Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.

martedì, maggio 30

La scorsa settimana sono andato al concerto di PILLOW allo Zo Cafè a Bologna. Prima parliamo del disco “Flowing Season” pubblicato dalla mitica etichetta tedesca 2nd Rec, specializzata in musica elettronica. Praticamente è un come se un cinese venisse in italia a produrre un disco di tarantelle napoletane, e facesse pure un gran lavoro di fino!
E infatti alla base del progetto Pillow opera Andrea De Mira, meglio conosciuto come tastierista del gruppo Giardini di Mirò. Aiutato da una manciata di ottimi vocalist (su tutti: Jacqueline Tume's) e armato del suo lap-top, Di Mira da vita a un vero piccolo capolavoro. Paradossalmente ancora più ispirato rispetto alla produzione (già altissima) dei Giardini di Mirò.
Gli vanno riconosciute ottime capacità compositive, una personale predisposizione per le melodie ariose e avvolgenti. Il tutto condito con beat elettronici, campionature, rumori, campanellini. Un disco da ascoltare assolutamente in cuffia.
E’ l’opera omnia che mette insieme il mood dei Sigur Ros, alcune pulsazioni elettroniche (stile “Yoga”) di Bjork, il cantato dei Portishead. Ma tutto confluisce in una composizione originale, molto personale e non una brutta copia di dischi già sentiti. Il segreto del disco è anche nella perfetta miscela tra ritmi e melodie, tra suoni e rumori, tra strutture armoniche semplici e arrangiamenti sempre eccentrici e spiazzanti.
Il concerto è stato un po’ cortino (come il disco del resto) ma molto ispirato. Nonostante la gran parte dei suoni e e delle melodie fosse riprodotta dal computer, l’atmosfera si è magicamente creata sovrapponendo strumenti suonati e il cantato live. Alcuni musicisti che usano i laptop creano dell'ottima musica, ma nella maggior parte dei casi non trovo particolarmente interessante stare a guardare un musicista che sta seduto a un laptop a fare chissà-che-cosa e ascoltare quello che a tutti gli effetti è musica "in scatola". Invece il concerto era “a strati”. Sopra ai ritmi elettronici riprodotti da MP3 c’erano i strati live: strumentali e cantati.

Voto: 4 stelline (su cinque)