Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.

mercoledì, maggio 3

Stasera andrò a sentire il concerto di MARISSA NADLER allo zò cafè a Bologna.
E’ la prima tournee nel nostro paese di questa cantante folk, che intorno a se ha suscitato molte aspettative. Il suo disco "The Saga Of Mayflower May" è stato osannato dalla critica e il sito ondarock.it l’ha eletta miglior voce femminile del 2005. Mica roba do ridere!

E se non bastasse la critica internazionale, lei stessa e la sua musica ci mette del suo per rendersi particolarmente interessante. Intanto basta ascoltare le sue canzoni: ballate spettrali e struggenti, nobilitate dal suo soprano cristallino e da un sobrio corredo strumentale, per lo più acustico (chitarra a dodici corde, ukulele, flauto, banjo, organo, tastiere).

E poi alcuni sue dichiarazioni che la rendono già un “personaggio”: “Ma per molto tempo sono stata troppo timida per potermi esibire in pubblico. E' solo da un paio d'anni che ho preso il coraggio di esplorare appieno le mie potenzialità musicali, trovando finalmente la forza per cantare e suonare dal vivo.”, oppure: “Il personaggio di Mayflower May si suicida in un certo numero di modi su alcune delle canzoni, di entrambi i miei dischi. Tutti i personaggi, come Mr. John Lee, ad esempio, sono persone reali della mia vita, ma proiettate in uno spazio-tempo fantastico. Dove muoiono in ogni modo e vivono intense relazioni sentimentali.”
Non aspettiamoci un concerto pop visto le premesse di MARISSA: “Beh, tutto quello che posso dire è di amare molto le canzoni tristi, quelle che ti spezzano il cuore. Mi sento come se non potessi mai avere l'urgenza espressiva di scrivere una canzone allegra. Si può dire che non abbia familiarità con la felicità, perché subisco l'influenza di tutti i demoni di questo mondo.” “L'estetica della tristezza è il mio terreno prediletto. Mi attirano le ferite e la morte, la violenza e il dolore, l'inverno e la solitudine. Mi piace creare atmosfere in cui la gente possa viaggiare, per fuggire dalle noiose trappole della modernità e dalla vuota plasticità del mondo moderno.”
Chi mi conosce bene sa che non potrei permettermi un concerto del genere!

A domani per i commenti. Intanto potete scaricare alcuni suoi MP3 qui, sul suo sito ufficiale.