Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.

lunedì, aprile 3

Venerdì sono andato a sentire il concerto dei BAUSTELLE all’Estragon a Bologna.
L'apertura del live coincide con quella dell'ultimo lavoro, la strumentale "Cronaca nera", e si continua con il mio pezzo preferito “i Provinciali”. A sentire le richieste del pubblico, si direbbe che sono in pochi i fan dell'ultima ora tra i presenti. I più aspettano infatti le canzoni dell'esplosiva opera prima "Sussidiario illustrato della giovinezza", ritenuta da certa stampa il punto di riferimento per la crescita del nuovo pop d'autore italiano. Ma sono le perle più recenti a tenere banco, come "Sergio" e il singolo "La guerra è finita", “Revolver”, “il Corvo Joe”, “Un romantico a Milano”, “A vita bassa” tutte da "La malavita".
La chiusura della serata è affidata a "Gomma" e alla richiestissima "Canzone del riformatorio", entrambe dal disco d'esordio.
Il punto più alto, forse proprio per effetto sorpresa, è stata la cover di “Per una bambola” dell’icona pop per eccellenza Patty Pravo, assolutamente stravolta nella sua musicalità per renderla un pezzo rock.
Francesco e Rachele dal vivo sono assolutamente perfetti e, soprattutto lui, riescono a riprodurre quei continui cambi di registro e di tonalità della loro particolarissima voce. Lui assolutamente snob (ma non di quelli arroganti, piuttosto un po’ di quelli timidi), nei movimenti, nel distaccato modo di cantare, nel look. Rachele è veramente bellissima, una vera dark lady, piegata con fare dissociato nella sua tastiera.

Concerto molto intenso e ottimamente suonato, bella atmosfera e grande talento. Una volta chiarito che il concerto è stato ottimo, passo ad un ulteriore livello di lettura.
Da venerdì sera penso che i BAUSTELLE sono riusciti a creare un meraviglioso e complicatissimo equilibrio instabile. Pensavo che questa “casetta di carte” dal vivo avrebbe ceduto… e invece, il botto! La cosa difficile sarà far durare questo equilibrio, senza cadere da una parte o dall’altra (e la vedo dura).
Cosa intendo per equilibrio instabile?
Bhè… il pop che hanno proposto è colto e, allo stesso tempo, accessibile.
Sonorità retro e orchestrali unite da un anima indie.
Temi di nicchia, testi sofisticati trattati in ritornelli mainstream.
Il tutto e il contrario di tutto.

Insomma a sentire il concerto mi è tornata in mente la scena iniziale del film “Match Point” del film di Woody Allen, quando durante la partita di tennis la pallina tocca la rete e per alcuni secondi resta in bilico e non si sa su quale dei due campi cadrà. Ebbene mi auguro la pallina Baustelle stia in equilibrio il più possibile.

Voto: 5 stelline (su cinque).