Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.

lunedì, settembre 10

Sabato sera ero invitato ad una cena a casa di un amico. Serata piacevolissima tra chiacchere, ricette siciliane e buon vino. Durante la serata abbiamo parlato del Cassero il club gay più frequentato di Bologna, e visto che sono mesi che non ci mettiamo piede abbiamo deciso di tornarci tutti insieme mercoledì sera per una serata in compagnia.

Il giorno dopo è passato a trovarmi a Bologna un mio vecchio amico padovano che non vedevo da tantissimo tempo. Si è fermato a cena e abbiamo ricordati i tempi in cui insieme andavamo a ballare praticamente tutti i week end. E allora mi sono soffermato a pensare a come, senza esserne consapevole e senza essermi dato questo obiettivo, sono effettivamente cambiato. La serate in discoteca solo 5 anni fa, erano un must irrinunciabile. Adesso sono mesi che non vado ad una serata in discoteca (escluse le volte in cui accompagno il mio ragazzo che fa il dj). Adesso diventano un evento speciale da decidere in compagnia.

Da piccoli i cambiamenti tendenzialmente partivano dall’esterno: si cambia scuola, ci si fa il motorino, si cambia città. Sono eventi che non solo ci cambiavano la vita e il carattere, ma ci permettono di datare abbastanza precisamente queste varie fasi di noi stessi. Ma quando si diventa grandi i cambiamenti partono da dentro. Sono quindi più lenti ma più decisivi. Siccome ognuno di noi vive con se stesso, non percepisce i cambiamenti che fa, però è naturale che accada: il cambiamento è il movimento naturale della vita e credo che tutti i giorni ognuno di noi cambi.

Durante la cena con il mio amico padovano ho capito quanto siamo cambiato reciprocamente in modo diverso. E la cosa mi ha un po’ spaventato perché significa che in futuro ci saranno altri cambiamenti. Tra cinque anni potrei non amare più quello che amo oggi. Tutto il nuovo che verrà è già dentro di me.
Anche fisicamente cambiamo. Tutte le nostre cellule quotidianamente muoiono e con una tenacia spaventosa si rigenerano. Alcuni studi ci dicono che in circa 7 anni c’è il ricambio completo di tutte le cellule del nostro corpo. Cambiate le cellule cerebrali, quelle del fegato, dal lunghissimo intestino dei muscoli, delle ossa, di quelle che formano i capelli, le unghie, i peli pubici, ogni piccole appendice interna o esterna. Insomma la persona che eravamo sette anni prima a livello biologico non esiste più: siamo un essere umano nuovo di zecca!
E anche per il nostro “io” (i miei lettori psicologi professionisti, mi scusino la semplificazione) funziona così. Come nel libro di Tabucchi “Sostiene Pereira”, dove si parla della teoria secondo cui noi non abbiamo un unico granitico io. Ma tutti abbiamo dentro una “confederazione di anime” la più forte delle quali prende, in un determinato momento della nostra vita, il potere. Finché in seguito a qualche evento non sarà un’altra a farsi avanti e spodestare l’altra. Ed è così che capitano certe capriole del destino, i cambiamenti vertiginosi e inaspettati.

Ma adesso che la mia vita ha preso una piega più soddisfacente i cambiamenti mi fanno paura. Come se non bastasse questo mio trip esistenziale ieri sera, dopo che il mio amico e il mio fidanzato se se sono andati, su la7 hanno trasmesso “Come eravamo” con Barbra Streisand e Robert Redfort. Il film è una tristissima fotografia su come si cambi con il tempo e come questi cambiamenti ci allontanino da qualcuno e ci avvicinino a nuove persone. E quindi anche ieri sera la stregha Barbra è riuscita a sciogliermi in un bel piantone cantando al momento giusto (del giusto week-end) il suo classicone:
The Way We Were
Memories light the corner of my mind.
Misty water color memories
Of the way we were.
Scattered pictures of the smiles we left behind,
Smiles we gave to one another
For the way we were.
Can it be that it was all so simple then,
Or has time rewritten every line?
If we had the chance to do it all again,Tell me? would we? could we?
Memories may be beautiful and yet,
What's too painful to remember
We simply choose to forget.So it's the laughter
We will remember,Whenever we remember
The way we were;The way we were.

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3 Comments:

Anonymous Anonimo said...

a mattè!! ma che vi eravate fumati? :)

alterego vincenzo

10:36 PM

 
Blogger Alec said...

molto carino il tuo post... se vuoi posso farti diventare famoso!
magari però eliminiamo quello strillo di emancipazione gay che sono le tue ultime trenta righe.... la Barbra? Sono d'accordo, una dea... ma non dirlo troppo forte sister, così tutti capiscono quanti anni hai! Adesso ti toccherà scrivere un post su quanto tu adori Avril Lavigne!

9:29 PM

 
Blogger Limbozero said...

Per me Matteo sei unico e inimitabile, per i post che scrivi.
Sto male al pensiero di tutte le mie cellule gia' morte!!Saperlo prima gli facevo un bel funerale :)

6:48 PM

 

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