Mara Carfagna a colazione
Per completare il post precedente eccovi questa meraviglia.
Fonte: www.malvestite.net
Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.
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Fonte: www.malvestite.net
Ma avete visto l'intervista a Mara Carfagna alle "invasioni barbariche" di Daria Bignardi?
Un pò di commenti trovati in rete:
“Ti giuro che nel 2008 sentire ancora parlare dei comunisti come uno spauracchio è davvero troppo.
Un'intervista agghiacciante, pareva che la Bignardi intervistasse una ragazza teletrasportata dal 1950 ai giorni nostri senza passare dal via.
E poi, perchè ha sempre gli occhi fuori dalle orbite? coca o anoressia?”
“Si ma poi che significa dire che sei di destra perché la tua famiglia è da sempre di destra? Non ti rende mica più intelligente, anzi...se tuo padre fosse stato comunista lo saresti stata anche tu?”
“ho appena finito di seguire l'intervista alla carfagna; confesso che sono rimasta molto turbata; è una persona terribile; aggressiva, autoreferenziale, gelida, presuntuosa, fortemente ideologica; ha detto cose semplici e scontate con un cipiglio insopportabile, è stata abilissima a non rispondere alle vere domande e non ha fatto altro che zittirti; arriverà lontano... temo”
“Abbiamo scoperto che la Carfagna è in grado di NON respirare per 30 minuti. Ma una curiosità: delle due chi intervistava l'altra? Complimenti per la calma: a me sarebbe partita una capocciata dopo 10 secondi circa.”
“Non è riuscita a garantire le pari opportunità persino con la Bignardi che la stava intervistando, figurati!”
“Credo che la Bignardi non abbia mai fatto un'intervista dicendo tante volte 'ma non avevo chiesto questo'”.
“D'altra parte la ministra è simpatica come il gattino Virgola (avete presente? Quello delle suonerie dementi). Attaccato ai maroni con le unghie (come si dice dalle mie parti).”
“Curioso, che l'attrice dimostri più intelligenza politica del ministro...”
Qui potete vedere l'intervista integrale: http://www.la7.it/approfondimento/dettaglio.asp?prop=invasioni
Vengo a sapere solo oggi che il 1 Novembre è morta Yma Sumac, l'usignolo delle ande. Indubbiamente una delle voci più incredibili della storia della musica e una personalità misteriosa e intrigante. Pace all'anima sua.
Leggete il post di JoYello, da cui ho appreso la triste notizia, che ne ripercorre la storia e ci regala qualche raro MP3:
http://fard-rock.blog.excite.it/permalink/509820
Vladimir Luxuria è in finale all'Isola dei famosi.
Da qualche settimana è uscito il nuovo disco di Moltheni “il segreto del corallo”. Il primo pezzo del disco, “Vita Rubina” per me è il miglior testo italiano dell’anno. Ascoltatelo dal video che vi posto (registrato qui a Bologna qualche settimana fa) e leggete il testo che vi riporto qui sotto.
“L'altra notte mentre uscivo fuori dalla discoteca mi è passata a quattro metri la mia vita.
Camminava col bicchiere e un vestito nero, mi ha guardato, ma non mi ha cagato.
La conosco bene, è in collera con me, mi rimprovera le cose che non ho voluto fare, mi rimprovera parole che non ho voluto dire che mi avrebbero cambiato in meglio insieme a lei.
Ho rivisto il corpo morto di mio padre con i baffi neri diventati bianchi in un'ora o poco più, ho rivisto quell'estati infinite col mio amico Gigi con il sole che ci amava e ci baciava i piedi scalzi, ho rivisto mio fratello e le sue mani buone quelle mani adulte che lo so, io non avrò mai, ho rivisto le città che non mi sono appartenute i miei anni come ombrelloni chiusi in piena estate, i cavalli, le farfalle e le mie fate diventati un giorno cani a quattro teste, porte chiuse a chiave e finestre galleggiare in un mare di fotografie.
E' la mia vita, la scorciatoia per entrare in te e in me che difendo con le unghie e poi la perdo come un anello ai piedi non è ieri, è oggi.”
Provo a spiegarvi perché trovo questo testo poetico e ispirato. Si parte con il protagonista che ha la consapevolezza di non vivere la propria vita, che riconosce nella visione di una donna (la sua ex? Una possibile nuova partner? Una ragazza con cui non è mai riuscito a dichiararsi?) la possibilità di riscatto. Paradossalmente riconosce nell’altra la propria vita che non riesce più a governare, la vita che pensa di dover avere ma che gli viene negata. Una vita che gli stà sfuggendo.
Lui riconosce di avere dei blocchi emotivi. Dimostra di sapere quali sarebbero state le cose da fare o da dire per essere protagonista della propria vita. Ma ha anche la consapevolezza di non avere avuto la capacità di poterlo fare. Per il suo stesso essere. Per la sua natura. Per la sua storia, i suoi condizionamenti e per le carenze affettive che probabilmente ha avuto e che lo portano a vivere l’affettività, cardine della vita di ciascuno di noi, con tanta difficoltà e con tanta intensità. L’altra diventa appunto “vitale” e a lei delega le chiavi della sua felicità.
Ma come dicevo il protagonista ha una storia che parla per lui, esperienze che hanno plasmato la sua sensibilità e la sua (in)capacità di far fronte alla vita. Ricordi di esperienze, testimonianze di un passato, strappi e ferite mai veramente risanati che per anni hanno continuato a sanguinare nel profondo. Tutti sentimenti ingarbugliati in una matassa disordinata e nodosa, li sente arrovellarsi nella pancia, girare come trottole, cercare una via d’uscita.
I baffi del padre che diventano bianchi di colpo, ci raccontano di un forte dispiacere. Di un evento tragico. Qualcosa che avrò definitivamente catalizzato l’attenzione del padre e cambiato per sempre i rapporti e la quantità di attenzioni da dedicare al figlio.
Bellissima la descrizione della mani “buone” del fratello. Viene semplice, per confronto, pensare alle mani del protagonista come “cattive”, suggerendo una competizione se non proprio un senso di inferiorità.
I ricordi positivi sono legati all’amico Gigi. Quindi a qualcosa di “altro”, “esterno” dalla famiglia. I ricordi positivi quindi che fin da piccolo si impara a riconoscere in qualcosa di staccato da se, di diverso, di lontano. Di mai veramente “nostro”.
E questa consapevolezza genera un dolore che porta un vuoto, un dolore che apre una voragine una specie di buco nero in cui il protagonista teme di scivolare.
Ma alla fine c’è la volontà di rivalsa. La presa di coscienza che non abbiamo altre vite in dotazione ma fatalmente solo la nostra. La consapevolezza che per assaporare il piacere di vivere (“entrare in te”), per capire chi è veramente, per riprendere le potenzialità che ha lasciato marcire un poco alla volta deve partire da se stesso. Svincolarsi dal passato e smetterla di analizzarlo in modo cervellotico. Spogliarsi di condizionamenti e credenze è difficile, ma trovare la propria essenza significa ritrovare se stessi, e vale la pena lavorare in tal senso.
Insomma….. vi è chiaro perché amo questo testo?
Ha vinto Obama e il mondo sembra svegliarsi da un lungo letargo. Ho ricevuto in piena notte sms esultanti per la vittoria. Cose che non capitavano dagli anni '80 quando Fiordaliso aveva vinto il Festival di Sanremo. Tanto per dire.
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Essere traditi è terribile. Ogni tradimento alla nostra fiducia genera una ferita lancinante al nostro io: sia che si tratti di un amico che ci dice una bugia per evitare la nostra compagnia fino ad arrivare alla ferita più grossa e cioè il tradimento del nostro partner. La fiducia irrimediabilmente spezzata e l’amore annientato. Non solo quello nei suoi confronti. Ma l’amore in senso universale che noi vorremo sia dare che ricevere.
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