Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.

lunedì, gennaio 23

Prima considerazione: ma la copertina non poteva essere più sbagliata! Spero non sia stata concepita per occhieggiare, ammiccare proprio ad un certo tipo di ascoltatore che ne resterà, irrimediabilmente, deluso. La copertina presenta nella foto una catena d’oro, con un pendaglietto a forma di guantoni da boxe. Insomma un immaginario duro, che rimanda ad un iconografia rap, hip pop, molto rude e pacchiana. Anche il carattere con cui è scritto il titolo e il nome dell’artista è un bastoni, duro, secco, senza fronzoli. Il titolo stesso “The Greatest” fa quasi pensare quasi ad un disco collezione.
E invece no! Il disco è un folk, country blues intimo e delicato composto solo da canzoni nuove. “The greatest”, la canzone che apre e titola il disco, parte riprendendo le note della celeberrima “Moon River” di Henry Mancini dal film “Colazione da Tiffany”. L’atmosfera di tutto l’album infatti è tutta da new classic. Non aspettavi delle novità da questo disco ma piuttosto preparatevi ad un’ottima interpretazione del più classico cantautorato femminile, da una delle voci più sensuali e accattivanti che da dieci a questa parte si ha la possibilità di sentire in giro.
Prodotto e arrangiato in un tono lo-fi, con una connotazione tipicamente da anni ’70 anche grazie all’uso di strumenti e tastiere vintage (per esempio l’organo hammond). Tutti gli strumenti, voce compresa, cercano (e spesso trovano) un equilibro perfetto, dove nessuno sovrasta l’altro ma spesso incarnano un unica e soave melodia. Insomma sicuramente non un disco rock, ma piuttosto una session di ottimi musicisti alle prese con degli standard moderni. Insomma è quasi un disco di cover di Cat Power, ed infatti la pecca più grande è proprio l’assenza di elementi di novità e di indicazioni sull’evoluzione artistica di Cat. Insomma è il dico perfetto per avvicinarsi a Cat Power se non la si conosce. Invece, secondo me, lascia un po’ deluse le aspettative di chi invece la conosce anche dal punto di vista di rocker cattiva e arrabbiata.

Voto: 3 stelline su cinque.

REGALO: se andate qui potete scaricare (sempre tasto destro, poi “salva oggetto con nome”) un suo pezzo di più di dieci anni, agli esordi di carriera con la giovinezza vissuta da bohémien, girovagando per gli States. Poi, l'approdo nella New York underground e l'inizio di una carriera che l'ha portata nell'olimpo delle chanteuse dell'indie-rock. Tra atmosfere cupe e serenate malinconiche.

1 Comments:

Blogger CornflakesBoy said...

Qualcuno mi ha detto che nella copertina non sono due guantoni da boxe ma due gattini. ma è vero??? Sono così ridotto male???

PS: che tristezza fare un commento da solo al proprio post.

5:06 PM

 

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