Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.

lunedì, marzo 12

Ieri sera parlavo con il mio amico Paolo Margherita della manifestazione pro DICO che si è svolta a Roma sabato pomeriggio.
Siamo arrivati alla conclusione che questi DICO ci fregheranno. Questa legge punta a riconoscere i diritti per i conviventi, ma lascia totalmente fuori dalla discussione il fatto che i conviventi si amano. Si parla di vincoli affettivi che quindi sono stati estesi anche a non innamorati, ma a semplici conviventi. Si è voluto totalmente eliminare il concetto di amore. Non si è voluto dare risalto che il collante di una (scusate se uso questa definizione orribile) coppia di fatto sia l’amore. L’hanno voluto evitare perché l’amore è alla base di una famiglia. Non volevano riconoscere il fatto che due persone dello stesso sesso potessero amarsi e formare una famiglia. Ma è proprio questo che io mi aspetto da una legge del genere: non solo la definizione di alcuni diritti fiscali, sanitari, sociali ma anche (anzi soprattutto) il definitivo riconoscimento sociale della mia forma di amore nei confronti di un altro essere umano e la parificazione della mia famiglia con le altre formate da un uomo e una donna (che alla fine sono due essere umani come me e marco).
Invece a guardare la diretta della manifestazione su rai tre sembrava che l’unica cosa importante fosse la successione dei beni nel caso uno dei due morisse. Insomma la stessa partecipazione che può avere un consiglio di amministrazione della FIAT se dovesse schiattare LAPO.

E allora si ricordano con grande rimpianto le parole Di Josè Luis Zapatero all’indomani della sua legge sui “matrimoni gay”, mica sui “dico”. Nel suo memorabile discorso Zapatero diceva: “La legge che consente il matrimonio agli omosessuali ci fa migliori come Paese perché dà dignità a persone che per molti anni hanno subito ingiustizie. Questa legge non toglie diritti a nessuno, ma finalmente riconosce dignità agli omosessuali.” “La rivendicazione del diritto al matrimonio tra persone dello stesso sesso emana dallo spirito stesso della Costituzione. È una proposta di riforma che non solo non va contro nessuno, ma della quale beneficerà tutta la società, perché aggiunge senza togliere. La nuova legge implicherà un allargamento del diritto che ha ogni essere umano di scegliere liberamente il cammino della sua vita e la ricerca della propria felicità. C'è in gioco molto di più della possibilità di sposarsi. È il riconoscimento della pienezza come esseri umani, della dignità, della uguaglianza incondizionata.”
Di fronte a queste parole tutto il siparietto della politica italiana appare così misero e provinciale. Qui in Italia si parla di un disegno di legge nato per smorzare le insistenti richieste della comunità GLBT. Richieste non solo non condivise dalla politica, ma ritenute scomode, irriverenti, fuori luogo ed eccessive. In Spagna invece la legge sui matrimoni gay è vista nell’ottica più globale della società tutta. E una società fondata sull’amore e sull’uguaglianza, come dice Zapatero, è una società migliore. E invece qui in Italia sembra che la società sarà colpita a morte dalla possibilità di riconoscere che nel pianerottolo a fianco del proprio ci possano essere due uomini che si amano e che formano una famiglia.

Io so che amo Marco. Il mio amore per lui è forse l’aspetto che più mi rappresenta oggi. E’ il mio amore per lui che può dare un senso alla mia vita su questo pianeta, molto più del mio lavoro, dei miei hobby o di altre passioni. Quando morirò quello che resterà saranno solo le cose intime e private, i piccoli ricordi che vivranno nella memoria di chi mi ha amato. Primo tra tutti il mio fidanzato, prima di mia madre o dei miei nipoti.
E’ proprio l’amore tra due uomini lo spauracchio della società. La rivoluzione sessuale degli anni ‘70 ha sdoganato il sesso tra gay: nessuno si scandalizza più a pensare che esista. Tra l’altro la società maschilista ci propina ogni notte nelle tv locali donne che durante le pubblicità di linee erotiche si leccano con piacere le passere, quindi l’omosessualità non solo è riconosciuta, ma anche sfruttata dal punto di vista economico. Ma evidentemente questo non turba papi o eminenze quanto l’idea che queste due donne tornino a casa e si amino al di la dell’atto sessuale, ma nella vita di tutti i giorni. E’ un sentimento così inaccettabile che alla fine si è infiltrato anche tra la comunità omosessuale. Tanti gay nel corso del processo di crescita hanno fatto proprie in maniera acritica e passiva le posizioni di pregiudizio presenti nella società nei confronti dell’amore e delle unioni tra gay. Basta fare un giro nelle chat per sentirsi ripetere ogni 3x2 “io cerco solo sesso” “non cerco storie”. E’ proprio questa paura dell’amore che si è incancrenita. Perché si sa che l’amore espone, ti mette in gioco e di conseguenza in pericolo perché socialmente non accettato. Fare sesso di nascosto e nell’intimità della propria cameretta va bene a tutti e non mette in pericolo. Ipotizzare di provare dei sentimenti, di aver voglia di prendere la mano a qualcuno al cinema, o di dargli un bacio nella bocca quando si è in fila al supermercato SPAVENTA DA MORIRE. L'amore ci chiede di essere un po' più coraggiosi, un po' più generosi e un po' più flessibili di quanto ci farebbe comodo essere. Amare significa vivere sul filo del rasoio più di quanto ci piacerebbe fare.

Ecco sognavo una legge che sdoganasse l’amore. Che desse voce a queste persone che hanno paura e che sabato non sono venute in piazza. Io sognavo una legge che ribadisse il concetto che quello che definisce una famiglia è solo l’amore, una legge che riconoscesse a tutti il diritto di amare indipendentemente dal loro sesso. Con il mio amico Paolo Margherita si diceva che non dobbiamo temere il Family Day, ma dobbiamo semplicemente andarci perché noi siamo una famiglia e nessuno si può arrogare il diritto di dare la patente di famiglia. Insomma questo disegno di legge sui DICO rischia di essere veramente poca cosa e il pericolo che passi in parlamento ci metterà nella scomoda posizione di non aspettarci niente di più per i prossimi anni.
Chi sta morendo di fame può sempre consolarsi guardando a chi è già cadavere (per esempio i gay nei paesi islamici). Non mi convince, preferisco guardare a chi mangia almeno una volta al giorno ( i gay che si possono sposare in Spagna, Inghilterra, Svezia etc) e cercare di raggiungere quel livello lì.

Pertanto vi invito tutti a firmare la petizione sul sito: www.matrimoniodirittogay.it

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5 Comments:

Blogger Alec said...

HO letto e riletto questo tuo post. Mi ha travolto ed entusiasmato. Io non avrei saputo scrivere le stesse cose con la chiarezza e la passione con cui le hai messe giù tu! Sister, mi sono alzato e ho applaudito da solo, nel mio soggiorno. Varrebbe la pena che fosse pubblicato altrove. Pensaci!
ps: sono proprio contento di esserti amico... sei proprio in gamba cazzo!

11:22 AM

 
Blogger Marco Scala said...

Bravo! condivido ogni tua singola parola e mi sono permesso di inoltrarlo ad alcune mailing list alle quali sono iscritto, lasciando l'url del tuo blog.

Marco

1:31 PM

 
Blogger Marco Scala said...

PS: cogliendo il suggerimento di Alec, ti consiglio di mandarlo come lettera ai giornali (repubblica, stampa, etc). A me diverse volte le hanno pubblicate..

Marco

1:32 PM

 
Blogger Casa_Libera said...

qui ci si spertica ed io le pertiche le ho sempre odiate. ma adoro te, caro mat. mi unisco al coro e mi sento (onorato) che questo tuo post sia anche sul mio blog.
e faccio mio questo pezzo del tuo post "Ecco sognavo una legge che sdoganasse l’amore. Che desse voce a queste persone che hanno paura e che sabato non sono venute in piazza. Io sognavo una legge che ribadisse il concetto che quello che definisce una famiglia è solo l’amore, una legge che riconoscesse a tutti il diritto di amare indipendentemente dal loro sesso.".

8:38 PM

 
Blogger L'Eroe Semantico said...

Mi trovi in parziale disaccordo. Tralasciando la veemenza emozionale, che non ti manca davvero, non condivido affatto l'esigenza che lo Stato riconosca il pubblico amore omosessuale. Quella è una questione sociale, non legislativa. Compito dello Stato è quello di assicurare ai cittadini omosessuali quei diritti materiali, quali la successione, la pensione di reversibilità, ecc. così come li si assicurano tramite il contratto matrimoniale agli eterosessuali. E non solo, tali diritti andrebbero estesi a tutti coloro che per convenienza, e non per amore, decidono di vivere insieme, pur non formando una coppia. Ti faccio un esempio circostanziato: alcune associazioni che aiutano gli anziani a reddito basso hanno di fatto creato nuclei familiari atipici consigliando a questi anziani di vivere insieme: uno metteva la casa, uno la pensione, l'altro la salute. Sarebbe giusto tutelare allo stesso modo anche questi nuclei atipici nati dall'esigenza di sopravvivere, più che da un sogno d'amore. E in più il tuo discorso presuppone la monogamia come postulato, e da' un pregiudizio di valore a chi vive una condizione poligamica condivisa (quella che in versione soft ci presenta Ozpetek per farla breve). Insomma, le mie posizioni, come vedi, sono molto più radicali.

6:29 PM

 

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