Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.

lunedì, luglio 14

Sigur ros - Gobbledigook

Venerdì sera concerto dei Sigur Ros ai Giardini di Boboli a Firenze. Dalla location mi aspettavo qualcosa di più bucolico, anche per giustificare i 54 Euro del biglietto. E infatti io, come gran parte del pubblico, mi sono diretto all’ingresso principale dei Giardini da Palazzo Pitti convinto che il concerto sarebbe stato fatto all’interno. E invece il palco era praticamente nello spiazzo all’uscita su Porta Romana. Poco importa.
Già la prima sorpresa l’ho avuta quando ho visto che il mio amico Alfredo era riuscito a prenderci due posticini (mai viste delle poltroncine così piccole!!!!) in terza fila.
Prima dei Sigur Ros ha suonato Helgi Hrafn Jònsson, che fa parte della band stessa e che presentava il suo EP “Aska”. Fatalità della vita il giorno dopo in un negozio di dischi compro il nuovo cd di Nico Muhly e scopro che Helgi ha fatto il vocalist in un paio di pezzi. Insomma come si suol dire: piacciono alla gente che piace!
I Sigur Ros questa volta, come hanno già fatto con il loro ultimo disco, cambiano rotta e ci tengono a presentare qualcosa di nuovo al loro pubblico.
Le altre volte che li avevo visti erano sempre molto dimessi, con un look assolutamente normale: jeans e maglietta! Stavolta invece anche l’aspetto visivo dello show è stato curato. I Sigur Ros e le Amiina (il quartetto d’archi che li accompagna) sono vestiti come una orchestra retrò appena riemersa con tutto il Titanic. Solo il cantante è di nero vestito, con frange, lacci e materiali sintetici come una sorta di Marylin Manson meno minaccioso. Alle loro spalle delle enormi lampade sferiche di carta di riso che facevano tanto una via di mezzo tra la galassia lunare e IKEA.
Anche musicalmente il concerto che ci hanno proposto è stato molto più corposo che in passato. Se negli anni scorsi i loro spettacoli erano molto omogenei e rarefatti, in questa occasione invece di andare per sottrazione si sono divertiti a stratificare la loro musica e renderla più elettrica e suonata. Basti pensare all’esecuzione del nuovo singolo “Gobbledigook”, del video qui sopra. Chi l’avrebbe detto che ad un concerto dei Sigur Ros il pubblico si sarebbe mai alzato a ballare, battendo le mani a tempo e facendo i coretti con gli UUUUHHH AHHHHH, divertirsi per il lancio di pizzetti di carta come alla convention di Obama. Eppure è successo! Senza perdere neanche un grammo del loro stile si sono re-inventati.
Certo il loro rimane un ottimo dream-pop che affonda le sue radici nella dark-wave e trascende completamente il concetto di "testi di una canzone", che non esistono più, e vengono sostituiti da suoni inventati , giochi di parole e nonsensi.
Però la cosa miracolosa della loro musica è che proprio quando le parole perdono di senso che improvvisamente qualcos'altro diventa chiaro. La stessa sensazione che si ha nell’istante in cui si guarda una persona negli occhi e si capisce (senza doverlo dire) che è il momento di baciarla per la prima volta. Ecco la musica dei Sigur Ros è esattamente la trasposizione in note di quella precisa sensazione.

Voto: 5 stelline (su cinque).

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

dai matt vieni con noi da paolino il 29!!!! dai dai dai dai!!!!

alterego vincenzo

P.S.

l'unica cosa che ho capito della tua postata è che sei stato dalle parti del giardino boboli!!

ehehe

1:51 PM

 
Blogger Daniel said...

Oh grande resoconto. davvero.
C'ero anche io a Firenze, quinta fila. Devo dire: concerto spettacolare. Non li avevo mai visti dal vivo. E mi hanno decisamente sorpreso, in positivo. ECCEZIONALI.
Non ho ancora avuto un secondo per scrivere qualche parola sulla serata. But I'm going to do it.
un saluto
Daniel

5:01 PM

 

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