Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.

mercoledì, luglio 19

Questo è un post PRIVATO, in risposta al commento lasciato ieri da C_TRULLO.

Ieri sera ho visto il film "la vita segreta delle parole" e stamattina leggo il tuo commento al mio post di ieri. Spero tu non sia già davanti ad un monitor staccato e nero. Ma sono certo che aspettavi questo "commento_al_commento", che mi avevi anche già richiesto!Ho citato il titolo del film perchè le parole hanno una lora vita, paradossalmente anche quelle non dette. Se definire una cosa aiuta a inquadrarla, a capirla, a spiegarla... non dire niente in merito non fa altro che renderla più ambigua, più minacciosa, più insidiosa, più irrisolta. Lo so che si fa fatica. Ma sono certo che i tuo amici non si offenderebbero se tu gli dicessi "non ho voglia di venire a cena", Sono certo che Maurizio non si allarmerebbe ( e non cercherebbe un escort in internet...) se per una settimana gli dicessi che non hai voglia di fare sesso o, addirittura, che ti senti attratto anche da altri corpi.Io stesso in assenza dei tuoi commenti al mio blog, starei tranquillo e non ti manderei mail, sms o messaggi di sollecito se mi spiegassi che per adesso frequenti altri siti e altri blogger.Se però non ci (ti) dici tutte queste cose.... si creano solo incomprensioni emotive che generano azioni non desiderate e che non gratificano nessuno. Certo ... la quotidianità a volte ci spinge avanti con la sua forza motrice e se all'inizio è piacevole, poi può diventare pericoloso. Ma sono in momenti come il tuo, di rigetto, di stanca, di apatia che deve nascere la messa a nudo di sé e la necessità di aprirsi all’altro. Non è facile essere onesti...ma è l'unico modo costruttvo di affrontare la cosa.Assapora, ascolta, non mettere profumo su lerciume e passa uno straccio umido sulla tua coscienza, senza paura di raschiare, senza temere troppo che l’altrui sofferenza rapisca l’idea di felicità che coltivi e ti ricatti fino a farti morire... senza renderti nulla.

Con infinita stima,
Matteo

PS: a dire il vero mi era venuto anche il dubbio che avessi giocato la carta del dramma psicologico per portare i "miei" lettori a linkare il tuo blog. infondo tra blogger è "na guera"! :-) Scherzo!

2 Comments:

Blogger Casa_Libera said...

Mio caro, che onore un post privato tutto per me. Condivido lo spirito di quello che dici ma non tutte le parole (che nella loro vita segreta hanno bisogno a volte di una dieta...). Faccio solo un commento "pubblico" augurandomi di parlare un giorno sul resto in privato, magari davati ad un bicchiere di vino: credo di aver imparato nella vita a gestire i "cazzi" miei con le richieste degli altri e non credo che questo sia il problema. La mancanza di libertà che sento in questo periodo va oltre le parole da dire e riguarda in realtà le cose da fare... criptico, no? bacio

10:23 AM

 
Blogger Casa_Libera said...

nessuna intromissione, tranquillo. Anzi, un apporto consapevole e condiviso. Sono solo "invidioso" del fatto che tu sia nella possibilità in cui un "niente ti porti altrove". A me è questo che mi fa male oggi: che anche di fronte ad un "tanto" difficilmente potrei essere nella condizione di "farmi portare altrove"... se non con la mente. A te che non mi conosci devo una doverosa precisazione: sono una persona che ha poco da lamentarsi della vita: amore, famiglia, lavoro, possibilità economiche, salute.
Ora che ci penso però: che sia proprio questo il problema? che mi faccia troppe pippe mentali non avendo da dovermi spaccare la schiena per far quadrare la mia vita? Vabbè, per un venerdì sera di caldo torrido questo è quanto. baci a tutti.

5:51 PM

 

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