Questo sarà un post confuso e poco lineare. Ma d’altra parte come faccio a raccontarvi del nostro primo week end fuori porta, senza essere un fiume in piana di emozioni e traboccante di gioia?
Arrivo a Napoli la sera di venerdì dopo 5 ore di viaggio in treno. A giudicare dalla cagnara: la mia carrozza era stata affittata per una riunione di condominio. Ma non di un condominio dove si va d’amore e d’accordo, ma diciamo il condominio dove abita Marilyn Manson (cha fa casino tutte le sere) e Lori Del Santo (che ha fatto costruire abusivamente una tripla terrazza con piscina). Provate a immaginare com’era vispa la discussione.
Marco stava lavorando in un locale e, visto l’ora tarda e il forte bisogno di una doccia, decido di aspettarlo in albergo. Sono così orgoglioso di essere il fidanzato di Marco che già al taxista chiedo se mi consiglia o meno di baciarlo in pubblico. Anche quando arrivo in albergo e chiedo la camera prenotata con il suo nome, mi viene voglia di fare lo spavaldo e mi assicuro che ci sia il letto matrimoniale. Sarebbe bastato entrare in camera e guardare. Ma volevo che il recepionist capisse che io sono il fidanzato di Marco. Senza possibili altre versioni. Quando Marco è arrivato ha bussato alla porta e io prima di aprire ho detto ad alta voce: “Cielo! Mio Marito!” e quando ho aperto la porta gli ho detto: “Non devi guardare nell’armadio. Vero?”. Non so spiegarvi la gioia di vederlo arrivare “a casa”. Che dire? Siano maledetti tutti i momenti che passeremo lontani. Potrei andare avanti per ore a parlare di quanto fossi felice di essere li con lui in quel momento, ma finirei per fare del pornoromanticismo, cioè mostrare senza vergogna quello che non si deve mostrare!
Il giorno dopo abbiamo girato un po’ per la città senza una metà precisa, facendoci tentare da scorci, viuzze e vicoletti ma senza seguire un itinerario. Lui mi ha mostrato l’interno di un palazzo meraviglioso, io il Cristo Velato a San Severo. Però alla fine eravamo noi due le bellezze da scoprire e buona parte del pomeriggio l’abbiamo passata a letto, tra l’altro anche(e dico anche…) a guardare Piero Angela e a sfidarci con le domande dell’Eredità di Amadeus.
La sera Marco lavorava in una festa privata di un industriale napoletano. Il posto era meraviglioso, all’interno di una cava naturale a Posillipo. La festa era solo per vip e arricchiti che non facevano altro che chiedere al mio fidanzato di suonare della musica “più banale” (e cito testualmente). La richiesta, per darvi il polso della situazione, è arrivata dopo che aveva suonato (cazzo , parlo come lui!) Scissor Sisters, Robbie Williams, e Beyoncè. Insomma un parterre di cinquantenni ricchi sfondati, aspiranti veline e industrialotti legati all’andrangheta. Poi si sono tranquillizzati grazie al free-bar, alle droghe assunte e all’impegno di far tintinnare i braccialetti per far capire che non erano di bigiotteria. In mezzo a quel delirio di opulenza ostentata e al disinvolto consumo di stupefacenti, il mio moroso mi mandava al bar a ordinargli un succo di frutta (possibilmente biologico) o un bicchiere d’acqua (possibilmente naturale). Ma si può? Non dico di fare un barbatrucco per mimetizzarsi come avrebbero fatto i barbapapà, ma neanche voler essere vistosi come Luxuria che va a confessarsi a San Pietro!
Però durante la serata c’è stato il riconoscimento che avevo cercato il giorno prima con il taxista e il recepionist dell’albergo. Quando si sono lamentati con Marco, lui visibilmente incazzato voleva andarsene. L’organizzatore della serata è venuto da me e mi ha detto. “dai parlaci tu.. tranquillizzalo!”. Ecco mi sono sentito l’alter ego di Marco. L’altra sua metà. Se una metà è arrabbiata, l’altra metà deve essere calma. Credo che paradossalmente ci siamo sentiti molto vicini e insieme in quella consolle, anche se lui mi dava le spalle e io facevo finta di essere interessato solo alle mie sambuche. Alla fine della serata Marco, sotto il cielo stellato di Posillipo, mi ha detto che non mi aveva mai visto così bello. Non mi riconosco più. Una volta frasi del genere mi avrebbero fatto scappare a gambe levate. Quando qualcuno dimostrava di trovarmi interessante, automaticamente io mi sentivo a disagio. Io che credevo di essere destinato a rivivere ripetutamente gli stessi sbagli d'amore, seguendo lo stesso copione con persone diverse, in luoghi diversi, come se il destino dei miei rapporti, dal corteggiamento alla loro conclusione, fosse stato scritto alla nascita? Con Marco non mi viene di comportarmi come si sarebbe comportato il vecchio Matteo. Mi sembra di poter ri-scrivere il mio destino.
Il viaggio di ritorno in treno è un altro ricordo meraviglioso di questo viaggio. Il fatto che avessimo 5 giornali diversi ma alla fine leggessimo entrambi la stessa pagina contemporaneamente. Il fatto che la conversazione abbia affrontato anche cose serie e importanti come se fossimo da soli sul divano di casa. Mangiare gli snack dallo stesso sacchetto imboccandoci. E meno male che mi ero ripromesso di non fare pornoromanticismo! Basta, fermiamoci qua!
1 Comments:
Ecco la nuova pupattola del pornoromanticismo. Mi è piaciuto questo servizio... tu con l'occhio porcino che guardi nell'obbiettivo, e il cuore in primo piano, mentre lo titilli con fare voglioso.
Penso a come ci si senta essere la sorella di una futura star!
12:09 PM
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