Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.

lunedì, marzo 3


Il concerto di Julia Kent è stato “amazing” come le ho ripetuto un sacco di volte. /clicca sull'immagine per ingrandirla).
Eravamo in pochi venuti a sentirla. Eravamo gli unici ad arrivare con un ora di anticipo per la paura della ressa. Mossi da pietà ci hanno fatto entrare lo stesso all’interno del locale per bere qualcosa. Mentre stavamo nel nostro tavolo a chiacchierare è arrivata lei, con il violoncello sulle spalle come se fosse un studentessa con il suo invicta.
Appena l’ho vista arrivare mi è venuto naturale chiamarla per nome. Lei è venuta sicura al nostro tavolo a salutarci e subito alec”la_sister” l’ha riempita di parole.

Appena arrivata sul palco si è tolta le scarpe e le ha ordinatamente sistemate vicino allo sgabellino.
Dopo una piccola pausa, e un attimo di concentrazione, Julia ha iniziato a suonare un’unica nota sul suo violoncello. Poi ha lasciato che tornasse il silenzio. Poi ha suonato un’altra nota lunga e ha fatto seguire, dopo un secondo di silenzio, da un semplice accordo. Subito dopo ha inarcato il piede destro e ha pigiato un tasto della pedaliera a terra. All’improvviso, miracolosamente, le due note e l’accordo che aveva appena suonato si sono ripetute, una volta e poi un’altra. Ha di nuovo premuto e le note presero a sbocciare a moltiplicarsi. Questi suoni ripetuti in loop creano un sottofondo armonico e così Julia ha cominciato a suonarci sopra le sue delicate melodie.
Da sola ha creato un concerto ricco, come se sul palco ci fosse un quartetto d’archi. E tutto da sola, senza tecnici del suono. Concentrata a suonare e contemporaneamente a gestire, pigiando ossessiva sulla pedaliera, la ripetizione dei suoni che via vai ha registrato durante il suo set.

Ha suonato solo brani dal suo disco, nessuna citazione al lavoro dei johnsons.

Per quanto riguarda la serata gay al termine del concerto devo fare qualche triste annotazione. Intanto concerto e serata erano due momenti separati. Tanto è vero che chi arrivava per il concerto si sentiva ripetere allo sfinimento (dai buttafuori, daibaristi, da quella del guardaroba) che "dopo ci sarebbe stata una serata per gay", quasi a voler avvisare gli spettatori del concerto a scappare in tempo, magari perdendosi i bis ma salvandosi la pelle. Sigh

Che la serata centrasse poco con il concerto lo dimostra il dj set(???) sucessivo fatto solo di musica vecchia, commerciale e banale che metteva in fila tutte le sgallettate icone gay: madonna, destiny child, avril. Insomma come ascoltare Radio Bruno.

Inoltre consiglio di evitarle la serata a chi ha già compiuto i 22 anni, a chi non può sfoggiare creste e frange, a chi è allergico ai profumi. Insomma la solita serata gay... altro che amici di Julia!

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6 Comments:

Blogger Alec said...

Allora. Non so se sia voluto o meno (per tutelare la credibilità sediente che con fatica mi sono costruito nella cerchia dei tuoi lettori/amici), ma puoi tranquillamente dire, per il gusto di un reportage completo, che senza indugiare, al termine dell'esibizione di miss Kent, la tua sister-alec si è fiondata a fare amicizia con la suddetta performer, e le ha succhiato il cervello tramortendola di chiacchiere. Si è perfino permessa di invitarla a ballare stile crumbling, dimenandosi per esercizio dimostrativo, come la più tarantolata beyoncè della bassa padania.
Dillo pure, caro corn, che miss Kent era del tutto terrorizzata,e che crediamo sia scappata, scivolando carponi da un'uscita di sicurezza.
Aggiungerei, per mio dovere di cronaca, che senza nulla togliere alla grande maestria esecutiva della donnina, credo che vada benissimo essere indie con tanto di maglia a righe, e anche yankee con quel suo fare sospeso e civettuolo. Ma!
Ma anche meno cara Julia. Anche molto ma molto meno compresa nella parte, magari.

La foto (orrende noi due, ma lei...) spiega bene il suo grado di sospetto maturato sulla mia persona.

6:38 PM

 
Anonymous Anonimo said...

ragazzi... ho salvato la vostra foto come salvaschermo del mio portatile!!! come sono arretrato... come sono antico... ma chi è sta laura??? (ehi matt.. pss.. pss... ma chi è sto alec???)

alterego vincenzo

7:53 PM

 
Blogger CornflakesBoy said...

Vince... non c'è nessuna Laura! Lei si chiama Julia. Anche se effettivamente dalla foto può ricordare Laura Palmer di Twin Peaks (dopo un paio di notti in ammollo nel lago ghiacciato).

Ad ogni modo Alec "my sister" è uno degli amici più cari che ho a Bologna. Nonchè inarrivabile blogger. Il suo è il blog meglio scritto tra tutti quelli che leggo ogni giorno. Per farti un idea vai a questo link e leggi la descrizione che mi aveva dedicato qualche tempo fa!

http://aleconair.blogspot.com/2006/11/my-sister.html

4:32 PM

 
Anonymous Anonimo said...

appena diventerò presidente supremo dell'universo.. vieterò blogggggg e tutto quello che io non so usare!!!! siete avvisati tutti!!!

PENTITEVIIIII

alterego vincenzo

8:57 PM

 
Anonymous Anonimo said...

anche io sono interessato ad alec...
ciao alec!! :)))

10:06 AM

 
Blogger Alec said...

Non c'è un'emoticon che stia a significare: sbatto le ciglia!
Ma tant'è!

7:06 PM

 

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