Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.

martedì, luglio 25

La mia amica Chiara è incinta. Quindi passa le sua giornate godendosi i piaceri della maternità (=avere le tette grosse) seduta sul divano a leggere riviste. Le è capitato tra le mani il numero di maggio 2006 del femminile ANNA. Sfogliandolo le è preso un colpo quando ha visto un mia foto! Si miei cari! Una foto scattata al Cassero, chissà da chi è chissà quando, è stata pubblicata come contributo ad un articolo sulla vita gay bolognese. Se questo non è outing! Un articolo impreciso, sciocco, pieno di luoghi comuni. Haimè.

Ecco il testo dell’articolo (la foto ve la risparmio):

“Tanto diversi da essere simili. Ho notato una cosa curiosa: il mondo gay si muove sulle linee tracciate dal mondo eterosessuale. Un mondo parallelo, con tutta una serie di convenzioni, di ruoli, di necessità d’identificazione. “Un mondo intero, ma vestito di rosa” mi dicono due amici omosessuali. A Bologna, mi hanno spiegato, c’è la possibilità non solo di essere liberamente gay, ma anche di scegliere che tipologia di gay essere, E vai con l’elenco, che mi accorgo essere esattamente corrispondente a tutte le tipologie “etero”: c’è il gay-pink-a-bestia, il gay-tamarro, rappresentante del trash omosessuale, fino al gay particolarmente effeminato. Al Capital town si trova invece quello che possiamo chiamare il “gay-convenzionale”: palestrato, lampadato, ingellato. Nonchè impaillettao. Al Cassero, locale gay intellettuale, dove si organizzano cineforum e presentazioni, si trovano esponenti politici, comici, gente culturalmente impegnata. Tanta varietà, così ognuno si diverte come crede. Negli ultimi anni le serate si sono moltiplicate e i locali spuntano come funghi. Sintomo, anche, che con i gay si fanno i soldi. Diciamo che il lunedì è il giorno di riposo. Il martedì Sushi e Soda Pops, mercoledì Cassero (che è anche gratis). E così via, appuntamenti omo per tutta la settimana fino all’immancabile sabato sera in riviera, al Classic. Ma quello che mi appare interessante è il miscuglio, il metissage tra mondi etero e omo è ormai fatto. Il gay non si riconosce all’apparenza. Viceversa, molti ragazzi che si dichiarano etero ricercano a volte caratteristiche prestazioni sessuali omo. Il che crea una interessante separazione, fino a ieri quasi impensabile, frà sessualità e identità sessuale. E poi i gay fanno tendenza. Dall’amico gay passpartout per il modo femminile, al “metro-sessuale”, colui che, etero, imita disperatamente lo stile gay: magliette attillate, colore rosa, lampada, jeans stracciati. Imitare i gay è diventato un nuovo modo di essere trasgressivi. D’altra parte è sempre più difficile riconoscere gli omosessuali doc: vi assicuro che per mettere a fuoco uno di loro vi ci vorrebbe più che una semplice occhiata.”

Insomma la giornalista ha qualche problema con la punteggiatura. Inoltre è un’articoletto insignificante che dice tutto e il contrario di tutto. Intanto al mitica frase “a Bologna c’è la possibilità di essere liberamente gay”, cosa vuol dire? Nelle altre città italiani ci sono leggi che lo vietano e lo puniscono?
Poi dice che in una discoteca si trova il “gay convenzionale”, però dopo qualche riga scrive che “Il gay non si riconosce all’apparenza”, ma poi ritorna ad affermare che esiste uno “stile gay” copiato dagli etero, per poi però ribadire nuovamente che “è sempre più difficile riconoscere gli omosessuali”.

Insomma meno male che c’era la mia foto. Almeno se è vero che il lettore medio guarda solo le figure, almeno saprà com’è fatto un gay!

2 Comments:

Blogger Casa_Libera said...

!!!!!!!! ma sei gay???? maddai!!! ma noooooooo! ;-)

7:48 PM

 
Blogger Limbozero said...

Forse era meglio postare la foto che questo ridicolo articolo! :)

3:34 PM

 

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