fare una scopatina volante.
A quel punto chi viene tradito resta impigliato in sensi di colpa e responsabilità. E allora si cade nel dubbio di meritare veramente l’amore.
Merito davvero l’amore di qualcuno? O anche se arriverà si tratterà sempre di una cosa passeggera, finché il partner di turno, non troverà uno più bello, più intelligente, più interessante, più sensuale? Posso fidarmi del suo amore?

Chi tradisce qualcuno dovrebbe immaginare quale ferita terribile infligge nell’autostima dell’altro.
Certo la mia storia personale non aiuta ad avere un’autostima forte e fiduciosa nei confronti dell’amore. Di solito la fiducia dell’amore ha origini lontane nella nostra infanzia, quando dovremmo provare l’esperienza dell’amore incondizionato da parte dei genitori. Dovremmo essere amati anche se piangiamo tutta la notte, anche se facciamo la cacca sul vestitino appena messo, anche se non vogliamo mangiare le nostre pappette. Ma venendo amati dai nostri genitori in modo incondizionato, impariamo che forse ce lo meritiamo. Nella mia infanzia ho avuto un paio di episodi traumatici che ancora oggi dentro di me creano una voragine, un buco, una mancanza…. E non riesco a credere che io POSSO essere amato per quello che sono. Continuo a sentirmi in difetto. Come se mi mancasse sempre qualcosa.
A me è mancata l‘esperienza di base da piccolo, essere oggetto di amore incondizionato, non solo per il mio lato più brillante, ma inclusi tutti i miei peggiori difetti.
E quindi anche nella mia storia con Marco ammetto di aver avuto esitazioni, retromarce, forse anche delle manipolazioni. Proprio perché c’era sempre quella fastidiosa interferenza di non sentirmi abbastanza. Proprio perché ho sempre l’impressione di vivere un illusione e che primo o poi sarò riconosciuto come l’essere imperfetto che mi sento.
Essere traditi ti conferma irrimediabilmente questa sensazione come verità. Sei destinato a questa autocondanna. Ad avere la certezza che non sarai mai un “funky-man”.

E per questo carattere di merda che mi ritrovo ho passato un week end merdoso visto che:

- 5 persone non hanno neanche risposto ad un invito che gli avevo mandato per una serata,
- 1 persona non ha risposto ad un SMS e ad una chiamata,
- 1 persona non ha risposto a ben 2 chiamate,
- 1 persona aveva detto che ci avrebbe raggiunti, ma non lo ha fatto e non ha avvisato.

I motivi saranno stati i più diversi: saranno senza soldi, avranno perso il cellulare, si saranno scordati. Ma haimè la mia sensazione è di aver chiesto attenzioni che non merito.

Anche la grande scrittrice Silvia Plath provava spesso questo tipo di sensazioni da carenza di autostima e si sentiva inferiore agli altri. In una lettera sua madre le ha scritto: “se ti paragoni agli altri , rischi di diventare vanitosa o amara, perché ci saranno sempre persone più o meno importanti di te…Al di là di una sana disciplina, sii buona con te stessa. Sei anche tu una creatura dell'universo come gli alberi e le stelle; hai tutto il diritto di essere qui” .
Ed è proprio questo diritto di cittadinanza che mi viene spesso a mancare. Come se fossi un clandestino di questa vita.

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