Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.

mercoledì, settembre 26

Cito da TOM-ONLINE:

Ahmadinejad ha raccontato agli studenti americani che loro in Iran di gay non ne hanno, e ha sostanzialmente ragione. O meglio: non ne hanno piu.

Ma secondo me anche questo è un danno prodotto dal precariato! Mi spiego meglio. Chissa chi hanno preso a fare da interprete? Per risparmiare sui costi avranno preso uno squiternato che aveva una pro-zia iraniana, gli avranno fatto un contratto co-co-co, e magari prima lavorava da McDonald's. Si sarà sentito in imbarazzo a tradurre la parola "omosessuale" ricordandosi di come la sua pro-zia si tappava la orecchie con le mani e urlava ogni volta che la sentiva pronunciare. E così per non offendere nessuno avrà chiesto al "piccolo dittatore": "Come si pone il vostro governo nei confronti delle minoranze come i reduci del Vietnam?". Al che lui ha risposto: "Ma da noi non esistono, li avete solo voi in America!" Ovviamente scherzo!

La situazione è ben più grave. Ma c'è poco da ridere perchè anche Hilary Clinton (come gli altri 2 candidati alla Casa Bianca) ha detto di non essere favorevole alle nozze gay. Tra un pò anche lei dirà che è perchè i gay che si svogliono sposare sono solo in Europa. In America hanno solo i gay che si vogliono divertire.

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lunedì, settembre 24



Molti conoscono già le Amiina per averle viste suonare dal vivo con i Sigur Ros, essendo questa formazione femminile il quartetto d’archi di fiducia del gruppo islandese.
Anche loro vengono da Reykyavik ed è stato proprio lì, al College Of Music, che nei primi anni ’90 Sólrún Sumarlidadóttir, María Sigfúsdóttir, Edda Olafsdottir e Hildur Ársælsdóttir hanno cominciato a frequentarsi.
La strumentazione che le quattro donne utilizzano è quanto di più particolare possiamo immaginare: arpe celtice, seghe musicali ad arco, glockenspiel, xilofononi e metallofoni percussioni varie e strumenti più consueti come l’harmonium, il piano rhodes, la tromba, il trombone e la tuba e naturalmente i loro archi.
Musica delicata e raffinata, pura magia sospesa nel tempo.


Questo sono le date:
9 ottobre - ROCKET - MILANO
12 ottobre - COVO - BOLOGNA
13 ottobre - EL BARRIO - TORINO


Se siete interessati ad intervistare questo delizioso quartetto nella data di Bologna, fatemelo sapere... magari ci andiamo insieme!!


Ci sono anche altri concerti a cui io sicuramente andrò e per i quali voglio estendere l'invito:
Giovedì 4 Ottobre: ROSOLINA MAR c/o Locomotive Club (Bologna)
Venerdì 5 Ottobre: LUCKY SOUL c/o Covo (Bologna) IMPERDIBILE!!!!!
Mercoledì 31 Ottobre: RETTORE c/o Estragon (Bologna)
Venerdì 9 Novembre: MAX GAZZE' + PAOLA TURCI + MARINA RAI c/o Estragon (Bologna)

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giovedì, settembre 20


Per chi non lo sapesse, lo scrittore Matteo B. Bianchi pubblica un rivista on line che si chiama “Tina”. Il numero che è uscito ieri è veramente bellissimo. Invece di pubblicare brevi racconti come da sua tradizione, in questo numero B.Bianchi ha chiesto a un po’ di giovani scrittori di raccontarci qual è la loro parola preferita e il perché. Ne è nato uno strano dizionario fatto di parole e sentimenti. Andate qui e scaricatelo in formato .pdf. (è gratis! Taccagni che non siete altro!) E divertitevi a leggerlo. E poi magari pensate anche voi a qual è la parola-regina del vostro vocabolario.

Non lo so se è anche la mia preferita ma sicuramente la parola che utilizzo di più quando parlo è: Ecco!
“Ecco” è definito un avverbio indicativo che si usa, appunto, per indicare, mostrare, annunciare, presentare qualcuno o qualcosa di cui si parla. Però io di solito lo metto alla fine di un discorso. O all’inizio di un silenzio. Tipo quando sono al telefono con mia mamma ma non so proprio cosa dirle ancora, allora mi esce sempre dalla bocca questo “ecco”. E poi funziona un po’ come intercalare. Quei pochi secondi che servono per pronunciare questa parola (inutile) mi danno il tempo per rimettere in fila i pensieri dopo una domanda impegnativa che richiede una risposta precisa. Funziona da sempre. Secondo il Vangelo, dopo che l’angelo fece la sua Annunciazione alla Vergine Maria, lei rispose: "Ecco, sono la serva del Signore, avvenga a me secondo la tua parola". E secondo me mentre pronunciava “ecco”, era ancora indecisa se credere a quella visione o urlare come Linda Blair nell’esorcista.

Ecco fatto! Adesso aspetto le vostre.

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venerdì, settembre 14




In questi giorno ho avuto sotto gli ho occhi un bel di esempi su come si sia veramente sputtanato il modo di fare “comunicazione”. Alcuni esempi:



1) Campagna centro estetico “sole e forma” di Settimo Torinese! Non è per fare i bigotti (lo sapete che non lo sono!) ma è questa pubblicità è volgare per quanto è basica. Insomma è come se la fiat facesse la pubblicità della nuova 500 dicendo: “la nuova 500 corre, sempre!”. Minchia, è molto più creativa ed evocativa Maurizia Paradiso quando fa le sue televendite del “mandingo”!



2) Bhè, ieri sera mi sono sconvolto nel vedere che "le jene" avevano mandato Enrico Lucci a fare le sue interviste strampalate fuori dalla chiesa il giorno del funerale di Pavarotti. Credo che abbiamo veramente toccato il fondo. Mancava solo ci fosse in diretta la televendita di Mediashop sugli attrezzi ginnici con l'americana che dice: "vedete amici, siamo qui al funerale di Pavarotti che non aveva usato maiiii il nostro fitness pump! Compratelo adesso con la super promozione "il maestro!". Ma secondo me ci manca veramente poco. Credo che l'anno domini dei funerali-show ci sia stato con Alberto Sordi. Vi ricordate il can can di informazione(?) in merito? E infatti il funerale di Luciano Pavarotti in TV ha assicurato share di pubblico da record. E questo comporterà che ci riproveranno anche se domani ci lasciasse le penne Mazzocchetti (quello che è arrivato terzo all’ultimo Sanremo…’gnuranti!)! E' una specie di "Anche i ricchi piangono" dal vivo. Il dolore di chi stava meglio di me, mi fa sentire più forte di lui! Credo ci sia molto un sentimento di rivalsa dietro a questa riscoperta del valore dell'uomo Pavarotti.



3) Ho letto in un sito un’analisi molto interessante sulla nuova pubblicità stampa della Coca-Cola Zero. Questa estate è uscita una pagina pubblicitaria di presentazione della nuova Coca-Cola Zero. In realtà sembrava più un redazionale per riviste di settore, ma invece è stata pianificata su magazine generalisti (come da esempio “Focus”).
Ecco alcuni errori (perché non saprei come altro chiamarli):
- A destra c’è un bollo rosso con riassunta la storia di Coca-Cola company per punti: diamo per buono che tutti sanno cos'è una bottiglia PET? E quel MLD che sa tanto di report aziendale?


Prima riga: "Il suo nome è Coca Cola Zero ...” no aspetta, ma non era Coca-Cola Zero, con il trattino?


E poi è un crescendo: “... made in Usa” Cos'è Usa? Forse USA!


“..messa a punto dal dottor John Pemberton [...] che mise a punto “... uhmm una ripetizione!!!!


Cosa vuol dire poi che "Dalla sua veste classica [...] Coca Cola (allora si scrive senza trattino? O con il trattino .. mah!) diventa un oggetto da collezione rientrando nel variopinto Coca Cola style"? E' la stessa Coca Cola, intesa come bevanda nella bottiglietta di vetro, che diventa un oggetto da collezione? E come fa a rientrare nel Coca Cola style, se è essa stessa a incarnarlo?


Andiamo avanti, perchè ad accompagnare la Coca Cola Light c'è la Fanta Free e ci sono anche tante altre bevande: "tutti (intesi come prodotti) fanno parte della famoso marchio americano". Della famoso? C'è ancora spazio per i refusi nelle pubblicità di The Coca-Cola Company?E subito dopo, si parte: scopriamo così che "Coca Cola Zero" è un opportunità per soddisfare un target maschile giovane adulto, consapevole del proprio fabbisogno calorico”.Ma secondo voi, è giusto dichiarare così spudoratamente il target? E' giusto parlare di "opportunità di soddisfare un target" in una pubblicità? Per chi è l'opportunità? Per il consumatore o per Coca-Cola? Sembra proprio per quest'ultima ... Un testo così va bene in un memo interno, una presentazione, qualcosa di aziendale dove il consumatore (quello che ti dà i soldi, per intenderci) viene delicatamente chiamato target (che per carità, nel marketing è ormai giustamente d'uso comune, ma che non dovremmo dimenticare che è un vocabolo prestato dal gergo militare ... al target, di solito, gli si spara contro ... e sentire The Coca-Cola Company che parla dei suoi consumatori come target, in una pubblicità ... hmm ... ).


Subito dopo ci viene detto che è stata "Creata per un pubblico giovane" (o giovane adulto? Solo maschile o anche femminile?)
E per il gran finale: “Quindi! Nel tempo libero, ma anche in una pausa di lavoro oppure in viaggio, (due punti, non a capo, perchè uno slogan non merita uno spazio tutto suo con un cambio di formattazione o almeno un po' di visibilità,): Coca-Cola Zero, Zero Zucchero Gusto Coca-Cola".Ma ... aspetta un attimo! Il claim che usano in TV non era "Gusto Coca-Cola, zero zucchero"?



4) Chi ti manda 1 ora prima della cena un sms (!) per dirti: “Stasera non vengo”! Dai che scherzooooooo…. Sciocchino

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lunedì, settembre 10

Sabato sera ero invitato ad una cena a casa di un amico. Serata piacevolissima tra chiacchere, ricette siciliane e buon vino. Durante la serata abbiamo parlato del Cassero il club gay più frequentato di Bologna, e visto che sono mesi che non ci mettiamo piede abbiamo deciso di tornarci tutti insieme mercoledì sera per una serata in compagnia.

Il giorno dopo è passato a trovarmi a Bologna un mio vecchio amico padovano che non vedevo da tantissimo tempo. Si è fermato a cena e abbiamo ricordati i tempi in cui insieme andavamo a ballare praticamente tutti i week end. E allora mi sono soffermato a pensare a come, senza esserne consapevole e senza essermi dato questo obiettivo, sono effettivamente cambiato. La serate in discoteca solo 5 anni fa, erano un must irrinunciabile. Adesso sono mesi che non vado ad una serata in discoteca (escluse le volte in cui accompagno il mio ragazzo che fa il dj). Adesso diventano un evento speciale da decidere in compagnia.

Da piccoli i cambiamenti tendenzialmente partivano dall’esterno: si cambia scuola, ci si fa il motorino, si cambia città. Sono eventi che non solo ci cambiavano la vita e il carattere, ma ci permettono di datare abbastanza precisamente queste varie fasi di noi stessi. Ma quando si diventa grandi i cambiamenti partono da dentro. Sono quindi più lenti ma più decisivi. Siccome ognuno di noi vive con se stesso, non percepisce i cambiamenti che fa, però è naturale che accada: il cambiamento è il movimento naturale della vita e credo che tutti i giorni ognuno di noi cambi.

Durante la cena con il mio amico padovano ho capito quanto siamo cambiato reciprocamente in modo diverso. E la cosa mi ha un po’ spaventato perché significa che in futuro ci saranno altri cambiamenti. Tra cinque anni potrei non amare più quello che amo oggi. Tutto il nuovo che verrà è già dentro di me.
Anche fisicamente cambiamo. Tutte le nostre cellule quotidianamente muoiono e con una tenacia spaventosa si rigenerano. Alcuni studi ci dicono che in circa 7 anni c’è il ricambio completo di tutte le cellule del nostro corpo. Cambiate le cellule cerebrali, quelle del fegato, dal lunghissimo intestino dei muscoli, delle ossa, di quelle che formano i capelli, le unghie, i peli pubici, ogni piccole appendice interna o esterna. Insomma la persona che eravamo sette anni prima a livello biologico non esiste più: siamo un essere umano nuovo di zecca!
E anche per il nostro “io” (i miei lettori psicologi professionisti, mi scusino la semplificazione) funziona così. Come nel libro di Tabucchi “Sostiene Pereira”, dove si parla della teoria secondo cui noi non abbiamo un unico granitico io. Ma tutti abbiamo dentro una “confederazione di anime” la più forte delle quali prende, in un determinato momento della nostra vita, il potere. Finché in seguito a qualche evento non sarà un’altra a farsi avanti e spodestare l’altra. Ed è così che capitano certe capriole del destino, i cambiamenti vertiginosi e inaspettati.

Ma adesso che la mia vita ha preso una piega più soddisfacente i cambiamenti mi fanno paura. Come se non bastasse questo mio trip esistenziale ieri sera, dopo che il mio amico e il mio fidanzato se se sono andati, su la7 hanno trasmesso “Come eravamo” con Barbra Streisand e Robert Redfort. Il film è una tristissima fotografia su come si cambi con il tempo e come questi cambiamenti ci allontanino da qualcuno e ci avvicinino a nuove persone. E quindi anche ieri sera la stregha Barbra è riuscita a sciogliermi in un bel piantone cantando al momento giusto (del giusto week-end) il suo classicone:
The Way We Were
Memories light the corner of my mind.
Misty water color memories
Of the way we were.
Scattered pictures of the smiles we left behind,
Smiles we gave to one another
For the way we were.
Can it be that it was all so simple then,
Or has time rewritten every line?
If we had the chance to do it all again,Tell me? would we? could we?
Memories may be beautiful and yet,
What's too painful to remember
We simply choose to forget.So it's the laughter
We will remember,Whenever we remember
The way we were;The way we were.

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lunedì, settembre 3

- le vacanze sono andate bene (nonostante la prima scaramuccia con il mio fidanzato). La Calabria è splendida.

- Sono ricaduto altre due volte. La prima in vacanza e mi sono sbucciato la testa sul lavandino. La seconda mercoledì scorso in palestra e sono anche dovuto finire all’ospedale per drenare gli ematomi dai gomiti. Sembro una moglie picchiata dal marito: piena di lividi che continua a cercare scuse. Effettivamente quella con Marco non è stata proprio una scaramuccia….

- Correte a vedere il film che ha vinto Cannes “4 mesi, 3 settimane, 2 giorni”: io l’ho trovato meraviglioso. A partire dalla prima inquadratura che parte da un acquario visto di fronte, senza profondità, con pochissima acqua. La scena riassume l’estetica intera del film dove l’ambiente dove vivono i protagonisti schiaccia ed è decisamente poco vivibile. E poi meravigliose le due attrici e i loro due opposti personaggi. Il personaggio della ragazza incinta è veramente costruito in modo esemplare (e irritante) per la sua passiva aggressività. Voto: 5 stelline su 5

- Ho comprato la lavatrice nuova e dopo 3 lavaggi mi si è bloccata. Durante una gita a Roma ho comprato un microonde ma una volta recapitato a Bologna ho scoperto che ha la portiera non si chiude. Quasi quasi faccio domanda per partire per l”isola dei famosi” a mangiare noci di cocco.

- sabato mattina dovevo andare ad Ancona per lavoro. Per evitarmi interminabili code del rientro decido di andare in treno. Appena salito nel regionale delle 7e38 mi rendo subito conto del mio grosso errore. Il “MIO” scompartimento di prima classe era pieno di papa boys che andavano a Loreto. Ovviamente loro avevano un biglietto di seconda classe, ma avevano invaso tutti gli scompartimenti. Ma non solo: ci hanno dato dentro per tre ore con canti e schitarrate (scordate) come fossero tarantolati. In mezzo a tale e tanto casino suonava patetico l’annuncio registrato che invitava “ad abbassare la suoneria del cellulare per non recare disturbo agli altri passeggeri”. Ho provato anche a distrarmi: mentre cantavano “Osanna” io cercavo di rendere il tutto più consono e terreno e cantavo “Oxa-anna”. Ma infondo si sono comportati come i cattolici hanno sempre fatto nel nostro paese: come fossero gli unici in quel treno e chi se ne frega degli altri! Tiè!

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