Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.

lunedì, giugno 4


Mercoledì scorso a Firenze e il giorno dopo a Milano ho visto due delle tre date previste per il tour italiano di TORI AMOS. Come sapete, nonostante gli ultimi lavori non mi abbiano del tutto entusiasmato, lei rimane la mia cantante preferita.


Mi è difficile pertanto recensire un suo concerto con obiettività. Tra l’altro più gli anni passano (la prima volta la vidi nel 1996 a Firenze), più i suoi show diventano delle vere e proprie liturgie per un pubblico ai limiti del fanatismo. Entrambi gli show sono stati, come al solito, un trionfo: teatri esauriti e stipati. L’evento è avvolto da una tale aura di aspettativa e attesa che per innescare il carisma sarebbe sufficiente ormai solo la sua presenza fisica. Pensate che un vecchio dvd di un suo concerto dal vivo, sia apriva con l’intervista ad alcuni fans tra cui una ragazza che diceva di averla vista più di 200 volte. Ovviamente questa ragazza americana era agli show italiani, che rappresentavano le prima mondiale di questo tour. Ma i concerti hanno ripagato le aspettative anche per intensità ed esecuzione. Come dicevo prima sembra di assistere ad una liturgia (con i suoi tempi precisi e rituali), ad un rito woodoo. Quando sono ai concerti di TORI AMOS mi sorprendo a pensare: Tori esprime quello che sono io, e quello che è l’amica che mi siede accanto, e quello che è lo sconosciuto seduto di fronte. La sua musica così drammatica e i suoi testi cosi ermetici e ricchi di metafore e rimandi, hanno aiutato il pubblico a guardarsi dentro, a confrontarsi con se stessi, a interagire con i propri demoni e paure. Non è musica di facile ascolto o da mettere in sottofondo alla cena tra amici. Le sue canzoni così profondamente sentite, studiate, interpretate dai fan, ormai ci rappresentano, ci definiscono, raccontano della “nostra” presenza nel cosmo.


I concerti di questo tour si aprono con Tori Amos che entra in scena “travestita” da uno dei quattro personaggi diversi che stanno alla base del concept del suo ultimo disco che voleva esplorare le varie facce di noi stessi. A Firenze ha aperto Isabel (l’intellettuale pacifista) e a Milano Pip (la rabbiosa). Travestimento come esperienza di teatralizzazione. Un modo di mostrarsi e insieme di nascondersi. Un modo di enfatizzare un solo e singolo aspetto della personalità, che arricchisce di significati la messa in scena delle canzoni (soprattutto quelle del suo vecchio repertorio re-interpretate dalla doll di turno).


Poi, dopo un intermezzo con una versione remix di Profesional Widow, rientra in scena TORI AMOS che in tutte le date italiane indossava delle tute glitterate, molto anni ‘70! Le scalette, come da tradizione, sono cambiate tutte le sere; spesso raccogliendo le richieste dei fans che Tori abitualmente incontra il pomeriggio. La voce di Tori in questo tour è limpida e meno nasale che in passato, l’affiatamento con la band (chitarra-basso-batteria) è buonissima e dalla seconda fila mi sono divertito a vedere i sorrisi e le espressioni che si scambiavano. Appare subito chiaro che la resa live è notevole. Lontanissima dal tour del 2005 in cui, da sola sul palco, si era divertita a rallentare tutti i brani in chiave intima e sofferta. Questo è lo show più smaccatamente rock che io abbia mai visto tra quelli proposti da Tori Amos. A volte il piano fa fatica ad emergere, ma l’energia non è certo risparmiata.


Ad un certo punto la band esce di scena per l’angolo “T&Bo” e cioè Tori da sola con il suo mitico pianoforte bosendorfer. In tutte le date, prima dei due pezzi acustici, Tori ha fatto delle improvvisazioni che credo saranno il marchio di fabbrica di questa tournee (un po’ come lo erano le cover nel 2005). Tori improvvisando attua in tempo reale una serie di operazioni complesse creando una “composizione istantanea”, una specie di polaroid musicale, uno stacchetto cabarettistico. A Firenze la canzoncina faceva dell’ironia sulle “cattive ragazze” di oggi che si fanno beccare ogni volta che combinano qualcosa, invece lei era una “cattiva ragazza” ma non era stupida e sapeva come non farsi beccare! A Milano l’improvvisazione è nata salutando il pubblico che nonostante fosse al buoi lei vedeva, e lei che sul palco la vedevamo illuminata… bhè anche lei a volte ha avuto dei momenti al buio! Ecco solo questi momenti valevano il prezzo del biglietto!

Alla fine del concerto si assiste sempre alla corsa sotto al palco per i bis. E’ tradizione e si fa da sempre ai concerti di Tori Amos. Questo intendevo come liturgia di un concerto: rispettare dei tempi e delle “regole”. Esultare quando tori interpreta alcune b-sides e non solo i pezzi più famosi. Applaudire e urlare il nome di una dei personaggi interpretati da Tori, vivendoli come reali. Essere certi che Tori stà improvvisando e non cantando una canzone composta in precedenza. Questo è essere fan di Tori, o meglio “orecchi con i piedi” come ci chiama lei!


Voto concerto: 4 1/2 stelline (su cinque)

Etichette:

8 Comments:

Blogger Unknown said...

Ero a Firenze anche io, magari eravamo accanto al meet & greet, vai a sapere.

Entusiasmi e fanatismi a parte, è stato un grande concerto. Mia sorella ne è la prova: è rimasta entusiasta anche se non è una fan e conosce solo una piccola parte del repertorio.

T&Bö non avrei voluto che finisse mai. Aveva una grande verve anche da sola al piano. Non sempre è così, non scordiamoci certi arrangiamenti soporiferi del passato :)

2:14 PM

 
Blogger CornflakesBoy said...

Quest'anno non ho fatto nessun meet & greet io! E pensa che per me Milano è stato anche meglio rispetto Firenze!

2:18 PM

 
Blogger Unknown said...

Ci credo, a noi è toccata proprio Isabel! (con il relativo set che include Mr. Bad Man... brr)

4:33 PM

 
Blogger Gift Zwerg said...

MMMMMM cos'è un meet& greet? Come sono ignoranteeeeeee! ;0)

11:46 AM

 
Blogger CornflakesBoy said...

Tori Amos prima di ogni concerto (più o meno) si concede ai fans per fare qualche foto e firmare autografi. Ecco questi sono i M&G! Ovvero i momenti per cui vale la vita vivere!

12:16 PM

 
Blogger Gift Zwerg said...

Grazie di aver smantellato un pezzetto della mia ignoranza! ;0)

4:56 PM

 
Blogger Daniel said...

C'ero anche io a Firenze, sia al concerto sia al Meet&greet. E' stato un bellissimo concerto, anche se Isabel - all'inizio pure un po' zoppicante - era l'ultima doll che avrei voluto. Ma pazienza. "Conoscere" Tori è stata una grandissima emozione, la stima e la adoro da anni.
Bellissima la tua "recensione", mi ci ritrovo in pieno.

12:08 PM

 
Anonymous Anonimo said...

A Milano c'ero pure io e l'ho trovata semplicemente straordinaria (molto meglio che nel 2005)

1:22 PM

 

Posta un commento

<< Home