Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.

lunedì, giugno 11


La storia ha già infiammato i media. In una scuola media di Palermo, un 12enne bulletto impedisce ad un coetaneo di andare al bagno perché non lo reputa abbastanza “maschile” e lo invita ad usare quello delle donne. La professoressa prende le difese del ragazzino e, per punizione, fa scrivere cento volte al prevaricatore “Sono un deficiente” (anche se verosimilmente avrà scritto “deficente” senza “I”). I genitori del ragazzino punito denunciano la professoressa (che rischia il carcere) e chiedono un risarcimento morale di svariati milioni di euro. Brutta storia perché va a toccare un sacco di nervi scoperti.


LA FAMIGLIA TRADIZIONALE tanto decantata e difesa in piazza è anche questa. Talmente sicura di essere giusta (in quanto non è permessa alternativa) da sentirsi intoccabile. Un po’ come la mafia. Probabilmente il padre del ragazzo punito avrà pensato “Nessuno dall’esterno deve dirmi come tirare su i miei figli perché sono miei.” Ma non è così. Nel momento in cui questi figli sono fuori casa non sono più solo “tuoi figli” ma, in altri contesti sociali, diventano “i miei amici”, “ i miei studenti”, “i miei vicini di casa”. La famiglia può sbagliare, la famiglia può essere nociva. Ed è la società a pagarne le spese. In questi tempi in Italia questo concetto sembra essere un eresia. Pare che se c’è un padre (maschio) e una mamma (femmina) tutto debba filare al meglio. No, mi spiace ma non è così. Io sono convinto che due madri lesbiche non permetterebbero che il loro figlio prendesse in giro un ragazzino per le presunte inclinazioni sessuali. Proprio perchè quelle due madri ideali partono proprio dalla loro esperienza di vita, della fatica di aver conquistato la dignità di essere omosessuali alla luce del sole, di aver attraversato la sofferenza della paura di essere “diversi”. Questa triste storia ci mette di fronte all’evidenza che anche la tanto decantata famiglia tradizionale non sa fare i conti con la diversità, non la sa vivere, non la sa gestire. E non solo la diversità di orientamento sessuale. Ma anche solo il sospetto di diversità morale che la parola “deficiente” porta con se, diventa motivo di chiusura e di attacco. La diversità fa paura alle famiglie che vengono rassicurate dal modello unico che gli si presenta. Forse la società ha bisogno di alternative di famiglia che possano portare alla società il beneficio del confronto e far diminuire la paura della diversità.


L’OMOFOBIA. C’è una campagna d’odio contro gli omosessuali come mai si è vista. Qui la battaglia si stà facendo serrata. Ci dicono che i DICO sono una richiesta troppo elevata da parte nostra, e che si possono sostituire con diritti individuali. Ma se in questo paese Luxuria al parlamento e uno studente di una scuola media (giusto per dare l’idea di quanto sia trasversale l’omofobia) non possono manco andare a pisciare??? L’aria che tira è proprio brutta. Anche questo ennesimo episodio, dopo il suicidio di Matteo o l’omicidio di Maurizio Oldani coordinatore locale della Margherita a Milano e presidente provinciale dell'Associazione partigiani cattolici (solo per citare gli ultimi!), ci deve spingere tutti (gay e non) a partecipare al Gay Pride di sabato prossimo. Non è più solo questione di diritti, ma anche (o soprattutto?) di dignità. Al povero studente palermitano la dignità è stata lesa due volte: quando gli è stato proibito di andare al bagno ma anche quando si è detto (o lasciato intendere) che chi prende in giro i gay non è deficiente. La società (pseudo)civile manco più la facciata di tolleranza ha voglia di mostrare. No, adesso si arriva addirittura a denunciare chi ha il coraggio di reagire per far passare lo voglia agli altri. Un vero e proprio tatuaggio dell’anima per quel povero ragazzo (che sia o no gay, non ha importanza!) e per tutti i “diversi”.


La scrittrice Colette ha avuto una vita piena: amando uomini e donne. Una volta pubblicarono un articolo dove la sua amicizia con Mathilde e del suo ex marito con la sua amante venivano descritte come un condominio dall’aria losca. Stanca scrisse una lettera pubblica. "Leggo i vostri trafiletti con piacere, un piacere frequente, poiché da qualche tempo mi state deliziando... Ma vi prego di non trattare in questo modo due coppie che hanno sistemato la loro vita nel modo più normale che io conosca: quello che a loro pare e piace."

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11 Comments:

Blogger Limbozero said...

Sei tutti noi Matteo! E lo dico con la massima serieta'.
A volte mi sento veramente un alieno, o ancor meglio vorrei essere un alieno per trovare un senso a tutto questo che non va.
Grazie per questo post, mi fai sentire un "marziano" in compagnia.

7:21 PM

 
Anonymous Anonimo said...

matteo.. siamo tutti un po' deficienti.. almeno a me capita di sentirmici ogni tanto.. penso che dovrei anchio mettermi davanti alla lavagna insieme a quel bulletto a sua mamma e a suo papà e scrivere 100 volte "sono un deficiente"

alterego vincenzo

8:23 PM

 
Blogger Casa_Libera said...

Canterò fuori dal coro... concordo con tutto quello che scrivi, mat, sulla famiglia, sulla sensibilità, sulla diversità, ma non sulla tesi di partenza, ovvero che la prof abbia fatto bene a punire il bulletto costringendolo a scrivere quella frase. La scuola non serve per punire o per plagiare le persone, serve a formarle, con pazienza, con coscienza e conoscenza. E' un processo lento ed impalpabile, la costruzione di una coscienza civile, che non può essere coercitiva. Quel bambino vivrà di certo in una famiglia dove il bullismo è di casa, dove le battute come quella che ha fatto si sprecheranno; non è con quell'umiliazione che il bulletto comprenderà la gravità del suo gesto. Sarebbe forse stata più utile e formativs una (o più) lezione in classe sui diritti individuali di essere ciò che si vuole essere senza travalicare la libertà degli altri di non essere.
Qualcosa andava fatto per esecrare il gesto ma, non so, a me sembra che il gesto della prof sia stato comunque inadeguato al suo ruolo di formatrice.

11:42 AM

 
Blogger CornflakesBoy said...

Si hai ragione, come sempre! La vendetta giusta era farlo bere almeno almeno 40 litri d'acqua e poi negargli l'accesso al bagno. (Ovviamente a testa in giù, e con qualcuno che gli batte sulla pancia, sia chiaro!)

12:30 PM

 
Blogger Gift Zwerg said...

No so se il metodo di stampo "Montessoriano suggerito da Matteo potrebbe funzionare. :0) Ma secondo me quell'insegnante ha fatto bene!
Gli insegnanti, con i genitori, dovrebbero essere quelle persone che ti aiutano a crescere ti insegnano a saper vivere in questo mondo, ad avere rispetto degli altri.
Quando sbagli devi essere corretto, quando fai cose fuori luogo (maleducazione, arroganza, insulti ecc) devi essere punito, perchè così si dovrebbe, in teoria, muovere il meccanismo della nostra società.
Quel teppistello con la punizione ricevuta dalla maestra sarebbe stato umiliato e la prossima volta c'avrebbe pensato due volte a fare il gradasso umiliando chi magari è più debole e meno in grado di difendersi. Invece così gli è stata data vinta, sa che se lo rifarà (questo, o magari qualcos'altro di peggio) ci sarà sempre qualcuno che gli permetterà di pararsi il culo.
Anche le punizioni (certamente non corporali) e i rimproveri aiutano a crescere e a formarsi. Capisci cosa è giusto, cosa è sbagliato e quali sono poi le conseguenze!

Personalmente visto com'è andato il proseguo della vicenda dopo la prima punizione al piccolo naziskin in erba, ne assegnerei un altra, scrivere alla lavagna altre 100 volte…"sono deficiente grazie a mamma e papà"...

3:18 PM

 
Blogger Casa_Libera said...

coniglio!! non sei d'accordo con me.... mi cade un mito! :-)

10:31 PM

 
Blogger Gift Zwerg said...

Ma c_trulluccio caro non è che non sono d'accordo con te, è che concordo con Matteo! ;0)
(O mamma... Sarò mica stato un democristiano in una vita precedente???)

8:35 AM

 
Blogger Gift Zwerg said...

Chiedo scusa a Matteo se devio leggermente dal tema ma non troppo...ieri ho letto questa notizia:
Repubblica 12/06/07
New York
Dopo tre giorni di carcere , Paris Hilton dice di aver scoperto la fede. “Mi sono spesso comportata in maniera stupida…e la cosa non mi diverte più. Ora vorrei essere diversa…Dio mi ha dato questa possibilità” ha detto per telefono a Barbara Walters.
Terribili i primi tre giorni nel carcere di Los Angeles: “non ho mangiato né dormito… Ero molto depressa e avevo l’impressione di stare in gabbia…E’ stata un esperienza orribile”.

Secondo me se la sua maestra a scuole le avesse fatto scrivere alla lavagna per 100 volte..."sono una povera mentecatta" forse non saremmo giunti a questo punto!

10:45 AM

 
Blogger Alec said...

hey sister... nel caso non ci sentissimo, mi premeva dirti che: per me miss Italia continua!
un bacetto a te e a tutti gli altri amici bloggers e non!

11:24 AM

 
Anonymous Anonimo said...

Sono pienamente dentro l'indignazione relativa alla mancanza di civiltà, pur trovandomi spesso a pensare che sia proprio la civiltà a produrre la mancanza della stessa. Nella definizione è intrinseco un ossimoro di oscura radice. Gli animali non sono omofobi.

Comunque, per combattere Omofobia e Bullusmo a sfondo omofobo, c'è Schoolmates! Un percorso ideato dal Cassero che porta nelle scuole superiori contenuti e metodologie all'avanguardia su tali delicati temi. Scusate, ma fare l'imbonitore alleggerisce l'argomento.

12:02 PM

 
Blogger Casa_Libera said...

assolta ... http://www.rainews24.it/notizia.asp?newsID=71371

12:56 AM

 

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