Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.

martedì, novembre 7

Non ci manca niente. Stò vivendo il perfetto stereotipo dell’infatuazione romantica, che potrebbe risultare melensa anche agli occhi di Licia Colò. Penso a Marco in ogni dove, in ogni come e in ogni quando. E se non ci penso io è lui stesso a insistere, a farsi largo, a cercare di guadagnare terreno nella mia vita. Anche solo facendo il “geloso” confrontando il numero di post che ho scritto per maglietta gialla, e l’unico a lui dedicato. Anche solo rispondendo alla velocità della luce al SMS del risveglio, come se lo stesse aspettando. Anche solo riempiendomi di cd da ascoltare, che quando avrò finito di farlo sarò già con il doppio mento, 4 taglie di più e in procinto di dentiera e a quel punto spero proprio di essere suo per sempre.
Ma andiamo con ordine, perché non voglio sentirmi rimproverare che i racconti dedicati a maglietta gialla erano più didascalici e i suoi meno dettagliati. Dopo quel primo week end, la cosa che più mi ha colto di sorpresa e che non era mai stata nel mio stile è stato lo slancio. Lo slancio è un sostantivo che viene spesso legato alla religione e la misticismo. Oppure lo si sente ogni anno per l’approvazione della finanziaria, che darà sicuramente slancio a questo o a quello. Insomma la parola slancio pare essere legata al mondo del mistero e del non spiegabile (e la finanziaria di quest’anno ne è la riprova). E infatti non so spiegare anch’io questo slancio che provo, questa sensazione di sicurezza e di totale trasporto. So che è la cosa giusta e so che devo andare fino in fondo, sperando che un fondo non ci sia… proprio con la vitalità e la risolutezza degli eserciti di spermatozooi che non stanno neanche a chiedersi se sono finiti in un preservativo o sono stati “sprecati” per un rapporto orale. Loro devono continuare. E io ho voglia di continuare, di slancio.

Subito dopo il nostro primo week end non ho nemmeno ipotizzato la possibilità di non raggiungerlo a Milano e stare insieme per il ponte del 1 Novembre. E’ la realtà poi a cementare le aspettative. Se ogni incontro sembra essere perfetto, perchè si deve smettere di sognare? Se l’ideale diventa reale, cosa ci resta da fare se non vivere come in un sogno? Per innamorarsi bisogna “perdere la testa”, diventare incoscienti (proprio come nei sogni) ed è questo che s’invidia ad innamorati e giovani. Il disincanto è il peggior nemico dell’incantatore Eros. Una notte di Halloween, da soli in casa a guardare il dvd di “Frankestain Junior” non è di per se perfetta e magica? Una domenica pomeriggio in cui si alternano incontri con amici miei (prima) e gli amici sui (dopo) non è altrettanto perfetta e magica? Tanto è il nostro parlarsi che ci intriga, che ci avvicina e ci fa attaccare.

“Il linguaggio è una pelle: io sfrego il mio linguaggio contro l'altro, e il mio linguaggio freme di desiderio. Il turbamento nasce da un duplice contatto: da una parte, tutta un'attività del discorso assume con discrezione, indirettamente, un significato unico, che è 'io ti desidero', e lo libera, lo alimenta, lo ramifica, lo fa esplodere; dall'altra, avvolgo l'altro nelle parole, lo blandisco, lo sfioro, alimento questo sfioramento, mi prodigo per far durare il commento al quale sottopongo la relazione" Ronald Barthes da “Frammenti di un discorso amoroso”.

Mi piace farlo sorridere. Il suo sorriso mi mette in pace con il mondo e soprattutto con me stesso. Sorride come quelli della pubblicità, mostrando un po’ i denti. Io no. Io, che mi sembra di essere stupido quando sorrido, lo faccio sempre a labbra serrate e alzando un angolo più dell’altro. Il suo sorriso è la dimensione giusta. Il sorriso diventa la conferma, il feedback che io ci sono e che gli piaccio. Il sorriso è veloce, se non viene alimentato passa e quindi è perfetto per la mia frenesia di dover sempre fare o dire qualcosa. Il suo sorriso è istintivo, quasi infantile, leggermente rumoroso ma senza diventare risata. Si lo so, la stò tirando per le lunghe: ma ogni caratteristica di quest’uomo dovrà essere studiata, catalogata, discussa. Preparatevi.

2 Comments:

Blogger Alec said...

catalogata e discussa? Ah, non vedo l'ora!!
Ehm, se mi è permessa una precisazione (ipotesi retorica dal momento che sono in procinto di puntiglio, sicuro che sia la prima e ultima volta concessami): il tempo del doppio mento e dentiera non mi pare sia così in là... faresti meglio a darti una mossa con quei cd, che gli "anta" sono qua dietro!

6:12 PM

 
Blogger Casa_Libera said...

il "qua dietro" mi lascia basito... :-)

6:32 PM

 

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