Io sono troppo uguale a Miranda di “Sex & The City”. Guardare quel serial stà diventando un psicodramma: rivedere se stessi in tutte quelle piccole manie, in quei comportamenti standardizzati, in quello stile di vita!
Miranda Hobbes: tenace, precisa e un po' cinica all'apparenza, ma in realtà fragile e insicura. Ama organizzarsi le giornate, anche quelle di relax, in modo puntuale e preciso. Tutto deve avere il proprio ordine e alcune cose devono avere la priorità assoluta … anche rispetto ai propri reali bisogni. Ma ”bisogna” farle. Questa superorganizzazione le serve da salvagente per nascondere bene ansie e vulnerabilità.
L’altra sera rivedevo una puntata della prima serie in cui un sabato mattina, dopo aver fatto sesso con Steve, lui comincia a coccolarla. Dopo qualche secondo Miranda sbotta: “ dimmi quanto tempo ti serve per le coccole. 2 minuti? 5 minuti? 10 minuti? Io devo saperlo prima per organizzarmi”. Steve (un po’ basito) risponde: “Ma oggi è sabato! Non devi lavorare”. Ma Miranda gli spiega che il sabato lei “deve” fare spinning, andare in tintoria, fare la spesa per la settimana… etc
Imporsi le cose da fare, le scadenze, gli obblighi proprio come facevano i nostri genitori (o al contrario non lo facevano mai) è il nostro modo (mio e di Miranda) di volerci bene. Metterci sempre alla prova e sotto continuo sforzo è il nostro modo di sentirci importanti. Avere un sacco di cose da fare al giorno e riuscire a farle è come un bambino tenere in ordine il quaderno, senza cancellature o orecchie nelle pagine.
Per farvi un esempio, ieri sera dopo cena mi sono addormentato sul divano mentre leggevo una rivista. Sono stato svegliato alle 11 da una telefonata. Il fatto che avessi perso il controllo, che mi fossi addormentato e avessi dormito senza averlo deciso mi ha innervosito così tanto che mi è venuto il mal di stomaco. La mia superorganizzazione aveva fallito! Una persona regolare avrebbe detto: “ma chi se frega!!” io invece mi sentivo molto più in colpa della Franzoni.
Ma perchè devo essere così? Perchè devo SEMPRE avere lo sproporzionato timore del danno e la tendenza a previsioni catastrofiche, la tendenza al controllo, l'intolleranza dell'incertezza, il timore dell'errore o perfezionismo patologico e l'autovalutazione negativa. Questa ansia di controllo sulle cose e sulla vita viene ricercata organizzando le giornate in modo maniacale e assolutamente rigido. “Il soggetto ansioso vive con il mito del controllo assoluto, ritenendo che sia possibile ottenerlo e rimanendo con il dubbio perenne di non riuscire a possederlo. Il controllo assoluto è l’unica alternativa concepita dal soggetto ansioso al suo stato emotivo pervaso dal timore continuo di catastrofe. Essendo l’unico scenario alternativo all’ansia immaginato dal soggetto ansioso, il controllo è quindi concepito come componente obbligata e indispensabile della condizione di tranquillità.” Ecco perché anche un semplice pisolino fuori programma diventa un dramma del genere!
Con questo post comincerà una serie di analisi delle mie paranoie, siete avvisati! Questo mica è un giornaletto che d’estate affronta argomenti più leggeri e sbatte in copertina culi e tette! J