Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.

lunedì, luglio 30

Sabato sera siamo andati a LUCCA a sentire il concerto degli Steely Dan. Sono forse la band preferita di Marco. Io invece, devo essere onesto, li conoscevo poco. Conoscevo i pezzi più famosi come "Do it Again", soprattutto per la cover di Tori Amos. In ogni caso anche per chi non li ha seguiti è impossibile non essere a conoscenza della loro fama:di intellettuali del rock, maniacali e ossessivi, estremamente critici e professionali con i loro collaboratori che spesso hanno lasciato il progetto sull’orlo di una crisi di nervi. Visto questi presupposti mi aspettavo un concerto freddo, perfetto e manieristico. E inoltre mi immaginavo una platea di quarantenni, un po’ svogliati e interessati solo alla perfezione del suono e non all’energia.

Mi sono dovuto del tutto ricredere! Non avete idea dell’energia che hanno saputo dare e soprattutto creare. Certo i fan li aspettavano in Italia da oltre 30 anni e questa è stata la prima e unica data nel nostro paese. La sezione fiati si abbandona ad acrobatiche contorsioni per inseguire gli accordi di canzoni complicatissime e lunghissime. Le coriste sono delle vere e proprie potenze della natura e, giustamente, gli si lascia cantare per intero un pezzo. Il batterista è forse il migliore che io abbia mai sentito dal vivo. Certi assoli di tastiera o di chitarra dei due sono quasi delle singole canzoni. Ma nonostante tanta precisione e ispirazione, riescono anche miracolosamente a fare uno spettacolo pop, nel senso migliore del termine. Anche senza sfruttare l’indiscussa hit "Do it again". Dentro si trova di tutto: dal pop, al rock, al jazz, al blues. Una scaletta che ha voluto esaltare gli anni ’70, gli anni in cui in compagnia di Don Mclean, Bart Bacharard, Joni Mitchell (per citarne alcuni) cercavano di tenere alto l’onore della musica americana. Gli anni in cui era difficile proporre la loro musica perché il mood imponeva lo slancio eversivo del progressive, la nascita del fusion per non parlare del successo popolare della disco e del punk. Ma come sempre accade la cosa migliore è non seguire le mode. Solo a pochi però riesce addirittura di anticiparle. E allora sabato sera a Lucca ho capito come tanti gruppi che ho amato in questi anni debbano necessariamente pagare pegno a questa formazione.

Voto: 4 stelline (su cinque)

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4 Comments:

Blogger Marco said...

Devo riconoscere che la passione comune per la musica è stata una delle prime cose che mi hanno fatto innamorare di "Mateo". Ho avuto altri fidanzati a cui piaceva la musica o con i quali condividevo altri interessi, con Matteo però questo grande interesse è decisamente su un piano diverso, più colto e profondo: raramente mi capita di trovare qualcuno che mi sappia proporre nuovi gruppi e nuovi suoni! Di solito sono io il procacciatore di musica per i miei amici, eppure Matteo (gelosissimo delle sue fonti segrete!!!) sforna spesso gruppetti underground di culto, cover minimali e strane, cantautori e cantautrici che toccano il cuore. Ovviamente non intendo dire che il nostro rapporto si regge solo o principalmente su questo, però ci aiuta certamente a non annoiarci mai, a scoprire continuamente qualcosa di nuovo, a esplorare i gusti dell'altro.
Mentre assistevamo al concerto degli Steely Dan riflettevo su un particolare non da poco conto: nel giro di pochi mesi Matteo mi aveva portato ad ascoltare la sua artista preferita (Tori Amos) ed io portato lui ad ascoltare il gruppo che forse più ho amato negli anni (Steely Dan). Chissà quanti altri concerti condivideremo, forse non tutti così importanti ed entusiasmanti (penso alla parziale delusione di Bjork). Chissà quante altre nuove esperienze vivremo assieme, nella reciproca voglia di conoscenza affettiva e musicale!
Recentemente una cara amica si lamentava del fatto che il suo fidanzato non va mai al cinema con lei mentre con me ci viene senza problemi. Questo perché lui intende il cinema come uno svago disimpegnato, per cui preferisce film di avventura, fantascienza, fantasy. Non sopporta invece film troppo impegnativi o tristi. Racconto questo aneddoto perché mi piace sottolineare che con Matteo non sempre i gusti collimano, ma c'è da parte di entrambi la consapevolezza di voler fare, vedere, ascoltare qualcosa che appartenga più all'altro... Carpirne l'essenza e farla propria. Se non fosse così ci saremmo già annoiati a morte!

4:02 PM

 
Anonymous Anonimo said...

aiutoooo io non ho capito nulla e non conosco nessuno!! ma ho un 33 di Bart Bacharard... conta qualkosa?

alterego vincenzo

5:09 PM

 
Anonymous Anonimo said...

aiutoooo io non ho capito nulla e non conosco nessuno!! ma ho un 33 di Bart Bacharard... conta qualkosa?

alterego vincenzo

5:09 PM

 
Blogger Gift Zwerg said...

Ma che gioiello di fidanzato hai!!!
Be'... però te lo meriti! :0)

9:22 PM

 

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