Sabato sera sono andato a vedere il film "Lady Henderson Presenta" di Stephen Frears.
La trama in 2 parole: Londra, 1937. Annoiata dalla recente vedovanza, l’abbiente Laura Henderson (Judi Dench) decide di rilevare un teatro in disuso a Soho, in Great Windmill Street. Per dirigere il suo nuovo acquisto, l’indomita signora assume l’impresario Vivian van Damm (Bob Hoskins), un ometto ostinato che non tarda ad instaurare con la sua principale un rapporto di amore-odio fatto di contrasti continui, di battibecchi ostinati, di duelli verbali assolutamente unici e indimenticabili. Un vero spasso comico. I due passarono alla storia per avere mostrato nudi femminili al pubblico inglese durante la guerra, quando una simile iniziativa poteva ancora creare scandalo. Furono in seguito ricordati per avere regalato momenti di distrazione alla città di Londra, in un periodo in cui il morale della popolazione era provato dai ripetuti bombardamenti.
Credetemi è un film molto divertente e arguto che consiglio vivemente. E' interessante come si cerchi di analizzare il/la morale. E cioè il morale di una città sotto costante rischio di bomabradamento e con una guerra alle porte. E la morale del tempo che non vedeva niente di male a mandare al fronte giovanotti ma trovava disdicevole il fatto che delle donne mostrassero le tette. Voto: 4 stelline (su cinque).
Però..... c'è un però. Sono andato a vedere questo film dopo averne letto la recensione su "il manifesto" e ho trovato alcune incongruenze. Vuoi vedere che ha ragione Berlusconi sui giornalisti di sinistra? Vuoi vedere che raccontano un sacco di fregnacce? Siccome non ci voglio credere e voglio continuare a leggere con stima "il manifesto", ho mandato al giornale questa mail e, se riceverò risposta, sarete subito informati.
From: Matteo Lion
To: redazione@ilmanifesto.it
Date: lunedì - gennaio 9, 2006 11:54 AM
Subject: UN DUBBIO....
Carissimi, preciso subito che la mia mail che non vuole essere polemica. Venerdì 6 gennaio avete pubblicato la recensione del film "Lady Henderson presenta" a firma di Antonello Catacchio. Molto incuriosito dal pezzo, la sera stessa sono andato al cinema per vedere il film che giustamente avete definito "una commedia singolarissima, pervasa da humor britannico portato alla massima concertazione da due attori di smisurato talento". E' sacrosanto: si tratta di un film molto gradevole. Però qualcosa mi sfugge. Nello stesso articolo si scrive "battute che volano in ogni direzione, e alcune perle sull'argomento gay". Di queste "perle" io non ho trovato traccia. Ci ho pensato tutta la notte. Insomma, dopo le intercettazioni di Fassino, uno di sinistra fa fatica a riconoscersi, a definirsi, a sentirsi parte di qualcosa. Adesso anche il mio essere gay è messo in discussione da dubbi come questo: quali erano queste perle? Perchè non le ho colte? Sembra una stupidaggine ma è come essere investito da un camion perchè non lo hai "sentito" arrivare e ti chiedi se sei diventato definitivamente sordo. Con affetto, Matteo LION
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