Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.

sabato, maggio 20

Venerdì sera sono andato al concerto CARMEN CONSOLI. Diciamolo subito il nuovo disco “Eva contro Eva” a me non è piaciuto. Il suo più grande difetto è, a mio avviso, di non essere un album sentito e personale ma cantato in terza persona, raccontando storie. Per altro i personaggi di queste storie non mi portano nulla di nuovo ma mi sembrano le brutte copie di vecchie canzoni: la signora che aspetta notizie del figlio scomparso al fronte mi ricorda contessa miseria, il “Signor. Tentenna” mi ricorda il personaggio de “l’eccezione”, “Maria Catena” che non riceve l’ostia mi “ricorda quella bambina, affetta da gravi disturbi mentali, giudicata diabolica per aver masticato l’ostia”, la “gravidanza isterica” che mai si compirà mi ricorda il matrimonio che mai avrà luogo di “Fiori d’Arancio” etc etc Inoltre raccontano di personaggi assolutamente lontani e retrò rispetto al mio mondo, si parla di camice di seta (ma chi le mette più???), prelati, parrocchie…
L'origine della musica tradizionale, il più delle volte, va ricercata nella necessità di uno strumento di comunicazione che potesse essere più facilmente accettato nell'ambito di una comunità ristretta e spesso chiusa. Probabilmente io non sono il giusto destinatario di una album del genere. Il concerto di BOLOGNA non ha aiutato a rivalutare il suo ultimo lavoro. La maggior parte dei vecchi pezzi secondo me viene mortificata da questi arrangiamenti folk con violini, flauti, fisarmoniche e mandolini. La musica popolare (a cui questo disco si ispira) è spesso concepita in modo da poter essere suonata da suonatori non troppo esperti e certamente non virtuosi (non è il caso della band della Consoli, tutti bravissimi a partire da Roccaforte); nella maggior parte dei casi, essa nasce o ha la sua principale espressione in momenti di aggregazione sociale come feste, sagre, o celebrazioni. Effettivamente tra tutti i concerti di Carmen che ho visto (e sono tanti), questo è quello che meno si avvicina ad un concerto ma più ad un festa, ad una (auto)celebrazione! Pezzi come “la tua Ghisa” perdono totalmente la loro rabbia ed energia se vengono suonati da un violino. L’intro di “Venere” lo avevamo scambiato per la cover della sigla di “Friends” , credo possa essere sintomatico, no? Ad un certo punto dalla platea un gruppo di ragazze le ha urlato: “Carmen, ti amiamo…lo stesso!”.
Per non parlare dei fastidiosi effettivi visivi alle sue spalle, delle simil-presentazioni in power point con i testi delle canzoni che si autocomponevano.
Le vanno riconosciuti però anche i suoi meriti: la voce innanzitutto. Potente, carica, ben modulata e più matura. La generosità: ha suonato per ben 2 ore e un quarto. I bis potevano essere da soli giudicati un mini-concerto. Sembrerà banale ma è anche molto più bella e credo che questa la renda più sicura! Io spero sia un passaggio e che prima o poi la CONSOLI torni a guardarsi dentro e a darci nuove grandi canzoni rock.

Voto: 2 stelline (su cinque).

1 Comments:

Blogger Limbozero said...

Sono d'accordo con te.Sto ascoltando l'album da due giorni, ma sembra una sorta di continuazione di vecchie canzoni sia come composizione musicale che di lirica, con una staticita' dovuta all'utilizzo di suoni e strumenti sin troppo folk per i miei gusti. Riscontro invece un miglioramento nel vocale, credo che riesce a spingersi un po oltre rispetto al passato nonostante la sua classica inflessione cantilenata.Non mi viene nessun altro termine per definire il suo suono vocale. :)
In complesso un album piacevole ma che smettero' di ascoltare tra un mese, un po come l'eccezione.
Lontanissimi dai primi album ahime'.Dopo questi anni di silenzio ero convinto che mi avrebbe stupito con qualcosa di realmente nuovo.Ma non e' cosi' ahimè. Peccato.

9:19 PM

 

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