Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.

lunedì, maggio 12

Ci sono dischi che arrivano al momento giusto. Ascoltati in altri periodi della vita non conserverebbero tutta la loro carica esplosiva.
E negli ultimi mesi della mia vita, contraddistinti da poca fiducia nel futuro e un senso di pesantezza esistenziale, mi è arrivato come una manna dal cielo il disco di un nuovo duo italiano “il genio”. Musicalmente suona decisamente retrò ma è difficile da spiegare. Proviamoci! Immaginate un mondo dove l’hip hop (che ultimamente ha tentato anche attempate signore che vivono decisamente male la propria menopausa) non è ancora stato inventato. Immaginate che una legge vieti con l’ergastolo fastidiose impennate di voce e gorgheggi che hanno portato al carcere Mariah Carrey e tanto vanno di moda a X Factor. Poi immaginate di unire (in percentuali variabili) musica “alta” (Serge Gainsburg, Jane Birkin, Air, Goldfrapp) con musica decisamente più pop (Pizzicato Five, Viola Valentino e addirittura Ilona Staller di “Muscolo Rosso”).
Non lo credete umanamente possibile?
Andate nella loro pagina myspace (
www.myspace.com/ilgenio) e ricredetevi.
Insomma finalmente qualcosa di nuovo, personale ma che sia leggero al punto giusto.
Suonano un genere che nasce dalla fusione di ritmi elctro pop, con sonorità anni Sessanta, dalla bossa-nova, alla musica da film, dall’easy listening alla cosiddetta lounge music o lift-music, cioè la musica da salotto o da cocktail bar o da ascensore, e sigle dei serial televisivi e dei cartoni animati.
I loro testi sono una festa pop ai limiti (mai saggiamente superati) del kitsch e all’insegna dell’ironia. Ma io ci ho letto anche una satira della società supertecnologica, simbolo della modernità e del consumismo. Su questo ho avuto al fortuna di poter intervistare il duo che anche dalle lore risposte ha confermato l’originalità e lo spessore di questo progetto. Teniamoli d’occhio.

Voto: 3 e 1/2 stelline (su cinque)


Di solito “il genio” fa coppia con “sregolatezza”. Ma ascoltando il vostro disco c’è un senso di serenità, niente che sia estremo o inquietante. Ad esempio le paure dell’amata in “pop porno” non diventano inquietudini ma si trasformano quasi in una giocosa provocazione. Già trovo straordinario trovare tanto “genio” in un progetto italiano, però vi chiedo: se c’è, dove stà la “sregolatezza” nel vostro duo? O la riservate per il prossimo disco?

No, mi permetta. No, io, scusi noi siamo in quattro. Come se fosse antani anche per lei soltanto in due, oppure in quattro anche scribai con cofandina; come antifurto, per esempio.(stralcio di un testo del prossimo album).

Nonostante l’uomo sia sbarcato sulla luna il 21 luglio 1969, voi avete scritto un pezzo intitolato “non è possibile”… che l’uomo sia andato sulla luna. Credo che lo sbarco sulla luna sia stato per il genere umano un avvenimento carico di significati e che ha portato all’insorgere di tantissime speranze per una società tecnologica più giusta. Con la vostra canzone “negazionista” volete forse denunciare il cadere di queste illusioni? Come se l’ultima speranza di essere diversi e migliori sia svanita e ci ritroviamo invece ad essere ancorati al nostro stesso essere e ad ammazzarci a vicenda come facevano i primi ominidi del pianeta?
E' proprio così, non avremmo saputo dare una migliore descrizione della situazione attuale. Noi non neghiamo che l'uomo sia andato sulla luna. Neghiamo addirittura che la luna sia un satellite e non un'ombra cinese.

Come nascono i pezzi? Prima il testo? La musica? Le idee?
Prima le idee, poi le idee scremate, poi le idee residue, finchè non restano il testo e la musica.

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2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

matt dove se trova sta roba in rete?? hai qualche link dove scaricarlo?

1:27 PM

 
Anonymous Anonimo said...

Mh, ho delle opinioni sempre più contrastanti sul Genio, ancor più contrastanti dopo averlo visto dal vivo...

1:57 AM

 

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