Meno male che non ho vinto le primarie. Perché stamattina sono stanchissimo e non avrei nessuna voglia di cambiare l’Italia. Chiariamo subito una cosa: io non sono andato a votare per Veltroni. Il Partito Democratico non mi rappresenta visto le componenti che l’hanno generato. I candidati non hanno detto niente che mi abbi positivamente influenzato. Solo Furio Colombo, che prima si era candidato ma poi si è ritirato, mi avrebbe dato qualche motivo per seguire la competizione elettorale. Ma visto che ho deciso che io non li voterò, non vedo perché andare da impicciarmi a casa degli altri. Mica vado a dire a mia cognata con che detergente pulire l’alone fastidioso e giallastro che ha nel suo piano cottura; mi limito a guardarlo con un sopraciglio alzato, ma non sarebbe giusto mettere becco.
Prima di loro si è esibito un progetto italiano “Musica da Cucina”, che in realtà è un ragazzo di Sondrio: Fabio Bonelli. Come le CocoRosie nel loro primo disco usavano i rumori dei giocattoli, in questo progetto si usano i rumori degli utensili da cucina. Vengono campionati dal vivo i rumori di stoviglie, mestoli, acqua e si crea un tappeto sonoro dove aggiungere qualche strumento (chitarra e clarinetto). Mai e poi mai avrei pensato che il fischio di un bollitore potesse essere la migliore corista in circolazione, quella con più estensione vocale e la maggior capacità di tenere ( e prolungare) una nota. Rumori che diventano musica, perché non la si può definire in altro modo. Per lo Zingarelli, la musica è “l’arte di combinare più suoni in base a regole definite, diverse a seconda dei luoghi e delle epoche”. E invece la definizione di rumore è “qualsiasi fenomeno acustico, generalmente irregolare, casuale e non musicale, specialmente se sgradevole, fastidioso, molesto, nocivo“.
Una musica che propone Fabio Bonelli non nasce da viaggi lontani o esperienze esterne ma invece è ispirata da abitudini, da gesti quotidiani. La cucina diventa un guscio di emozioni che ci sono indispensabili, proprio come il cibo. E’ la musica dell’ambiente, quella che fa parte della nostra vita, ma che spesso non conosciamo. E quindi ci serve un artista che la “viva” e la tecnologia che la amplifichi. La cucina di casa nostra ha un sacco di cose da raccontarci, se solo qualcuno ce la fa ascoltare. Preparare dei cibi significa creare armonia, coordinamento, voglia di raggiungere un obiettivo definito, ma ancor più, significa mettere in gioco la responsabilità e la fiducia che ci porta a “cibarci”dei piatti preparati dalle “mani di tutti”.
Ieri pomeriggio dopo un week end passato a Ravenna, il mio ragazzo si è stretto e mi ha detto che era stanco e aveva voglia di andare a casa. Se la mia vita fosse un film sarebbe partito un pezzo di “Musica da Cucina” e la scena successiva sarebbe stata nella mia cucina.
Voto: 4 stelline e ½ (su cinque)
Il sito della Amiina: www.amiina.com
La pagina MySpace delle Amiina: http://www.myspace.com/amiina
La pagina MySpace di “Musica da cucina”: http://www.myspace.com/musicadacucina
Etichette: live music
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