Chi mi conosce bene sa che dico sempre solo la metà di quello che vorrei dire e solo la metà della metà risulta comprensibile. Il che, lo ammetto, è una valutazione generosa delle mie capacità comunicative.

mercoledì, dicembre 7

Chi mi è venuto a trovare ha sicuramente conosciuto NADIA, la barista. Sicuramente vi ho portati a bere il caffè da lei. E’ l’unico modo che ho per spiegare perché amo questa parte di Bologna. Perché “il Pratello” sia veramente la mia casa. NADIA è stata una delle prime persone (e difficilmente questa parola ha così un senso) che ho conosciuto quando mi sono trasferito. NADIA vivace e materna che ti riempe di baci e pare un personaggio uscito paro paro da un film di PASOLINI. NADIA per me incarna il simbolo di questo quartiere che da qualche parte ho letto che ha un anima filosofa-puttana-ubriacona-artista-studente-bohème-artigiana-piercing&tortellini.
Questo posto “vive” con i suoi simboli: un mojito fresco di menta all'aperto, la gente per strada, le tagliatelle fresche appena fatte al negozio all’angolo, osvaldo, il moretto, gli animali che scorazzano liberi.
La scorsa settimana NADIA è stata licenziata. L’ho trovato subito dopo che glielo avevano comunicato ed era visibilmente sconvolta. E come quando da piccolo vedi per la prima volta piangere tua madre. Ti rendi conto che anche i “grandi” possono essere fragili e ti senti irrimediabilmente meno sicuro e non sai se vuoi continuare a crescere. Cercano di spegnere un altro simbolo. Sono profondamente triste per lei, immagino che il mondo del lavoro non sia così pronto a reinserirla nonostante la legge Biagi e il gran parlare di numeri da parte del nostro Governo.

Ma le leggi, i numeri, i provvedimenti, i decreti, i finanziamenti non sono fatti e non prevedono i transessuali, il gruppo che paga di più la discriminazione sul posto di lavoro proprio perché più visibile. A questo proposito Marcella Di Folco, portavoce nazionale della comunità dei transessuali, ha ricordato le difficoltà affrontate dai transessuali a trovare e a mantenere un impiego, "problemi aggravati dal fatto che non abbiamo ancora ottenuto il diritto di cambiare nome già quando è stato avviato il processo di transizione: anche perché una persona potrebbe pure non volersi operare, e invece l'attuale legge ti obbliga a fare l'operazione chirurgica del cambio di sesso per riconoscerti anche la nuova identità anagrafica".