Ho provato a non scrivere questo blog. Ma non ci riesco.
Ho provato a sostituirlo con i social network: facebook, myspace etc
Ma li trovo superficiali. Non so cosa farmene di due righe striminzite in cui si commenta una foto, si fa una battuta, si aggiorna il proprio profilo scrivendo dove si o cosa si fa.
Io sarò troppo cervellotico, come sostiene qualcuno, ma su quei siti mi pare ci sia solo quella spensierata voglia di esserci senza avere niente da dire, se non “ci sono anch’io!”.
La vetrina del nulla. La fiera della vanità.
Ma capisco che per qualcuno questa semplice forma di comunicazione possa bastare. E francamente li invidio. Vorrei potermi accontentare pure io.
E invece io ho bisogno di spazio e di parole. Non mi interessa avere 20 richieste di nuovi “amici” (che forse mi scriveranno un “ciao” ogni sei mesi). Mi interessa anche un solo vostro commento in cui cercate di dirmi qualcosa.
Quindi rieccomi qua!
In questi mesi non ho scritto per il divieto di affrontare certi argomenti. Che però non erano il “debito pubblico della Cisgiordania” o “la relazione diretta tra gli acidi grassi polinsaturi e il funzionamento biochimico e fisiologico delle membrane neuroniche”. Forse (e dico forse!) sarebbe stato un po’ più facile evitarli. E invece anche se cercavo di parlare di un disco o di un libro che avevo letto, era difficile non ricondurre tutto alla mia storia degli ultimi due anni.
Ci proverò! Proverò a parlare solo di me di come mi sento, di cosa mi passa per la testa, di quanto sto male o di quanto sto (spero prima o poi) bene. E credo con questo di non offendere nessuno. E se ciò dovesse succedere… poco male. Tanto non si può avere meno di niente.