"Per ascoltare i miei dischi c'è bisogno di emozioni e profondità. Sono due caratteristiche che non appartengono ai maschi bianchi ed eterosessuali" Sono parole di Joni Mitchell, 64 anni a novembre, che è ritornata con un nuovo disco, “Shine”, dopo quasi dieci anni.
Spero che tutti voi abbiate avuto la possibilità nella vostra vita di entrare in contatto con la musica di quella che da molti viene definita la musicista più importante del 20 secolo. Certo è che se non ci fosse stata lei (e soprattutto il suo capolavoro “Blue”) tutte le cantautrici che io amo tanto non ci sarebbe state. Infatti cominciai a interessarmi della sua musica dopo che Tori Amos cantò delle cover di alcune sue canzoni (“A case of you”, “River” e “Both sides now”) e subito mi affascinò l’arte di questa donna che ha portato la sua vita in musica! E che vita! Piena di (adorabili) contraddizioni! Ha avuto la poliomielite da piccola però a 7 anni comincia a fumare e non metterà mai diventando una delle fumatrici più accanite della terra. Ha una figlia da giovane che da in adozione e che ha “ritrovato” qualche anno fa. E’ stata la donna di alcuni tra i più grandi musicisti (ad esempio James Taylor, Jackson Browne, Neil Young, Jaco Pastorius).
Aveva detto addio alla musica, continuando a fare la pittrice e uscendo aveva sbattuto la porta! Aveva accusato le major discografiche di essere delle latrine, che producono musica senza sostanza e interessate solo a culi e tette. Ed è per questo che alcuni ora la accusano di essere poco coerente. Forse hanno ragione ma a me questo disco è piaciuto da matti. Il suo stile qui è una continua citazione di se stessa. Se non la si ama nel profondo questo aspetto può penalizzare questa sua uscita. Ma se, al contrario, in passato la si è amata in ogni sua metamorfosi musicale (e ne ha avute tante) stavolta si rimane piacevolmente sorpresi per il perfetto equilibrio in cui tutte le Joni del passato riescono a convivere (finalmente) felicemente. Un disco perfettamente in equilibro tra melodie più pop, arrangiamenti folk, divagazioni jazz senza mai una caduta o una sbavatura. Canzoni delicate e dolcissime con testi profondi e ispirati. Cito da una recensione a me molto cara: “il suo mondo è questo, intimo, a volte sferzante nelle parole, crudo nei confronti del sesso maschile. Le canzoni ci permettono di viaggiare ma anche di riflettere, di aprire la mente verso la poesia e l’introspezione, di scoprire come in tempi di globalizzazione e di velocità c’è musica che scorre lentamente,
adagio fino al cuore. Senza dimenticare temi a lei sempre cari come la politica e il femminismo. Un disco intenso, da ascoltare guardando il mare e possibilmente sorseggiando un caffè. Scintillante come ogni gemma rara.” Chi ha scritto questa recensione è una persona che, prima di conoscere fisicamente, una sera al telefono parlò con me delle musica di Joni Mitchell e di quale fosse la rispettiva canzone preferita. E poi da cosa nasce cosa. Grazie, Joni!
Voto: 4 stelline (su cinque)
Spero che tutti voi abbiate avuto la possibilità nella vostra vita di entrare in contatto con la musica di quella che da molti viene definita la musicista più importante del 20 secolo. Certo è che se non ci fosse stata lei (e soprattutto il suo capolavoro “Blue”) tutte le cantautrici che io amo tanto non ci sarebbe state. Infatti cominciai a interessarmi della sua musica dopo che Tori Amos cantò delle cover di alcune sue canzoni (“A case of you”, “River” e “Both sides now”) e subito mi affascinò l’arte di questa donna che ha portato la sua vita in musica! E che vita! Piena di (adorabili) contraddizioni! Ha avuto la poliomielite da piccola però a 7 anni comincia a fumare e non metterà mai diventando una delle fumatrici più accanite della terra. Ha una figlia da giovane che da in adozione e che ha “ritrovato” qualche anno fa. E’ stata la donna di alcuni tra i più grandi musicisti (ad esempio James Taylor, Jackson Browne, Neil Young, Jaco Pastorius).
Aveva detto addio alla musica, continuando a fare la pittrice e uscendo aveva sbattuto la porta! Aveva accusato le major discografiche di essere delle latrine, che producono musica senza sostanza e interessate solo a culi e tette. Ed è per questo che alcuni ora la accusano di essere poco coerente. Forse hanno ragione ma a me questo disco è piaciuto da matti. Il suo stile qui è una continua citazione di se stessa. Se non la si ama nel profondo questo aspetto può penalizzare questa sua uscita. Ma se, al contrario, in passato la si è amata in ogni sua metamorfosi musicale (e ne ha avute tante) stavolta si rimane piacevolmente sorpresi per il perfetto equilibrio in cui tutte le Joni del passato riescono a convivere (finalmente) felicemente. Un disco perfettamente in equilibro tra melodie più pop, arrangiamenti folk, divagazioni jazz senza mai una caduta o una sbavatura. Canzoni delicate e dolcissime con testi profondi e ispirati. Cito da una recensione a me molto cara: “il suo mondo è questo, intimo, a volte sferzante nelle parole, crudo nei confronti del sesso maschile. Le canzoni ci permettono di viaggiare ma anche di riflettere, di aprire la mente verso la poesia e l’introspezione, di scoprire come in tempi di globalizzazione e di velocità c’è musica che scorre lentamente,
adagio fino al cuore. Senza dimenticare temi a lei sempre cari come la politica e il femminismo. Un disco intenso, da ascoltare guardando il mare e possibilmente sorseggiando un caffè. Scintillante come ogni gemma rara.” Chi ha scritto questa recensione è una persona che, prima di conoscere fisicamente, una sera al telefono parlò con me delle musica di Joni Mitchell e di quale fosse la rispettiva canzone preferita. E poi da cosa nasce cosa. Grazie, Joni!
Voto: 4 stelline (su cinque)
Etichette: music
2 Comments:
Adoro Joni da sempre, credo che la sua voce e la sua capacità interpretativa siano al di là di ogni possibile confronto.
Non sapevo nemmeno che dopo tanto tempo fosse tornata con un lavoro nuovo. Corro a prendere "Shine"!
Grazie per la news
Daniel
10:47 AM
si bello, il pezzo shine e' assolutamente perfetto, ma anche strong and wrong e bad dreams ( non ricordo bene i titoli) a volte pero' diventa un poco demagogica nei testi. Pero' joder! ce ne fossero.
8:49 AM
Posta un commento
<< Home