Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.

giovedì, maggio 3

Il 30 aprile, approfittando del lungo ponte del primo Maggio la zia del mio fidanzato ha insistito perché andassimo a cena da lei. L’avevo vista una sola volta prima. Eravamo capitati la per caso: ci aveva aperto la porta una donna di 80anni con bigodini in testa e smalto alle unghie che ancora doveva asciugarsi. Mi aveva già conquistato al primo sguardo e poi la conferma arrivò non appena mi disse il suo nome: Divina. Quel pomeriggio, nonostante lei avesse già pranzato, ci costrinse a restare a mangiare. Ricordo ancora i suoi racconti, la sua ironia e l’energia. Per un po’ di mesi non l’ho più vista a causa del mio infortunio. L’altra sera per la seconda volta Divina mi ha conquistato. Aveva preparato la tavola con cura, tutta coordinata sulle tonalità dell’azzurro. Aveva preparato portate per un esercito. E poi i racconti di una vita vissuta con slancio ed entusiasmo. Nessun rimpianto o rimorso trapelava dai suoi discorsi. Solo la voglia di parlarne, accettando il fatto che erano momenti passati e non sarebbero tornati, ma con l’attesa di vivere altrettante nuove esperienze. E’ stata una serata piena di felicità,di anime lucenti e tanta bellezza. Sono andato via da quella casa come se avessi preso un bivio improvviso dalla mia vita,un angolo di sogno, come se “una nuova famiglia” fosse possibile. Ero affascinato ed attratto da ciò che avevo intorno: amore, empatia, complicità e rispetto.
Stamattina abbiamo ricevuto la terribile notizia che la sera dopo la zia è stata male, è stata ricoverata in ospedale in terapia intensiva in condizioni gravi e stamattina è mancata.

Durante la pausa pranzo nel mio i-pod ho messo in loop la canzone “Quattordici Luglio” di Carmen Consoli:
Guardavo le sue mani che stuzzicavano insolenti una rosa finta
ed era così dolce il modo in cui
nascondeva l'imbarazzo
mentre parlava e sorrideva ironicamente
delle proprie sventure teneva gli occhi bassi
Guardavo le sue mani che si intrecciavano
tra i ricami di una tovaglia
riuscivo a stento a trattenere la voglia
di affermarle di aggredire il suo dolore
Misto all'incenso il sapore di un pasto frugale
i ricordi storditi dal tempo
pur essendo simile a tante e tante altre persone
era speciale ... speciale
Guardavo le sue mani che enfatizzavano
opinioni con eleganza
tra le improvvise somiglianze
simboliche intuizioni l'amichevole trasporto
Misto all'incenso il sapore di un pasto frugale
i ricordi storditi dal tempo
pur essendo simile a tante e tante altre persone
era speciale ... speciale
Mi lasciavo sedurre dalle sue manie
Mi lasciavo sedurre dalle sue manie
Mi lasciavo sedurre dalle sue manie

Mentre l’ascoltavo ho pensato tanto al calore che un essere umano può darti anche al primo incontro. La zia Divina si è nascosta tra i versi di questa canzone. E vorrei avere una bacchetta magica, per poter tornare indietro.
Ma non ce l'ho.
E nella mia impotenza, ti penso., Divina

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3 Comments:

Blogger birdantony said...

mi spiace molto per te (e per marco). non è che esistano molte parole per commentare questo tuo messaggio, o forse si... a volte le esistenze che ci sfiorano appena possono regalare moltissimo alle nostre vite. fossi in te non considererei vano rimpianto quell'amore, quell'empatia e quel calore che ti sono stati donati anche per un solo giorno della tua vita e soprattutto non mi risveglierei da quell'angolo di sogno.. per un ateo indefesso come me questa è l'unica possibile manifestazione Divina (in tutti i sensi). non far spegnere quel sogno e rendere comunque possibile quella 'nuova famiglia' sarà il tuo piccolo, ma immenso, contributo alla sua memoria ed un altrettanto piccola, ma preziosissima, goccia nell'oceano che ha rappresentato il senso della sua esistenza. con affetto, axxx.

4:08 PM

 
Blogger pippocippo said...

Attraverso i tuoi occhi e le tue parole digitali...emozioni. Grazie.
Non credo che Divina gradirebbe commensali musoni e malinconici alla sua tavola.
Voglio immaginarla così come ce l'hai presentata: frizzante, energica e saggia. Con la sua presenza ti ha "passato" qualcosa che albergherà in te/noi per sempre.
Grazie Divina!

4:02 PM

 
Blogger Casa_Libera said...

grazie matt.

2:02 AM

 

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