Grande concerto ieri sera a Ferrara della coppia di musicisti del Mali, Amadou & Mariam, che hanno infiammato la piazza. In attesa di aprire il super concerto dei Blur ad Hyde Park e ti fare gli opener per le date americane dei Coldplay, sono arrivati da noi per l’unica data italiana.
I due si presentano un po’ come una coppia ibrida tra Uizzy dei Jefferson (trattenuta, signora e un po’ arricchita) e Ike Turner (con qualche chilo in più e per niente sbronzo). Con loro si sono dati da fare due coriste scatenate, (di cui una con le mani più lunghe del pianeta e il polso più morbido di qualunque gay)*, percussioni, batteria, tastiere, basso e chitarra.
E si passa dai canti africani tradizionali, a lunghe suite quasi progressive anni ’70, a canzoni con gran assoli di chitarra alla Santana, al finale quasi techno-dance.
E riescono a mettere in scena l’archetipo dell’africa: solare, fiera, profonda, viva. Tutto quello che l’occidente sembra aver perso.
Il pubblico ci mette un po’ a lasciarsi andare, ma via via che il concerto prosegue è proprio il richiamo ancestrale della musica, l’energia contagiosa e autentica che passa da persona a persona a far ondulare tutta la piazza. Insospettabili signore, attempati vecchietti, mariti in crisi di mezza età: alla fine del concerto tutti -e dico tutti- non possono non muovere il culo, battere le mani e agitare le spalle.
Perché l’Africa, e la sua musica, esprimo proprio questo: essere felici è uno stato naturale. E un diritto. E per esserlo basta essere semplici.
Che detta così sembra una banalità.
Ma poi ti rendi conto che secoli e secoli di quella che chiamano “cultura occidentale”, ti persuade esattamente del contrario. Che per essere felice devi avere sempre di più.
Ed è uno sparti acque profondissimo. Siamo veramente due mondi.
Basta guardare le coriste per capirlo: sono la femminilità fatta a persona. E sono coperte da testa a piedi, non sono truccate, e i capelli sono sciolti e naturali. Ma sono femmine dentro. Non c’è storia. Da noi le donne cercano di essere femmine fuori: con trucco&parrucco, vestiti, tacchi e accessori. Ma avranno sempre la peggio.
Ma la lezione che ci danno Amadou & Mariam è proprio questa: per essere felici bisogna essere se stessi senza infrastrutture. E loro, ciechi entrambi e non più ragazzini, che arrivano al successo planetario lo dimostrano.
Insomma grande musica e grande energia per il primo concerto di “Ferrara sotto le stelle”, che si riconferma uno (se non il primo) dei più interessanti Festival musicali italiani.
Voto: 4 stelline (su cinque)
Vedete qualche video del duo: http://www.youtube.com/watch?v=shbOmNakdTo
* questa non è mia. Ma è una citazione.
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