Per chi non lo sapesse, lo scrittore Matteo B. Bianchi pubblica un rivista on line che si chiama “Tina”. Il numero che è uscito ieri è veramente bellissimo. Invece di pubblicare brevi racconti come da sua tradizione, in questo numero B.Bianchi ha chiesto a un po’ di giovani scrittori di raccontarci qual è la loro parola preferita e il perché. Ne è nato uno strano dizionario fatto di parole e sentimenti. Andate qui e scaricatelo in formato .pdf. (è gratis! Taccagni che non siete altro!) E divertitevi a leggerlo. E poi magari pensate anche voi a qual è la parola-regina del vostro vocabolario.
Non lo so se è anche la mia preferita ma sicuramente la parola che utilizzo di più quando parlo è: Ecco!
“Ecco” è definito un avverbio indicativo che si usa, appunto, per indicare, mostrare, annunciare, presentare qualcuno o qualcosa di cui si parla. Però io di solito lo metto alla fine di un discorso. O all’inizio di un silenzio. Tipo quando sono al telefono con mia mamma ma non so proprio cosa dirle ancora, allora mi esce sempre dalla bocca questo “ecco”. E poi funziona un po’ come intercalare. Quei pochi secondi che servono per pronunciare questa parola (inutile) mi danno il tempo per rimettere in fila i pensieri dopo una domanda impegnativa che richiede una risposta precisa. Funziona da sempre. Secondo il Vangelo, dopo che l’angelo fece la sua Annunciazione alla Vergine Maria, lei rispose: "Ecco, sono la serva del Signore, avvenga a me secondo la tua parola". E secondo me mentre pronunciava “ecco”, era ancora indecisa se credere a quella visione o urlare come Linda Blair nell’esorcista.
Non lo so se è anche la mia preferita ma sicuramente la parola che utilizzo di più quando parlo è: Ecco!
“Ecco” è definito un avverbio indicativo che si usa, appunto, per indicare, mostrare, annunciare, presentare qualcuno o qualcosa di cui si parla. Però io di solito lo metto alla fine di un discorso. O all’inizio di un silenzio. Tipo quando sono al telefono con mia mamma ma non so proprio cosa dirle ancora, allora mi esce sempre dalla bocca questo “ecco”. E poi funziona un po’ come intercalare. Quei pochi secondi che servono per pronunciare questa parola (inutile) mi danno il tempo per rimettere in fila i pensieri dopo una domanda impegnativa che richiede una risposta precisa. Funziona da sempre. Secondo il Vangelo, dopo che l’angelo fece la sua Annunciazione alla Vergine Maria, lei rispose: "Ecco, sono la serva del Signore, avvenga a me secondo la tua parola". E secondo me mentre pronunciava “ecco”, era ancora indecisa se credere a quella visione o urlare come Linda Blair nell’esorcista.
Ecco fatto! Adesso aspetto le vostre.
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3 Comments:
MI rendo conto di dire sempre "Ehm".
L'ho cercato e non pensavo esistesse....
ehm: ehm
inter. che esprime reticenza per dubbio, imbarazzo oppure un richiamo, talvolta minaccioso.
9:30 AM
Io non ho una parola preferita su tutte, vado a periodi.
In questo momento la mia preferita e quella che pronuncio più spesso è BASSOTTO!
Bassotto: sinonimo di dolce, affettuoso, coccoloso, buffo, simpatico, peloso.
Lo so...SONO MALATO! ;0)
10:29 AM
Dimenticavo, scusami ancora Matteo per averti rotto ieri sera il bicchiere da vino del tuo servizio DA UNO.
10:32 AM
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